Make or Buy? Anche nel mondo degli investimenti in cripto asset, banche e istituzioni finanziarie si trovano di fronte a questa classica domanda.
La Mica sta scaldando i motori e molte realtà finance sono pronte al lancio dei loro servizi: pochi gli annunci finora, ma moltissimi i rumour dietro le quinte.
Molti istituti avrebbe scelto la strada della partnership con realtà terze per ottimizzare il time-to-market della loro offerta in criptoasset.
A margine della Blockchain Week di Roma abbiamo incontrato Mireya Fernandez, Country Lead per l’Europa Meridionale, Centrale e Orientale di Bitpanda. Questa fintech, infatti, offre anche una piattaforma di investimento B2B2C in white label che comprende anche molti cripto asset.
AG. La MicaR si avvicina e diverse banche e istituzioni finanziarie stanno valutando partnership per offrire investimenti in cripto asset ai loro clienti finali. Bitpanda ha già degli accordi simili in essere. Vedete fermento sul mercato?
BP. Sì, l’interesse è cresciuto molto nell’ultimo anno da parte delle banche, tradizionali e digitali.
Il fatto è che serve una infrastruttura tecnologica solida per offrire cripto asset in modo sicuro. Una banca, o una neobanca, possono scegliere di svilupparla in autonomia, anche se ci vorrà tempo e denaro, anche per effettuare aggiornamenti e manutenzione.
Ma il settore sta crescendo così rapidamente che chi è rimasto indietro, ed entra nello scenario cripto solo ora, rischia di lavorare su qualcosa che, una volta pronto, sarà già vecchio.
Bitpanda Technology Solutions, come altri attori in questo momento, sta offrendo a banche e altre realtà tradizionali di appoggiarsi a una infrastruttura white label e perfettamente personalizzata. Meno costi con un time to market migliore.
AG. Avete già diversi accordi di questo tipo, tra Austria e Germania.
BP. Ci stiamo anche confrontando con realtà italiane e spagnole, l’interesse è molto forte. Abbiamo un tema dedicato al modello B2B2C in Europa e lavoriamo con le banche con un approccio di coopetizione.
Noi abbiamo la tecnologia e l’infrastruttura, loro hanno i clienti, perché non lavorare insieme?
L’approvazione, negli USA, degli ETF su Bitcoin ed Ethereum è un’ottima notizia per tutti e dimostra che il contesto sta cambiando: l’industria è più matura e ottiene la fiducia del Regolatore. E questo sta conquistando anche le banche tradizionali.
AG. Quando incontrate una banca tradizionale, quali sono i dubbi e le domande più frequenti che vi vengono rivolti?
BP. Riceviamo molte domande sui tempi di implementazione e sulla sicurezza. Abbiamo licenze in diversi Paesi, tra cui l’Italia. E siamo MiFID compliant. Dal punto di vista della sicurezza della nostra infrastruttura, quindi, diamo risposte molto valide. E i tempi di time-to-market sono molto rapidi, intorno ai 3 mesi.
AG. Permettete di investire in crypto da diverso tempo. Avete visto un cambiamento nel profilo dell’investitore medio?
BP. L’industria crypto è molto giovane, soprattutto se confrontata ad altri asset finanziari. È normale che i primi investitori fossero dei pionieri e, in generale, le generazioni più giovani sono anche quelle maggiormente disposte a provare strade nuove.
Oggi, però, vediamo una certa maturità, confermata anche dall’avvicinarsi di attori istituzionali. Di conseguenza, anche l’età degli investitori si sta alzando.
Tutte le generazioni, dalla Z ai Boomer, si confrontano con il ritorno dell’inflazione, che sta riducendo il potere di acquisto della liquidità che tengono ferma sui loro conti.
E quanto ragionano su come investire questo denaro, sempre più spesso includono i cripto asset nel loro portafoglio. Presentano rischi, certo, ma offrono anche rendimenti potenziali interessanti: rischio e rendimento sono strettamente collegati, come insegna l’educazione finanziaria.
AG. A proposito di educazione finanziaria. Qualche anno fa c’è stato un boom di token e cripto asset, con alcuni clamorosi casi di frode, oppure di attacchi informatici particolarmente riusciti. Come selezionate gli asset che entrano nella vostra piattaforma? E come li “raccontate” ai non esperti?
BP. Abbiamo molti contenuti educational sul nostro sito e sulla nostra app. E per ogni asset abbiamo delle pagine che spiegano che cosa è, con grafici e molte informazioni di dettaglio.
L’industria cripto è spesso stata caratterizzata dalla FOMO (Fear of Missing Out, traducibile in questo contesto con “la paura di perdere l’occasione giusta”, NdR).
Pensiamo a quando un amico ci dice ha investito in qualcosa, e ci chiediamo se sia una buona idea imitarlo per non perdere una buona opportunità.
In ambito cripto, però, è spesso capitato che qualcuno parlasse pubblicamente dei suoi investimenti dopo che un token o un asset era già salito di valore. In pratica, sta provando a manipolarne il valore.
Nell’offerta B2C di Bitpanda abbiamo allora previsto dei panieri di criptovalute. L’investitore non si espone totalmente su un solo asset, ma in un clic può investire in decine di criptovalute diverse. Sommato a un piano di accumulo, questo approccio permette di ridurre l’impatto della volatilità delle cripto, senza inseguire le mode del momento sui social.