Il crowdfunding è un’innovativa forma di finanziamento, che consente di raccogliere fondi per usi molteplici con il contributo di piccoli e medi finanziatori, generalmente attraverso apposite piattaforme digitali.
In pratica, è una forma di finanziamento e investimento allo stesso tempo: un grande numero di persone investono per finanziare insieme un progetto personale o un’idea imprenditoriale.
Si può fare crowdfunding usando piattaforme digitali dedicate proprio a mettere in contatto chi cerca un finanziamento (una persona o, più di frequente, un impresa) con gli investitori interessati.
È un finanziamento che “parte dal basso” e può essere alternativo, o integrativo, rispetto ai prestiti bancari erogati dagli istituti di credito tradizionali.
Cosa significa crowdfunding
Il termine crowdfunding nasce dall’unione delle due parole inglesi “crowd”, folla, e “funding”, finanziamento.
Il significato di crowdfunding è letteralmente finanziamento collettivo. Esistono diverse forme di crowdfunding: quando gli investitori possono guadagnare dal loro investimento, si parla anche di crowdinvesting.
I diversi tipi di crowdfunding
Donation crowdfunding
La prima forma di crowdfunding è il cosiddetto donation-based. Non si tratta di un investimento, ma di una donazione: si devolve denaro a sostegno di una causa o di un progetto, senza aspettarsi di riavere indietro i propri soldi, né tantomeno di ricevere interessi.
A volte ci sono ricompense dal valore solo simbolico.
Reward crowdfunding
La tipologia “reward” (premio) prevede di riconoscere una ricompensa a chi investe su un progetto. Anche in questo caso, non parliamo di un investimento ma di una sorta di donazione. E la ricompensa sarà proporzionale alla somma che viene donata.
Ma quali sono le ricompense del reward crowdfunding? In genere, chi dà del denaro può accedere prima degli altri a un nuovo prodotto o servizio. Oppure ottiene dei prezzi di favore. O, ancora, riceve dei premi materiali o può partecipare a eventi esclusivi.
C’è un articolo in cui parliamo più nel dettaglio di donation e reward crowdfunding.
Lending crowdfunding
Il lending crowdinvesting, altresì noto come social lending e peer-to-peer lending, è una forma di finanziamento collettivo per privati o imprese.
Qui si parla di un investimento: diamo il nostro denaro per realizzare un progetto e, in cambio, riceviamo il rimborso del capitale investito, maggiorato di un rendimento percentuale.
Si tratta di un prestito, in altre parole, di cui conosciamo prima il tasso di interesse che ci verrà riconosciuto.
Le piattaforme di lending crowdfunding fungono da intermediari finanziari, consentendo a chi necessita di fondi di ricevere il finanziamento necessario per i suoi progetti, e ai prestatori di trovare nuove opportunità di investimento.
In Italia sono operative:
- 6 piattaforme di lending crowdfunding a persone fisiche
- 22 piattaforme di lending crowdfunding a imprese (di cui 14 specializzate in real estate)
Equity crowdfunding
L’equity crowdinvesting è una modalità di raccolta fondi che permette agli investitori di finanziare startup o imprese innovative, ricevendo in cambio delle quote societarie di queste aziende.
In pratica, grazie al nostro denaro diventiamo “proprietari” di un pezzo della società: un titolo di partecipazione che include anche diritti patrimoniali e amministrativi (ma non tutte le raccolte funzionano alla stessa maniera, sempre meglio leggere bene la documentazione).
Si parla quindi di equity crowdfunding per riferirsi al tipo di “ricompensa” che riceve chi investe il proprio denaro.
Come si guadagna? Vendendo le proprie quote. Ad esempio, se l’azienda ha così successo da venire acquistata da un’impresa più grande, oppure se viene quotata in Borsa.
Ovviamente, se l’azienda non va bene, anche la nostra quota non avrà grande valore.
Crowdinvesting immobiliare
Ci sono portali di crowdfunding che propongono investimenti, sia lending sia equity, per finanziare progetti specifici immobiliari.
Ne parliamo meglio in questo articolo sul crowdfunding immobiliare.
Crowdfunding: rischi e opportunità
Da quello che abbiamo visto, è chiaro che le diverse tipologie di crowdfunding hanno rischi e opportunità differenti.
I rischi del lending crowdfunding: forniamo denaro a un’impresa (o a un privato, più raramente) che si impegna a restituirci quella somma maggiorata di un interesse. Il vantaggio è che anche i tempi di rimborso sono noti.
Nel caso delle imprese, spesso le piattaforme permettono di finanziare un progetto specifico, di cui troviamo schede informative dettagliate.
Nel caso dei privati, invece, la somma che investiamo viene generalmente “ripartita” tra più soggetti, in modo da non trovarci in difficoltà se una sola persona non ripaga il prestito.
I rischi dell'equity crowdfunding, invece, sono legati al fatto che otteniamo una quota di società: in pratica, chi fornisce denaro diventa socio.
Il vantaggio per chi investe in questo tipo di crowdfunding è la possibilità di rivendere la propria quota in un secondo momento a un valore più elevato di quello di acquisto, realizzando un profitto.
Chiaramente, c’è il rischio che le aziende finanziate non abbiano successo. L’obiettivo è individuare le occasioni migliori sul mercato, puntando su diverse realtà: investire oggi sulla prossima Facebook è, ovviamente, il sogno di ogni investitore.
Ma non è certo semplice: alcune aziende migliorano in termini di fatturato e marginalità dopo la campagna, ma altre no. Sono poche quelle che diventano profittevoli nell’immediato e pochissime riescono a superare i target previsti nel business plan iniziale.
Nell’equity crowdfunding sono 51 i portali autorizzati da Consob: 9 in più rispetto al 2019, anche se alcuni non sono ancora attivati. Molti si occupano di finanziare progetti immobiliari.
Posso fare un crowdfunding per la mia impresa?
Se sei un’impresa o hai un progetto imprenditoriale, trovare il capitale necessario non è facile. Se non hai garanzie solide, o una sostanziosa base economica, molto difficile ottenere un prestito dai tradizionali istituti di credito.
Se hai appena avviato un’attività, accedere a contributi pubblici o finanziamento agevolati non è banale e probabilmente avrai bisogno di un consulente.
Molti neoimprenditori, ma anche parecchie startup e aziende innovative, guardano con interesse al crowdfunding.
Il lending crowdfunding per un’azienda permette di “ricevere un prestito” da una pluralità di finanziatori, impegnandosi a ripagare l’importo maggiorato da un tasso di interesse. Può essere usato in alternativa, o in integrazione, al credito bancario tradizionale.
Il modello equity based, invece, prevede la cessione a ciascun finanziatore di un titolo di partecipazione nella propria società, con tutti i diritti relativi. Non si accende un “prestito” da ripagare, ma si perde una parte dell’azienda.
Quali requisiti devo avere?
Possono fare una raccolta di equity crowdfunding, secondo il regolamento Consob:
- le PMI e le PMI innovative;
- le startup innovative;
- organismi di investimento collettivo del risparmio e società di capitali che investono prevalentemente in PMI.
Al lending crowdfunding possono invece accedere sia imprese sia privati (una sorta di “prestito personale” fatto da molti investitori).
Per finanziarsi con il crowdfunding, un’azienda deve avere:
- un’idea imprenditoriale: un prodotto, o un servizio, da lanciare;
- una chiara strategia, piano di marketing compreso;
- un business plan è sicuramente utile, per convincere i potenziali investitori della solidità del progetto.
Una storia creditizia consolidata non è essenziale, come invece accade con le banche tradizionali, ma il tempo di vita dell’azienda e i ricavi generati possono sicuramente essere presi in considerazione dagli investitori.
Nel caso dell’equity crowdfunding, poi, l’originalità del progetto è sicuramente un elemento vincente. Chi investe in equity sta cercando la nuova Facebook per moltiplicare il proprio denaro: bisogna essere davvero innovativi.
Ma quanto costa?
Nella maggior parte dei casi, per avviare una campagna non vengono chiesti costi. C’è una commissione se la campagna ha successo: questa fee varia da un portale all’altro, ma secondo i dati che abbiamo raccolto la maggior parte chiede circa il 5% dell’importo totale raccolto.
Crowdfunding: cosa prevede il regolamento europeo
Per anni l’Italia è stata apripista nella regolamentazione del crowdfunding. Tra il 2021 (Decreto Crescita 2.0) e il 2015 (Decreto Investment Impact) sono state poste le basi per il Regolamento Consob del 2017, che riguardava l’equity crowdfunding e apriva questa possibilità a tutte le PMI.
Entro il 2023 entrerà in vigore in Italia e in tutta l’Unione Europea il “Regolamento Crowdfunding”, n. 2020/1503, detto anche ESCPR o ECSP dagli addetti ai lavori.
Il Regolamento Crowdfunding cambia le regole del gioco, creando un unico mercato europeo per le piattaforme, con regole comuni.
Ogni fornitore di servizi di crowdfunding può farsi autorizzare da un ente nazionale: a quel punto, si può rapidamente accedere a un “passaporto europeo” che permette di operare anche in altri mercati, con una semplice comunicazione all’ente designato per “vigilare” sul crowdfunding in quel Paese.
Per altre informazioni c’è il nostro articolo sul Regolamento Europeo Crowdfunding.