La bolla tech? Se c’è, è piccola

Bolla o non bolla? I dubbi sulle quotazioni dei titoli tech proseguono: secondo Quirien Lemey, co-gestore del fondo DPAM Invest B Equities World Sustainable di Degroof Petercam AM, non c’è nessuna bolla, anche se qualche sotto-comparto risente di troppo entusiasmo.

Fintech bolla

Perché si parla di bolla tech

A 20 anni dalla bolla delle dot.com, è normale che gli ottimi risultati dei titoli tecnologici, soprattutto americani, portino qualcuno a porsi dei dubbi. Stiamo creando una nuova bolla? Aiutano in questo senso anche gli scivoloni finanziari della non quotata Uber (che ha perso 700 milioni l’ultimo trimestre e ha bruciato la metà dei 15 miliardi raccolti dai finanziatori), la poco entusiasmante IPO di Snapchat e le difficoltà delle molte startup celebrate dai media senza alcun risultato tangibile.

Il report Goldman Sachs sui FAAMG

Ma le società quotate, appunto, sono un’altra cosa. Un report di Goldman Sachs degli scorsi giorni ha messo nel mirino i titoli FAAMG (acronimo per Facebook, Amazon, Apple, Microsoft e Google, che nel frattempo ha cambiato nome in Alphabet): la loro volatilità sarebbe troppo bassa e non include i rischi legati a ciclo economico, regolamentazione e possibili sconvolfimenti strutturali nel settore tech. Per non parlare della loro ampia diffusione. Tutto vero, dice Lemey: i rischi ci sono.

Le differenze rispetto al 2000

Da qui le vendite sul tech in tutto il mondo. Ma, precisa Lemey, non siamo affatto in una situazione analoga a quella del 2000: anche perché i titoli tech hanno effettivamente sovraperformato, dimostrando che i premi nella valutazione erano “meritati”. La bolla di internet è stata causata da valutazioni basate sul nulla (e tre volte più elevate rispetto a oggi): aziende su cui si investiva senza alcuna ragione, in quanto non producevano utili e avevano modelli di business quantomeno vaghi. Oggi, invece, il tech genera flussi di cassa notevoli e i fondamentali sono buoni: mancano i comportamenti e le aspettative irrazionali che portano alla bolla, conclude Lemey.

Se Apple è già old tech

Che però precisa come anche nella net economy (termine censurato proprio dagli anni 2000) si possa parlare (di già) di “old tech” e “new tech”: Apple e Microsoft sono già “old”, mentre realtà in rosso come Uber sono “new”. I nuovi arrivati, dice Lemey, qualche dubbio di bolla lo possono giustificare: cita ad esempio l’IPO di SNAP (cioè Snapchat) e il tentativo di “intercettare” il prossimo Amazon. Ammesso che ce ne sia uno sul mercato.

 

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