Limiti al contante per combattere l’economia in nero? È come curare un sintomo anziché la causa, secondo un report della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro.
Contante ed economia sommersa
Il Report, “L’uso del contante in Italia tra necessità e abitudini”, esce appena prima del nuovo abbassamento del limite all’uso del contante ai pagamenti fino a 2mila euro. Abbassamento che prosegue un tormentone sul limite da fissare, che dura ormai da alcuni anni, e che si basa sulla correlazione diretta tra diffusione di banconote e monete da una parte e l’economia “sommersa”, il nero insomma, dall’altra.
Abbassare il limite d'uso del contante non combatte il nero
Correlazione diretta che, dice il report, non esiste. I provvedimenti in materia adottati negli ultimi anni in Italia e in Europa, infatti, non hanno evidenziato particolari riduzioni del nero, anche quando sono stati applicati limiti più restrittivi. Sotto-fatturazioni, stipendi in nero, retribuzioni irregolari sono continuati senza particolari impatti. E, probabilmente, così hanno fatto i traffici illeciti della criminalità.
Con il limite a 1.000 euro il nero è cresciuto
Secondo la FSCL, anzi, il valore assoluto dell’economia irregolare è cresciuto, passando da 202 miliardi di euro del 2011 a 210 del 2017 (+3,9%) e aumentando sia in corrispondenza dei periodi in cui il limite massimo di utilizzo del contante era di 1.000 euro, che negli anni successivi in cui la soglia veniva portata a 3.000 euro. Il contante, quindi, è strumento e non causa dell’economia sommersa, le cui radici affondano in elementi economici e culturali, nella complessità dei sistemi amministrativi, della burocrazia, nel peso spesso insostenibile del fisco, nell’efficacia dei controlli, nella presenza di criminalità. Secondo la Fondazione Studi, citiamo, “sono molto utilizzati per delinquere strumenti finanziari avanzati e sofisticati, anche se la circolazione del contante rimane una delle modalità scelte per porre in essere alcune fattispecie criminose (corruzione, estorsione, riciclaggio)”.
Senza contante, a rischio di esclusione finanziaria i più fragili
E il problema non è solo italiano: la BCE già nel 2019 ha richiamato l’attenzione del Governo su una serie di altri aspetti, tra i quali anche il valore di inclusione nell’economia che il contante permette a determinati gruppi sociali, come gli anziani. Un problema che si è posto anche in UK, di fronte al rischio che l’eccessiva digitalizzazione dei pagamenti, con la diffusione di negozi “no cash”, escludesse alcune fasce di popolazione dall’accesso a categorie di beni e servizi essenziali.