Investire in oro via app, un grammo per volta. Conto Lingotto, la business unit fintech di Confinvest, nata nel 2020, è una un’app che permette d’investire nel tradizionale oro fisico in maniera digitale, guardando al risparmio dei più giovani.
Una soluzione nata per il mondo consumer che ora evolve in ottica B2B, mettendo a disposizione le sue API alle banche, come ci racconta Simone Manenti, CEO di Confinvest FL da fine 2021.
GC. Dottor Manenti, come avete innovato un prodotto tradizionale come l’investimento in oro fisico attraverso la fintech Conto Lingotto?
SM. Conto Lingotto è nato nel 2020, quando la società percepì le potenzialità del fintech, per portare l’investimento in oro fisico anche al mass market, sfruttando l’open banking. Conto Lingotto, difatti, permette d’investire via app in oro fisico, acquistando un grammo per volta, cosa rara nel mercato tradizionale. E quando si arriva a un determinato taglio si può anche richiedere la consegna a casa del lingotto.
GC. Anche il pricing dell’investimento va ritagliato a misura di pubblico retail: come avete strutturato il servizio?
SM. L’app permette d’investire e disinvestire grammi d’oro fisico, senza commissioni e in ogni momento, rendendolo quindi più conveniente rispetto alle forme tradizionali d’investimento. Inoltre consente di attivare piani di accumulo di risparmio, anche da 75 euro circa al mese, acquistando sempre oro al grammo. Si possono fare acquisti puntuali da un grammo in su, in qualsiasi momento, seguendo il prezzo mondiale dell’oro. Mentre il PAC può essere attivato per acquistare una volta al mese, o anche più spesso, l’importo che si vuole, un meccanismo particolarmente adatto per evitare l’effetto emotivo e limitare acquisti d’istinto.
GC. La soluzione è adatta quindi anche per la clientela giovane che vuole iniziare a risparmiare in modo semplice grazie al digitale. Ma qual è nel dettaglio il target di clientela che avete intercettato con Conto Lingotto?
SM. L’investimento in oro fisico, solitamente, è tipico dei grandi investitori, che hanno una età media di 50-55 anni. Conto Lingotto, invece, in questi due anni ha puntato sul mass market, attirando giovani e giovanissimi, già a partire dai 18 anni, grazie alla strategia di pricing: 50 euro sono sufficienti per iniziare a investire. Abbiamo circa 10mila utenti attivi e, di questi, il 15% ha attivato un PAC.
GC. Il cliente, però, va sempre educato all’investimento. Come dialogate verso il pubblico consumer per far capire perché conviene investire in oro fisico e come tutelarsi in un contesto di mercato come quello attuale?
SM. L’educazione finanziaria è essenziale, soprattutto quando ci si rivolge a un pubblico giovane e molto ampio. Già i piani di risparmio consentono di tutelare l’investitore mitigando eventuali rischi, ma apriamo finestre di confronto anche sui nostri blog e tramite la newsletter, usando un linguaggio il più semplice possibile e vicino al nostro target. L’obiettivo è spiegare i concetti base dell’investimento e, soprattutto, sottolineare l’importanza di diversificare i propri risparmi e di pianificare.
Inoltre, in un contesto geopolitico ed economico come quello attuale, l’oro si conferma nuovamente come un bene rifugio. Questo mercato, infatti, continua a mostrare segnali di crescita, nonostante l’imprevedibilità che caratterizza questo periodo, e si dimostra quindi un ottimo strumento per proteggersi dall’inflazione e dalle oscillazioni di mercato in modo semplice, grazie al digitale.
GC. Conto Lingotto ha inoltre appena pubblicato le sue API per aprirsi al mercato con l’obiettivo di raggiungere le banche: chi si occupa di gestire gli aspetti regolamentari e la gestione dell’oro fisico?
SM. Da tempo Confinvest parla con le banche e si confronta con loro sull’open banking. Conto Lingotto nasce proprio per i clienti di home banking, sulle cui esigenze la società ha modellato la user experience, sviluppando anche un prodotto “white label” per le banche e altri player di settore. Anche le API sono state realizzate pensando alle necessità delle banche, quindi siamo noi a gestire la compliance, il magazzino dove è custodito l’oro, e così via. Il servizio è quindi totalmente in outsourcing.
Puntiamo naturalmente all’integrazione con le grandi banche e anche con quelle dall’animo digital, che hanno l’obiettivo d’intercettare i più giovani e ampliare il perimetro d’offerta. Abbiamo già alcune partnership in corso di definizione e speriamo di poter annunciare la chiusura di qualche accordo commerciale già entro la fine dell’anno.
Questo articolo è stato pubblicato sul numero di dicembre 2022 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop.