Il piano industriale
Si fonda su una ”doppia visione” il nuovo piano industriale di Carige, che sarà approvato nel primo trimestre 2019:
• La trasformazione della banca in ottica “lean”, il recupero di quota di mercato nei segmenti core, la riduzione degli NPL, l’utilizzo più efficiente del capitale e l’ottimizzazione della struttura di funding;
• La valutazione di una possibile aggregazione/alleanza con un altro operatore di mercato per la liberazione di capitale e la riduzione del costo della raccolta.
Il Capital Conservation Plan
Al centro del Capital Conservation Plan troviamo invece tre operazioni già realizzate o programmate entro la fine del 2018:
• La cessione di un portafoglio di crediti Unlikely to Pay di valore lordo pari a 366 milioni di euro alla data di cut-off, il cui closing è avvenuto a 9 novembre 2018;
• L’emissione del prestito subordinato Tier 2 per un importo compreso tra 320 e 400 milioni di euro entro novembre 2018, che farà da “ponte” all’aumento di capitale fino a 400 milioni di euro entro aprile 2019. L’emissione del prestito consente inoltre il ripristino dei requisiti SREP 2018. Il collocamento avverrà a partire dal 30 novembre 2018 tramite private placement rivolto allo Schema Volontario di Intervento del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (SVI), ad azionisti della banca e altri investitori professionali;
• La cessione di un portafoglio di crediti in sofferenza per un valore lordo pari a 0,9 miliardi di euro mediante cartolarizzazione. Il progetto prevede poi di cedere a investitori terzi i titoli mezzanine e junior, mentre per i titoli senior verrà avviato l’iter per ottenere il rilascio da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze della garanzia GACS. Il deconsolidamento delle posizioni cedute, composto per il 50% da finanziamenti secured, è previsto per dicembre.