Azimut ha annunciato il lancio di Azim, un token che rappresenta digitalmente un portafoglio di prestiti alle PMI. Un debutto mondiale per una SGR.
Antonio Lafiosca, Co-Founder e COO di BorsadelCredito.it, ha diffuso una nota in cui spiega perché Azim è importante per il mondo della Finanza Alternativa.
Che cosa è Azim
Come abbiamo spiegato nell’articolo su Azim, questo token è scambiato sulla digital asset bank Sygnum Bank e rappresenta un portafoglio di 5 milioni di euro di prestiti a PMI italiane, rientranti nelle misure garantite dai DPCM per lenire gli effetti del Covid e garantiti quindi dal Fondo di Garanzia del Mediocredito Centrale.
Prestiti cartolarizzati in token
Questi prestiti, cartolarizzati digitalmente nella forma di un token, possono essere scambiati mediante blockchain. Ogni token Azim differenzia il rischio perché contiene centinaia di prestiti. Questo permette a un pubblico più ampio di accedere a una asset class prima riservata a pochi. Se vogliamo, rende più liquido e immediatamente trasferibile (via blockchain) un investimento che prima della tokenizzazione era illiquido.
Il credito FinTech è nativamente pronto
I crediti tokenizzati (o cartolarizzati digitalmente, siamo in un ambito nuovo in cui anche il lessico deve trovare nuove forme) sono stati originati su Opyx, ex BorsadelCredito.it. L'azienda di Credito Fintech è stata partner di Azimut non solo per le attività di origination, ma anche per la gestione dell’underwriting, e la creazione del portafoglio. Con una selezione delle posizioni da comprendere in Azim, che lo rendesse appetibile anche a un investitore retail.
Ed è proprio in queste attività, spiega Lafiosca, che la natura dei portali digitali di accesso al credito. Perché l’attività di creazione del portafoglio poi tokenizzato può diventare una routine: il portale funziona già secondo modalità e procedure di raccolte dei dati delle imprese digitali. Tutte le richieste e le approvazioni dei finanziamenti nascono digitali, compresi documenti e firme.
Il credito a portata di peer
Questo permette di inserire tutte le informazioni in un “oggetto digitale”, il token appunto, che può essere lavorato, venduto e scambiato. Riportando la finanza alternativa a quello spirito originario di condivisione e sostegno tra pari, “peer-to-peer”.