Arrivare a 600 consulenti finanziari entro il 2023, rinforzare i tool della piattaforma di investimento e intensificare la formazione, concentrandosi sulle soft skill. Sono queste le iniziative di Banca Widiba per la sua rete di consulenti.
«Banca Widiba è nata con l’obiettivo di semplificare l’accesso ai servizi bancari attraverso la tecnologia – premette Nicola Viscanti, Responsabile della rete di consulenti finanziari di Banca Widiba – garantendo al cliente innovazione e relazione, grazie alla presenza dei consulenti finanziari rivolti a tutti i target di clientela».
Una nuova relazione
Una relazione che, però, è cambiata durante la pandemia. «Nonostante avessimo già attivato la web collaboration – spiega Viscanti – durante il lockdown del 2020 abbiamo accelerato sulla relazione a distanza attraverso i canali digitali. Il cliente ha apprezzato: anziché incontrare il proprio consulente periodicamente, le occasioni si sono intensificate e i consulenti hanno limitato le scelte di investimento impulsive ed emotive della clientela, legate alla volatilità dei mercati e anche al particolare periodo che si stava vivendo».
L’evoluzione degli strumenti
E ora si continua a correre lungo la via dell’innovazione. La Banca ha infatti rinnovato la app di m-banking e introdotto l’autenticazione via SPID per l’onboarding digitale. E le novità riguardano anche la piattaforma di investimento Wise, a disposizione dei consulenti.
«Vogliamo allargare il portafoglio dei prodotti di investimento, forti di una piattaforma capace di guidare il consulente nella definizione della migliore asset allocation: partendo infatti dall’analisi del profilo di rischio della clientela, Wise propone al consulente un percorso guidato all’investimento oppure lascia libera scelta sull’asset allocation compiendo però un check tra la propensione al rischio e i prodotti selezionati; il cliente investe quindi in pochi click e in modalità paperless – racconta Viscanti. Inoltre, saranno rinforzati i tool di consulenza per potenziare l’analisi immobiliare, la pianificazione successoria, che nei prossimi anni sarà un tema importante, l’analisi previdenziale e anche quella aziendale, così da accrescere i servizi dedicati alle persone giuridiche. Con vantaggi anche per il consulente finanziario, che potrà varcare i propri confini territoriali, efficientare i tempi di esecuzione e seguire più clienti».
Tre profili per 600 consulenti
La rete non resta indietro. Anzi, come anticipato nel piano strategico, l’obiettivo è accrescere le fila dei consulenti per raggiungere quota 600 entro 2 anni. «Al momento abbiamo inserito 20 risorse – illustra Viscanti. Cerchiamo 3 tipologie di consulenti: le figure senior, gli ex-bancari interessati alla libera professione e i più giovani, importanti per la gestione del passaggio generazionale. Inoltre, abbiamo lanciato l’Accademia delle Competenze per accompagnare le figure junior nei primi 2 anni di attività con un percorso formativo che si focalizza sulle hard skill ma anche e soprattutto sulle soft skill».
Coltivare le soft skill
«Il lavoro del consulente finanziario oggi è più complesso: la clientela ha nuove esigenze e questo si riflette in prodotti d’investimento più articolati – conclude Viscanti. E se la tecnologia, ma anche le partnership con specialist interni alla rete, permettono al consulente di colmare eventuali gap conoscitivi, le soft skill, ovvero l’empatia e la capacità di ascolto, devono essere coltivate per ispirare fiducia nel cliente».
Questo articolo è stato pubblicato sul numero di luglio/agosto 2021 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop.