GUIDA AL SERVIZIO

Che cosa è l’invoice trading e come può aiutare le PMI

invoice trading cos è

L’invoice trading è la vendita a titolo definitivo e a sconto di fatture commerciali non scadute tramite piattaforme digitali.

In parole più semplici: un’azienda cede le fatture a un investitore, che in cambio paga all’azienda una somma di poco inferiore al valore nominale della fattura. Questo acquisto diretto avviene tramite una piattaforma digitale.

Si tratta di uno strumento per la gestione della liquidità delle aziende, alternativo e integrativo al credito bancario.

Perché

Una soluzione che alle aziende serve, visto che in Italia il tempo medio di pagamento delle fatture B2B nel 2021 è stato di 82 giorni (fonte: Osservatorio Supply Chain Finance, Politecnico di Milano), un dato molto peggiore della media dei principali Paesi europei. Soltanto 1 azienda italiana su 3 salda puntualmente le fatture (il 38,5% per la precisione, secondo lo Studio Pagamenti di Cribis D&B).

L’analisi e le prospettive dell’invoice trading

Ma l’invoice trading potrebbe fare di più per le aziende se venissero adottate alcune misure regolamentari.

Lo sostiene il Position Paper “Invoice Trading: analisi, opportunità, proposte”, preparato dal Gruppo di Lavoro Lending di ItaliaFintech e coordinato da Matteo Tarroni, CEO e Founder di Workinvoice insieme a Riccardo Carradori, Presidente e CEO di Teamsystems Financial Value Chain.

Per accelerare il mercato, scrive l’associazione, possono essere utili interventi di tipo normativo:

  • Istituire un albo delle piattaforme certificate.
  • L'obbligo di “Referral”: banche e altri intermediari finanziari tradizionali, comprese le società di factoring sono obbligate a segnalare alle fintech le aziende che rifiutano come clienti;
  • Possibilità di una legge che renda nulle le clausole contrattuali che vietano la cessione del credito per dotare le PMI di un asset molto più facilmente finanziabile;
  • Agevolazioni a favore di Organismi di Investimento Collettivi del Risparmio (OICR) che investono in crediti vantati da microimprese e PMI virtuose acquistati su piattaforme fintech;
  • Miglioramento e qualificazione della comunicazione istituzionale nei confronti delle PMI su strumenti innovativi di finanza digitale.

Ne parliamo con CashMe

Ma l'invoice trading come funziona? Ne abbiamo parlato in un episodio del podcast #define banking con Stefano Sainati, co-fondatore di CashMe.

AG. Proviamo a spiegare anche al grande pubblico che cosa è l’invoice trading e quali sono i suoi vantaggi rispetto all’anticipo fatture bancario o al factoring.

SS. Con invoice trading, dal punto di vista tecnico, ci riferiamo a una cessione di crediti commerciali

Dal punto di vista pratico, l’invoice trading è lo scambio di fatture, in genere tramite portali web, come CashMe. L’azienda carica direttamente sul portale le fatture che vuole cedere, mettendole a disposizione di chi vuole investire liquidità per “acquistare” queste fatture.

Tipicamente, si tratta di fondi di investimento e investitori istituzionali. L’impresa ottiene subito liquidità, una somma pari a poco meno del valore nominale della fattura al netto. È un canale alternativo e integrativo rispetto a quello del credito bancario.

AG. La cessione delle fatture è pro soluto: che significa?

La maggioranza delle piattaforme di invoice trading utilizza la forma del pro soluto, mentre quella del pro solvendo è meno frequente.

Una cessione pro soluto significa che l’azienda cedente si libera del rischio finanziario, di fatto incassa quella fattura a tutti gli effetti. Accorcia i tempi d’incasso ottenendo liquidità immediata. La responsabilità di incassare la fattura passa all’acquirente.

Le fatture cedute non sono più iscritte in bilancio come credito, ma diventano liquidità di cassa.

AG. Un altro servizio è il reverse digitale: che cosa è?

SS. È il processo dell’invoice trading, ma all’inverso. In questo caso è il debitore, l’azienda che riceve le fatture da pagare, ad aderire al nostro servizio.

Si tratta di aziende con un fatturato di almeno 15-20 milioni che hanno un buon rating e che, nel caso del reverse factoring, propongono ai loro fornitori, spesso piccole aziende, di aderire a un servizio di cessione del credito pro soluto come CashMe Digital Reverse. 

È un buon modo per proteggere la filiera dei fornitori, garantendole la liquidità necessaria, soprattutto per le grandi società di capitali.

AG. L’invoice trading è in concorrenza con le banche?

SS. Si tratta di un canale di finanza alternativa, in cui le imprese dialogano con soggetti diversi dalle banche. 

L’invoice trading permette di migliorare l’offerta tradizionale di credito: non è quindi in competizione con le banche, ma uno strumento di cooperazione. Che va anche a coprire alcuni aspetti lasciati “scoperti” dal settore bancario tradizionale.

AG. E per un’impresa, abituata a lavorare con l’anticipo fatture, che cosa cambia?

SS. La differenza tra invoice trading e anticipo fatture è semplice da spiegare. Nell’anticipo fatture, la banca valuta il merito creditizio dell’azienda cliente, quella che emette la fattura; mentre l’invoice trading pro soluto valuta la solidità del debitore, cioè dell’azienda che deve pagare la fattura.

Un aspetto che differenzia invoice trading e factoring è invece la flessibilità. Un’azienda che si rivolge al factoring deve superare una quota minima di fatturato e impegnarsi a veicolarne una determinata percentuale alla società di factoring.

Queste rigidità nell’invoice trading non ci sono: un’azienda può cedere anche una sola fattura, in base a esigenze specifiche oppure all’andamento del business. Non esiste un importo minimo.

Un’ultima differenza importante sono i tempi di risposta. Nel caso di CashMe, la tecnologia che guida in automatico gran parte dei nostri processi ci permette di rispondere in pochi giorni lavorativi.

AG. Adesso che abbiamo capito che cosa è l’invoice trading, ci racconti la storia di CashMe?

SS. CashMe è una società Fintech specializzata in invoice trading e reverse digitale. Ha la classica storia da startup: è nata nel 2016 dall’intuizione di Marcello Scalmati, a cui dopo ci siamo aggiunti io e Pietro Calvio.

Ogni fondatore veniva da esperienze lavorative diverse e questo è stato utile per portare know how differente all’interno della startup.

Dopo pochi mesi, nel 2017, eravamo già operativi. Ci sono stati tanti step nel nostro percorso di crescita ma un momento fondamentale è l’acquisizione della quota di maggioranza di CashMe da parte del Gruppo Finservice, leader nella finanza agevolata.

A quel punto abbiamo avuto un socio finanziatore e industriale, che ci ha messo a disposizione il know how necessario per avere una forte crescita. 

Nel 2021 abbiamo superato i 10 milioni di fatture cedute al mese, con una base clienti che supera i 200 e una media di risposta alle richieste di circa 48 ore.

AG. Come vi differenziate da altre piattaforme di invoice trading in Italia?

SS. Siamo fortemente digitali, come tutte le altre piattaforme. Riteniamo però che il rapporto umano non vada eliminato: ogni azienda dispone di un consulente CashMe dedicato, una persona in carne e ossa a cui i clienti si possono rivolgere per qualsiasi esigenza.

Questo possiamo farlo anche grazie alla forza del Gruppo di cui facciamo parte, presente in tutta Italia. 

Un altro aspetto su cui abbiamo lavorato è introdurre nuovi investitori sulla piattaforma. Oggi vengono acquistate fatture emesse verso l’estero, anche al di fuori dell’area Euro. E vengono cedute in pro soluto anche lettere di credito. 

AG. Negli ultimi anni molte realtà Fintech si rivolgono alle PMI. Come vi collocate all’interno dello scenario Fintech generale?

SS. L’invoice trading è uno dei tasselli principali: sta facendo registrare volumi molto importanti, superando complessivamente i 4 miliardi di euro erogati alle imprese. Denaro iniettato direttamente nell’economia reale che, senza l’invoice trading, sarebbero rimasti nel mondo della finanza.