Economia civile in Maremma

Distretto economia civile
Cominciamo con una domanda: in cosa consiste l’economia civile? Luigino Bruni e Stefano Zamagni, la definiscono come “un processo inclusivo biodiversificato” e specificano che non si tratta “di un nome diverso per l’economia del non profit o del Terzo settore, perché coinvolge e si rivolge all’intera economia, che guarda e giudica civile o incivile”.

Nata nella seconda metà del Settecento a Napoli, questa scuola di pensiero pone al centro della sua riflessione sul mercato parole come “fiducia”, “mutuo vantaggio”, “pubblica felicità” e ultimamente sta (per fortuna) riscontrando le dovute attenzioni.

Del resto è la stessa situazione globale del momento, caratterizzata da una profonda crisi ambientale, economica e sociale a richiedere un repentino cambio di rotta, verso una molteplicità di esperienze positive quali la cooperazione sociale, l’economia di comunione, il commercio equo e solidale, la centralità delle persone, il rispetto dell’ambiente e molto altro ancora.

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Sinergie tra attori

Ecco così che una Banca di Credito Cooperativo (Banca Tema), un Ente del terzo settore (Legambiente) e il mondo accademico (Fondazione Polo Universitario Grossetano), fanno sinergia e promuovono Distretto dell’economia civile Terre Etrusche e di Maremma. Un processo, cioè, finalizzato all’utilizzo del potenziale relazionale inutilizzato per implementare lo sviluppo del contesto territoriale locale e dove, per sviluppo, si fa riferimento contemporaneamente alle dimensioni sociali, culturali, economiche e ambientali.

Il ruolo di Banca Tema

Un impegno significativo per la realizzazione del Distretto dell’economia civile è quello della banca espressione del territorio, Banca Tema, aderente al Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea. Come spiega il Direttore Generale Fabio Becherini, «Banca Tema ha partecipato al progetto, insieme a Legambiente e alla Fondazione Polo Universitario Grossetano, con grande senso di responsabilità nei confronti della propria comunità di riferimento, consapevole dell’importanza che un Distretto di economia civile può rappresentare su un territorio come il nostro, per costruire comunità aperte e inclusive, garantire diritti, diffondere benessere e assicurare la tutela delle risorse naturali per il presente e per le future generazioni. L’obiettivo che ci poniamo è quello di rendere questo progetto un laboratorio permanente di accrescimento del capitale umano, di creazione di nuovo lavoro e di salvaguardia del patrimonio ambientale». Becherini ha poi sottolineato come Banca Tema, insieme agli altri protagonisti del percorso, si farà «portavoce di un modello di sviluppo fondato sulla coesione e l’inclusione sociale, la valorizzazione delle competenze e delle risorse delle comunità territoriali, la tutela dell’ambiente, l’innovazione ecosostenibile dei processi produttivi locali».

Avanti, dunque, con l’economia civile e per chi volesse saperne di più due segnalazioni. A breve partirà la Summer School in Economia civile ed innovazione civica (info Legambiente Ufficio Economia Civile); edito da Pacini Editore è disponibile la guida “I distretti dell’economia civile”