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Che cosa sono i principi OCSE/G20 e come impattano sul Fintech e sulle BigTech

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Chiara Cimarelli, avvocato dello Studio DLA Piper

A marzo 2023, l’IVASS ha pubblicato i principi di alto livello OCSE/G20 sulla tutela dei consumatori di prodotti finanziari. Questi principi si articolano in 12 punti e sono aggiornati con cadenza regolare.

Tra i principi troviamo ad esempio l’accesso e l’inclusione finanziaria che deve essere favorita da Stati, organismi di vigilanza, fornitori di servizi e intermediari, il trattamento dei consumatori equo e corretto, l’informazione e trasparenza.

Ma che cosa sono questi principi e come funzionano? Abbiamo approfondito il tema con Chiara Cimarelli, avvocato dello Studio DLA Piper.

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AG. Che cosa sono i principi di alto livello OCSE G20 sulla tutela dei consumatori dei prodotti finanziari?

CC. Si tratta di principi che sono stati approvati per la prima volta dai leader del G20 nel novembre 2011, e adottati successivamente dal Consiglio OCSE nel luglio 2012, in risposta a una richiesta che era stava avanzata alla Task Force OCSE/G20 per migliorare la tutela dei consumatori di prodotti finanziari.

Al di là dell’importanza delle istituzioni coinvolte, in un contesto di crisi finanziaria globale, il G20 si è reso conto che bisognava in qualche modo tutelare meglio i consumatori di prodotti finanziari e ha richiesto a quel punto a una task force apposita di fissare alcuni principi in questo senso.

I principi di alto livello OCSE/G20 sono rivisti e aggiornati periodicamente. E sono stati adottati nuovamente dai Paesi OCSE il 12 dicembre scorso.

La loro rilevanza risiede nel fatto che le Autorità di Vigilanza, incluse ovviamente quelle italiane, periodicamente appunto recepiscono questi principi e li attuano poi nella loro regolamentazione.

L'Ivass, ad esempio, il 1 marzo scorso ha pubblicato il paper della Task Force OCSE/G20 sul proprio sito, a dimostrazione della centralità di questi principi nella linea di condotta della Vigilanza.

AG. Entriamo nel dettaglio: che cosa dicono questi principi?

CC. I principi si articolano in dodici punti, con tre temi che vengono considerati trasversali a tutti:

  • il benessere finanziario dei consumatori e la loro resilienza dal punto di vista finanziario;
  • l’impatto, l’opportunità e i rischi della digitalizzazione e della tecnologia per i consumatori e anche per le stesse Autorità di Vigilanza;
  • l’impatto, l’opportunità e i rischi della finanza sostenibile.

In particolare, la centralità del consumatore di prodotti finanziari è ribadita, rispetto al quadro normativo di Vigilanza in ambito finanziario.

E proprio il ruolo degli organismi di Vigilanza deve essere definito in modo chiaro e oggettivo, compresa la dotazione di sistemi di governance adeguati per potere vigilare al meglio sulla tutela del consumatore.

C’è un capitolo dedicato all’accesso e all’inclusione finanziaria, per esempio, per cui gli Stati dovrebbero favorire l’accesso e l’inclusione finanziaria, anche attraverso la digitalizzazione.

Grande attenzione anche all’alfabetizzazione e alla consapevolezza finanziaria, per cui in qualche modo si auspica che ci sia un accrescimento delle competenze finanziarie dei consumatori.

E, ancora, troviamo il principio della competizione: una competizione anch’essa inclusiva, che permetta ai consumatori di accedere a un’ampia scelta di prodotti e servizi.

E poi il trattamento equo e corretto dei consumatori, l’informazione, la trasparenza, la qualità dei prodotti finanziari, la responsabilità di condotte e culture aziendali, la tutela dei consumatori da frodi o truffe, la tutela della privacy e, da ultimo, la risoluzione dei reclami.

Un aspetto importante è che questi principi non danno una definizione di che cosa sia il prodotto finanziario, quindi l’IVASS ha ritenuto di fare propri questi principi, sottintendendo che dovrebbero sovraintendere all’applicazione della disciplina di settore per i prodotti a contenuto finanziario, quali le polizze Unit e Index Linked. O comunque dei prodotti Ibridi o Multi-Comparto.

AG. Hai citato un tema per noi importante, quello della digitalizzazione della finanza, che è una sfida sia per i consumatori sia per la Vigilanza. Che cosa cambia per gli attori digitali, fintech e BigTech, rispetto all’implementazione di questi principi?

CC. I principi prevedono che i player digitali favoriscano innanzitutto l’alfabetizzazione finanziaria dei consumatori, consentendo la loro inclusione e, quindi, un accesso molto più agile e agevole ai prodotti finanziari.

Al di là di questo aspetto c’è un altro tema: consentire ai player meno tradizionali di accedere al mercato, ma con regole evidentemente chiare.

Si vuole evitare che un attore digitale possa proporre strumenti finanziari senza essere soggetto alle medesime regole dei player diciamo tradizionali. Per evitare truffe o malintesi.

Ecco quindi un duplice obiettivo: accesso e inclusione più facili grazie al digitale, ma anche uniformità delle regole di condotta.

Penso che nei prossimi anni, con la crescita dei player digitali, assisteremo anche a una rivisitazione della regolamentazione, presumibilmente in ottica di semplificazione.

AG. Che ruolo hanno le Autorità di Vigilanza locali nell’assicurare il rispetto di questi principi?

CC. Centralissimo perché comunque questi sono principi di alto livello quindi poi debbono essere declinati e debbono trovare una collocazione all'interno appunto dei singoli mercati.

Tuttavia possiamo già dire che questi principi trovano già nel nostro ordinamento un'attuazione direi piuttosto completa, anzi, nel caso dei prodotti finanziari assicurativi, molto dettagliata da parte della relativa autorità di vigilanza.

La centralità della tutela del consumatore è riconosciuta a tutti i livelli ormai da parecchi anni.

AG. E visto che parliamo di principi vicini alle regole esistenti sul nostro mercato, che ricadute ci saranno sul settore assicurativo italiano?

CC. Considerando che la centralità del consumatore è da sempre al centro dell’attività di Vigilanza, direi che il tema della digitalizzazione sarà quello più rilevante.

IVASS sta battendo molto sul tema dell’educazione finanziaria e credo che in questo senso ci sarà un’attenzione specifica per i player digitali.

Il nostro ordinamento risente dello status del mercato assicurativo italiano, che solo recentemente ha puntato in modo deciso sulla digitalizzazione.

Prima, ad esempio, della scatola nera nella RC Auto, il digitale era forse visto come abbastanza avulso rispetto al mondo assicurativo, che resta un po’ tradizionale anche nel modo di collocare i prodotti, all’insegna di quella fiduciarietà che non è così presente in altri ambiti finanziari.

Oggi invece anche il mercato assicurativo sta diventando più sofisticato da questo punto di vista e credo che vedremo un maggior uso di strumenti digitali anche da parte delle Autorità di Vigilanza, nei prossimi anni o forse già nei prossimi mesi.