Meno di un italiano su due protegge lo smartphone
Già nel 2017 i dati di Comscore davano per certo il sorpasso degli internauti da mobile rispetto a quelli attivi sul web da desktop: solo in Italia gli utenti mobile only erano 9,3 milioni (il 25% dei 37,3 milioni di italiani che hanno accesso alla rete); 9,1 milioni gli utenti web solo da desktop (il 24%). Un “sorpasso storico”, come era stato definito, ma oggi allarmante: tra gli italiani meno di uno su due (il 48%) protegge il cellulare da virus o malware.
Ma l’88% dei computer è protetto
A dirlo è la prima edizione del Barometro Cyber & Digital Protection firmato Europ Assistance e LEXIS Ricerche, condotto in Italia, in altri 7 Paesi europei e negli Stati Uniti. Risultati che ci parlano di un solo smartphone su due (il 51%) dotato di sistemi di protezione nel nostro Paese, dove invece PC e Mac ne sono provvisti nell’88% dei casi. Un paradosso. Perché, come spiega Gianluca Zanini, Chief Sales & Marketing Officer di Europ Assistance Italia (che offre la polizza contro il cyber risk Digitale Sicuro), «la nostra vita digitale sta cambiando identità».
«Quello che prima facevamo solo su PC – continua Zanini – ora riusciamo a farlo anche dal cellulare: sono in aumento le app che ci consentono di gestire con un tocco operazioni bancarie o di attivare polizze con una semplice firma digitale, mentre dal telefono gestiamo anche i pagamenti delle utenze di casa. Tutto questo patrimonio di dati personali va quindi protetto al pari di qualunque altro patrimonio».
Cyber risk: cosa ci preoccupa di più?
Anche se sui nostri cellulari transitano più dati sensibili, è vero però che i rischi informatici sono fondamentalmente gli stessi su smartphone e PC. In Italia è il furto di identità il pericolo più temuto: ben il 55% degli italiani è preoccupato di rimanere vittima di una frode, il 45% nel resto d’Europa. Una preoccupazione soprattutto tra le famiglie con bambini (per via dei timori connessi al cyberbullismo): il 42% si dichiara vulnerabile agli attacchi hacker, contro un 39% relativo alla media italiana.
In crescita i timori nell’utilizzo dei servizi Finance…
Il pericolo di riutilizzo e vendita delle informazioni personali è però meno avvertito rispetto a due anni fa (dal 74% di utenti preoccupati da questa eventualità nel 2017 si è passati a un 61% nel 2018). Mentre è in crescita, anche rispetto alla media UE, il numero di chi teme l’hackeraggio del proprio conto bancario online (+5% a confronto con il resto d’Europa), il furto dei dati della carta di credito (+9%) e quello dei dati sugli e-shop (+6%)
…anche se resiste la fiducia
Banche e circuiti di pagamento restano il punto di riferimento del cliente, almeno per quanto riguarda la fiducia. I clienti sono disposti, in particolare, ad acquistare dalle banche anche soluzioni di protezione, senza rivolgersi ad aziende IT. Piacciono soprattutto gli alert (60% in Italia), l’assistenza 24/7 (58%) e le soluzioni di monitoraggio (49%).
Un problema di informazione
Gli italiani, in generale, di sicurezza ne sanno poco: solo il 32% si ritiene “ferrato sulle contromisure di cybersecurity”. La media UE è poco più su (37%) ma gli USA, con il loro 65%, sono davvero un altro mondo. Questa “ignoranza” resta, nonostante gli italiani siano piuttosto consapevoli del rischio cyber. uno su quattro conosce qualcuno che è stato danneggiato da un attacco informatico. E il 31% ritiene “altamente probabile” la possibilità di finire vittima di un cybercriminale.
Più rischi con le email
A fare più paura sono le email, indicate come il mezzo più diffuso per l’hackeraggio dal 40% del campione, seguono virus e malware.