Un italiano su due è pronto ad aprire un conto in un'altra banca, se la sua attuale non offre servizi relativi alle criptovalute. Questo dato emerge da una indagine, condotta su un campione di 1.000 italiani, occupati, tra i 20 e i 60 anni.
L’indagine ci dice anche che il 24% della clientela bancaria ha già investito in criptovalute, mentre il 29% prevede di farlo in futuro.
Discuteremo di tutti gli altri risultati al prossimo Clear Summit 2025 di CheckSig, in programma per lunedì 14 aprile.
Però, già su questa manciata di numeri, anticipati alla stampa nei giorni scorsi, c’è da fare qualche riflessione.
Anche in altre indagini, meno recenti, era emerso chiaramente che Bitcoin e le criptovalute stanno diventando sempre più mainstream, soprattutto in una versione più "istituzionalizzata" degli ultimi anni.
Lunedì 14 mi chiederò, insieme a Michele Mandelli: che cosa dovrebbero fare le banche di fronte a questo interesse?
Se si vuole investire in criptovalute, oggi, ci sono diverse opzioni, ma poche sono realmente bancarie. In primis, ci sono diversi player specializzati, molti dei quali sono emersi negli ultimi anni: i grandi attori internazionali, presenti anche in Italia, e alcune realtà nazionali.
Sempre dalle fila del fintech troviamo qualche neobanca, tra cui Revolut e Hype, che in Italia sono tra le più significative, così come alcune piattaforme di trading come Bitpanda o Trade Republic.
E, infine, alcune banche tradizionali, come Banca Generali e Fineco, che offrono la possibilità di investire in criptovalute tramite accordi con terze parti, oppure attraverso ETF, ETP e CFD.
Tuttavia, molti altri istituti, soprattutto i più grandi, sembrano esitare nell'affrontare la questione.
Nel frattempo, i clienti interessati a Bitcoin si stanno rivolgendo altrove. Il vero pericolo non è tanto la perdita di quote di mercato a favore di nuovi player, quanto questo “altrove” a cui i clienti vengono abbandonati, che è fatto anche di risorse online non sempre affidabili come gruppi Telegram, sedicenti consulenti finanziari e altre realtà discutibili.
Anche di questo argomento parleremo lunedì. Voi cosa ne pensate?