Dopo la crisi: gli italiani e la banca

I risultati di una ricerca di NCR Corporation: gli italiani vogliono più servizi self service, confermano di avere un rapporto difficile con la banca e almeno un quinto di loro è disposto a cambiare istituto per ottenere condizioni migliori. Più attenzione a condizioni e tassi delle carte di credito

L’87% degli italiani vuole più servizi e tecnologie self service: il dato emerge dalla ricerca commissionata da NCR Corporation a BuzzBack Market Research e svolta sui cittadini di 16 paesi del mondo, con l’obiettivo di fotografare le esigenze del consumatore di fronte alla crisi, in particolare verso gli istituti finanziari. Gli italiani sembrano prediligere gli sportelli automatici abilitati al prelievo di piccole somme di denaro (37%) per operazioni più frequenti ma di minore entità; chioschi self-service o sportelli automatici che consentano il pagamento di bollette (36%); sportelli bancomat evoluti per effettuare transazioni bancarie più veloci (30%) o per evitare di stare in fila al bancomat (35%); sportelli automatici per depositare assegni (27%) evitando di recarsi in filiale.

Fa certamente riflettere anche il fatto che l’86% degli italiani intervistati, messo di fronte alla possibilità di avere aggiornamenti in tempo reale sulla prenotazione dei propri appuntamenti in banca attraverso soluzioni self-service, risponde che apprezzerebbe molto questo servizio: è lo stesso rapporto diretto con la banca a costituire una questione spinosa per gli italiani. Il 45% infatti evidenzia una difficoltà oggettiva nel trovare “la persona giusta” cui parlare quando si recano in banca, e ben il 57% non trova uno specialista preparato a cui chiedere una consulenza.

“La crisi economica ha messo il consumatore di fronte alla necessità di fare scelte consapevoli e convenienti. spiega Flavio Ballarini, Amministratore Delegato di NCR Italia. Le banche si adegueranno a questa nuova tendenza e competitività di mercato sviluppando strategie indirizzate verso una maggiore offerta di servizi e tecnologie che andranno incontro ai consumatori, alla cronica mancanza di tempo da spendere, e alla necessità di ridurre le spese. In questo senso si può spiegare non solo il netto aumento di transazioni al bancomat, da 771 milioni l’anno nel 2007 (nel 2004 il volume delle transazioni si attestava a 649 milioni) a 802 milioni nel 2008*, con una tendenza verso l’aumento, ma anche l’utilizzo dell’ATM per operazioni non finalizzate al prelievo di contanti (44% sul totale delle transazioni bancomat) come controllo del proprio conto corrente, ma anche ricariche telefoniche, e acquisto di biglietti”.

Sembra addirittura venire meno l’immagine stereotipata del correntista italiano “sposato” alla propria banca e restio ai cambiamenti: il 29% degli italiani dichiara l’intenzione di voler cambiare il proprio istituto di credito per ottenere maggiori tassi di interesse sui propri risparmi, il 18% vorrebbe cambiare banca per ottenere tassi di interesse minori su prestiti e scoperto e infine il 21% degli abitanti del Bel Paese vorrebbe rifinanziare il proprio mutuo o finanziamento con un altro operatore per ottenere una rata mensile più bassa.

Più attenzione anche per le carte di credito: le difficoltà economiche hanno spinto il consumatore a un maggiore controllo su condizioni e tassi di interesse e a cercare condizioni migliori nel 36% dei casi. Una percentuale in linea con la media dell’America del nord, ma notevolmente superiore agli altri paesi europei.