BCC: il pericolo di una Riforma sospesa

Un blocco del sistema del credito cooperativo. Ecco il pericolo di un’eventuale sospensione della Riforma delle BCC, come spiegato da Marco Bindelli, Vice Presidente e Amministratore Delegato ai rapporti con il movimento della BCC di Civitanova Marche e Montecorsaro.
Iccrea Banca Capogruppo BCC

I risultati ottenuti

In un'intervista a un quotidiano online, Bindelli sintetizza l’importanza del percorso svolto (non senza difficoltà, anzi) finora. Dalla creazione di due gruppi nazionali (la BCC di Civitanova Marche è storicamente contraria al monopolio) all’arrivo di Disposizioni di vigilanza chiare in tema di governance, meritocrazia e protezione degli obiettivi mutualistici e solidaristici, anima delle BCC.

Due anni di stallo

Ma oggi il rischio è che, anche alla luce della nascita di un governo Lega – M5S, la Riforma possa subire uno stop. Il processo di Riforma e di creazione delle Capogruppo, in verità, ha fossilizzato il Credito Cooperativo già da due anni: sono notissimi, ad esempio, i problemi di migrazione dei sistemi informativi tra banche che hanno scelto di aderire a Iccrea, ma usano i servizi IT di Phoenix o comunque di Cassa Centrale, e viceversa. E poi ci sono i cantieri aperti nelle fabbriche prodotto, giusto per citare un altro nodo.

Innovazione bloccata

Lo stallo ha poi impedito l’avvio di investimenti e progetti di ampio respiro in ambiti strategici come il digitale, il FinTech, la blokchain e via dicendo. «Immobilizzare le BCC per ulteriori 2 anni – scrive Bindelli – equivarrebbe a relegarle al paleolitico del sistema bancario e, conseguentemente, avvantaggiare ulteriormente le banche appartenenti al resto del sistema. I danni per i nostri territori, imprese e famiglie sarebbero ovvi ed ingenti».

Perché serve andare avanti

Una mozione parlamentare parla di un terzo delle attuali BCC “ad alto rischio” e un quarto “mediamente a rischio”: il 58% del totale, quindi. Tralasciando il tema della veridicità di questi dati, tutta da verificare (soprattutto in merito ai criteri di definizione di rischio alto e medio), la presenza di situazioni difficili richiede un avvio rapido della nuova fase di vita del Credito Cooperativo. «Una sospensione – aggiunge Bindelli – darebbe luogo ad un enorme spreco di risorse dal momento che, da circa 2 anni, sia le candidate capogruppo che le singole BCC, stanno spendendo e investendo tempo e milioni di euro per l’attuazione di una riforma complessa ed unica nel suo genere, che mira a salvaguardare la mutualità prevalente delle BCC e per la quale l’Organo di vigilanza non perde occasione di ricordare che occorre, invece, fare presto. Infine, una moratoria rischierebbe di far riemergere il tentativo di costituzione di un gruppo unico dopo aver sostenuto innumerevoli costi per la partenza di due gruppi».