Debiti fiscali? La Spagna propone il sequestro dei criptoasset

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Se non hai pagato le tasse, ti sequestro le criptovalute. L’ultima riforma fiscale in Spagna, come riporta il quotidiano iberico El Economista, porta al mondo dei crypto asset una vittoria che sa di beffa.

Il Tesoro spagnolo punta alla possibilità di sequestrare le criptovalute per risolvere i debiti fiscali dei contribuenti, nel quadro di uno schema più ampio di allineamento della finanza digitale con le istituzioni finanziarie tradizionali.

Come interpretare la notizia

Il mondo crypto può interpretarla come una vittoria, perché si tratta di un riconoscimento delle cripto da parte di un Governo. E al tempo stesso come una beffa, perché pur sempre di sequestro di beni (digitali) stiamo parlando, con buona pace di chi vede in Bitcoin uno strumento decentralizzato di libertà.

Prima di addentrarci nella notizia, vale la pena sottolineare che se molti esponenti del mondo finanziario e politico continuano a indicare le criptovalute come uno strumento del crimine, o una bolla speculativa, quando si tratta di tassarle o sequestrarle torna in voga il motto “pecunia non olet”.

La riforma spagnola

In Spagna, dicevamo, è in corso una importante revisione della normativa. Un decreto reale, entrato in vigore a inizio febbraio, allarga la platea di realtà che hanno il potere di “riscuotere la tasse”.

Una misura già in discussione dal 2021 e che includerà anche gli exchange crypto a questo elenco, al pari di società di credito e banche tradizionali.

Tra le misure allo studio, anche l’obbligo per banche e istituzioni di pagamento di comunicare al Tesoro tutte le transazioni con carta. Un eccellente assist a complottisti e sostenitori del contante.

Gli ostacoli

La rapida attuazione delle nuove leggi fiscali spagnole sui beni digitali è piena di insidie normative, principalmente la necessità di sincronizzarsi con i regolamenti sui crypto assets in vigore in tutta l'Unione europea. L'integrazione della normativa a livello UE (MICA) nel quadro giuridico della Spagna è annunciato per il dicembre 2025.

L'approccio assertivo della Spagna alla regolamentazione della finanza digitale la pone ai primi posti in UE. Segnando il passo con adozione precoce di controlli fiscali, richiesta di trasparenza da parte dei traders e utenti nelle loro dichiarazioni dei redditi sulle cripto valute detenute. Una normativa che potrebbe essere armonizzata anche nel diritto tributario di altri paesi.

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