Blockchain e banche: il 2016 è l’anno della svolta

Blockchain Deloitte

Ci vorranno 5 anni per l’imporsi della blockchain. La maggior parte degli operatori finanziari guarda con interesse a questa tecnologia, ma meno di un terzo ci sta lavorando.

Il cambiamento nel settore bancario

Secondo l’indagine “Out of the blocks: from hype to prototype”, condotta da Deloitte e Efma su 3mila operatori internazionali riguardo agli impatti della blockchain sul settore bancario, l’85% dei rispondenti ritiene che la tecnologia sarà pienamente adottata entro il 2020. In un sistema economico volatile come quello attuale, per le banche la blockchain è un’innovazione importante: il 58% degli intervistati la pensa così. Inoltre, il 37% vede nella nuova piattaforma nuove opportunità e modelli di business, seguito dal 20% punta a costi minori e dal 13% che la ritiene invece una minaccia.

Grafico Blockchain Deloitte 01

Applicazioni della piattaforma

Lo sviluppo di prodotti e servizi basati sulla Blockchain è tra le priorità del 92% degli istituti di credito. Solo il 29%, però, ha già avviato iniziative di ricerca e sviluppo, contro il 71% di chi è ancora in fase di apprendimento e conoscenza della piattaforma. Si cominciano a delineare i possibili settori di applicazione: per il 60% degli operatori il campo prioritario sarà quello dei pagamenti e dei money transfer, seguito dal 23% che si concentrerà sul clearing & settlement di titoli e dal 20% su sistemi anti-riciclaggio.

 

Tra i timori: l’assenza di normative e sicurezza

Tuttavia non mancano le preoccupazioni. Quasi la metà degli intervistati colloca la blockchain in un territorio ancora troppo nuovo e privo di normative studiate ad hoc. Il 15% ha ancora dubbi e timori sull’effettiva sicurezza della piattaforma, tanto che il 53% si sentirebbe più sicuro nello sviluppare prodotti e servizi basati su una piattaforma di proprietà di tipo permission-needed e su licenza.

Le iniziative in Italia e in Europa

Per accelerare la diffusione della blockchain a livello europeo, Deloitte ha istituito un laboratorio, con sede a Dublino, specializzato in ricerca e sviluppo di applicazioni in campo finanziario basate sulla piattaforma. Il focus sarà sulla creazione di soluzioni “ready to integrate”.

«Siamo dinanzi a un’innovazione di forte impatto. Non possiamo ignorarla, è fondamentale imparare a conoscerla - osserva Riccardo Motta, partner di Deloitte. In Italia solo poche tra le istituzioni bancarie hanno iniziato recentemente a studiare e sperimentare questa nuova tecnologia. Intesa Sanpaolo e UniCredit sono infatti gli unici istituti di credito ad aver aderito ad R3 Cev, il consorzio americano dei 45 big player internazionali del settore, che hanno intrapreso un percorso di apertura verso la nuova piattaforma».