CFO: cauto ottimismo sulla ripresa economica

E’ una Europa divisa a metà quella che emerge dal rapporto CFO Global Business & Spending Monitor di American Express, in cui esattamente il 50% dei CFO europei vede con ottimismo il futuro dell’economia. Una spinta alla crescita rimane l’export, importante per il 64% dei CFO. Mentre dilaga la preoccupazione per l’aumento dei prezzi di energia e di carburante
L’Europa si spacca a metà tra ottimisti e pessimisti. Secondo la ricerca condotta da American Express, “CFO Global Business & Spending Monitor”, le previsioni sul futuro dell’economia europea sono lievemente ottimiste: il 50% dei CFO europei pensa, infatti, che entro il prossimo anno si registrerà una modesta crescita dell’economia, mentre per un ristretto 10% si assisterà addirittura a una crescita sostanziale.

“La ricerca evidenzia come, a livello europeo, la metà dei direttori finanziari interpellarti prevede una modesta crescita economica nei prossimi 12 mesi. Questo dato, moderatamente positivo, tiene conto di mercati come la Germania e la Svezia che sono più ottimisti e si aspettano una sostanziale ripresa della crescita verso la fine dell’anno, rispetto ad altri, come UK, Francia, Spagna e Italia, che prevedono tempi ancor più lunghi per la ripresa economica, afferma Piotr Pogorzelski, Vice President & General Manager Global Corporate Payments di American Express Italia. La maggior parte degli intervistati (64%) in Europa sostiene che, nei prossimi due anni, le prospettive di crescita della propria azienda dipenderanno molto più, rispetto agli ultimi cinque anni, dalla vendita di beni e servizi nei mercati emergenti”.

A destare maggiore preoccupazione, gli aspetti finanziari, segnalati dal 47% dei CFO interpellati. Non si è così sicuri su quale sia il fattore specifico da temere: il 24%, infatti, mostra preoccupazione per la sempre maggiore esposizione ai tassi di cambio, il 22% è spaventato dall’accesso limitato ai finanziamenti e al credito, oltre che ai tassi di cambio, mentre il 19% crede che la volatilità dei mercati sia il fattore più preoccupante.

L’aumento del prezzo dell’energia e del carburante ha spinto, nel frattempo, molte aziende (75%) a crearsi delle riserve di liquidità che, quasi metà degli istituti (43%), pensa di utilizzare nel corso dell’anno. “La preoccupazione per l'aumento dei prezzi di energia e carburante è maggiore in Europa rispetto al resto del mondo, dichiara Piotr Pogorzelski. Più di un terzo delle aziende europee (35%), infatti, è preoccupato che questi incrementi possano minare le prospettive di crescita in settori come la produzione e la spedizione nel corso del prossimo anno. Solo un quarto degli intervistati nel resto del mondo ha manifestato la stessa preoccupazione”.

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