Crolla la reputazione dei Servizi Finanziari. Questa, in sintesi, la fotografia scattata da Omnicom PR Group nel proprio studio “Post-Invasion 2022/2023” che ha analizzato la reputazione di 8 settori chiave dell’economia italiana, con 64 brand a essi associati, attraverso le lenti attente di oltre 2mila consumatori.
Secondo il sondaggio, per gli italiani i Servizi Finanziari sono quelli meno graditi (24,6%), mentre Automotive (44,7%), Grande Distribuzione (42,9%) e Tecnologia (42,6%) rappresentano i settori più apprezzati.
Quali le cause?
La reputazione del comparto è negativa in particolare nell’area del valore dato al cliente e del customer care.
Le aziende del settore non capitalizzano in senso reputazionale gli investimenti in tecnologia, la trasformazione digitale, l’impiego dell’intelligenza artificiale, e lo sviluppo di nuovi ecosistemi in cui giocano un ruolo fondamentale i collegamenti con le capacità di operatori tecnologici altamente specializzati.
I consumatori più evoluti che conoscono le dinamiche del settore esprimono un giudizio migliore rispetto alla popolazione generale con riguardo all’innovazione di prodotti e servizi e alla comunicazione frequente ed esaustiva.
«L’innovazione tecnologica o digitale non si è tradotta in vero valore aggiunto percepito dai clienti che si sentono ancora poco ascoltati – ha dichiarato Cristina Risciotti, OPRG Senior Business Advisor Corporate, Financial & Professional Services. Emerge che la sostenibilità sociale, interna ed esterna, sia un elemento cardine per la crescita della reputazione del comparto che può comunicare ancora meglio il proprio ruolo su alcuni temi chiave».
Scarsa fiducia nelle crypto
Lo studio ha altresì evidenziato la negatività associata al mondo dei servizi legati alle criptovalute che sono passati da una fase di interesse, curiosità ed eccitazione a una di timore e sfiducia.
Gli istituti bancari risultano solidi
Gli istituti bancari-assicurativi tradizionali si distinguono invece per risultati operativi stabili e coerenti, prendersi cura dei dipendenti e impatto positivo su società e comunità, grazie alla presenza capillare sul territorio.
Fiducia nelle fintech
Al settore fintech viene riconosciuta, oltre ai risultati operativi stabili e coerenti, una migliore capacità di prendersi cura dei clienti e consumatori e di innovare prodotti e servizi creandone di nuovi.
Lo studio ha infatti riportato come una comunicazione più aperta, trasparente, coerente ed empatica guidata da una nuova politica di sostenibilità sociale può diventare un vantaggio competitivo al servizio di modelli operativi in continua evoluzione.
I giovani lontani dai Servizi Finanziari
I servizi dell’intero settore, conclude il report, sono importanti soprattutto per i 35-55enni. Nello specifico, l’interesse per l’impatto di questo settore sul mondo è massimo per i Boomers 55-65enni e minimo per 18-24enni.
Sono i Boomers i più attivi nel condividere informazioni e notizie relative a prodotti e servizi di un’azienda specifica. Vogliono più di tutti un maggiore valore aggiunto anche per i prodotti e i servizi finanziari.
E la Gen Z? Questa si distingue per lo sharing di opinioni sui social e da questo settore si aspettano un maggiore contributo alle cause sociali.