Un recente studio condotto da Affide-BVA Doxa rivela interessanti tendenze riguardo alla proprietà di gioielli in Italia e l'uso sempre più diffuso del credito su pegno.
Secondo il rapporto, gli italiani possiedono in media sette gioielli, sebbene molti di essi giacciano dimenticati nei cassetti di casa. Tuttavia, solo un italiano su cinque si ritiene in grado di stimarne il valore.
Cresce il segmento pre-loved
Un dato interessante è l'incremento dell'acquisto di gioielli di seconda mano, scelto dal 21% degli italiani e con una percentuale maggiore tra i giovani dai 18 ai 39 anni (29%).
Il 64% degli intervistati considera l'acquisto di gioielli pre-loved un'opportunità di investimento.
Il periodo post-pandemico ha infatti rafforzato l’importanza della sicurezza finanziaria e dei beni rifugio come l’oro.
Gli italiani conoscono il credito su pegno?
Il credito su pegno si rivela una risorsa preziosa per il 64% degli italiani, che lo considerano un modo per far fronte a spese impreviste e realizzare progetti personali. Proprio l'affidabilità del credito su pegno, un servizio regolato e vigilato dalla Banca d'Italia, spinge un numero crescente di italiani a optare per questa soluzione al fine di trarre profitto dai propri preziosi.
Il 19% degli intervistati opterebbe infatti per questa soluzione, con un incremento di 6 punti percentuali rispetto al 2019, mentre la quota di chi si rivolgerebbe a un “compro oro” è diminuita di 10 punti (45%).
Tuttavia, nonostante l'importanza di questo servizio, solo il 61% degli intervistati ne conosce l'esistenza, evidenziando una scarsa familiarità con questa forma di finanziamento.
Meno della metà degli intervistati è a conoscenza, inoltre, della possibilità di riottenere il proprio bene in seguito al riscatto del pegno.
«Si tratta di una percezione che contrasta con la realtà. Infatti, ben il 95% dei nostri clienti riscattano il loro pegno – spiega Rainer Steger, Direttore Generale di Affide. È quindi essenziale informare i cittadini sull’esistenza e sul funzionamento di forme di finanziamento alternative al canale bancario, che possono offrire una risposta immediata alle necessità urgenti, riducendo il rischio di ricorrere a soluzioni illegali come l’usura».