I Confidi in Italia: crisi per il mercato delle garanzie

Oltre il 7% in meno di garanzie rispetto al 2014. Dalla ricerca “I Confidi in Italia”, promossa dal Comitato Torino Finanza, emergono le difficoltà del sistema dei Confidi e la necessità di una svolta.

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Dati negativi per garanzie prestate e patrimoni

 

I dati negativi sono in particolare quelli riferiti al rapporto con le imprese: riduzione dello stock di garanzie prestate, forte erosione dei patrimoni di vigilanza, aumento delle perdite per insolvenze su garanzie prestate, peggioramento della solvibilità e diminuzione degli importi medi affidati (-7,8%). Il 56% dei Confidi ha visto diminuire la propria dotazione patrimoniale. Queste dinamiche hanno quindi avuto impatti sulla solvibilità dei Confidi, che si riduce per un terzo degli organismi in una situazione che rimane problematica.

Confidi in diminuzione per le aggregazioni

Nel 2015 sono attivi nel mercato 396 Confidi, di cui 56 iscritti nell’elenco dei vigilati dalla Banca d’Italia. Il numero totale dei Confidi è però in diminuzione, complici anche i nuovi requisiti normativi che spingono i protagonisti del settore verso le aggregazioni. L’introduzione di un volume di attività finanziaria minimo ha, infatti, stimolato una razionalizzazione del sistema.

È necessario un cambiamento di rotta

Uno scenario che fa parlare i ricercatori di “svolta necessaria” per i Confidi, in termini di organizzazione, di gestione e di strategia. Le strutture di garanzia si stanno, infatti, attrezzando per affrontare la gestione dei rischi ex post, attraverso maggiori accantonamenti, operazioni di work-out e ristrutturazione di posizioni problematiche.  

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