Una fabbrica dei pagamenti con una specifica vocazione B2B. È la nuova identità di PayTipper dopo l’acquisizione, avvenuta a novembre 2019, del 55% della società da parte di Enel X. A distanza di due anni, la mission dell’azienda è dialogare con una ampia platea di interlocutori: dalle grandi Corporate ad altri istituti finanziari, passando per tutte le realtà del Gruppo. «La definizione perfetta è proprio quella di fabbrica dei pagamenti – conferma Angelo Grampa, fondatore e A.D. di PayTipper – con un ruolo più o meno visibile, in base al partner con cui ci rapportiamo. Forniamo servizi sia in white label sia con una presenza più evidente nel caso di aziende che non sono autorizzate a operare direttamente nell’ambito dei pagamenti».
Accompagnare i cittadini nell’online
PayTipper è il punto di appoggio per i pagamenti della stessa Enel X Financial Services, per le transazioni via sito web e app. «Ci muoviamo in sinergia con l’azione di Gruppo – racconta Grampa – che punta a realizzare un modello ibrido per facilitare la digitalizzazione del Paese. Nonostante l’accelerazione impressa dalla pandemia, c’è una parte importante della popolazione italiana che non ha ancora abbastanza dimestichezza per utilizzare gli strumenti digitali. Bisogna permettere al cittadino di avere degli strumenti comodi, sicuri e alla sua portata per accompagnarlo verso l’online o il mobile».
Approccio ibrido
Rientra in questi strumenti, ad esempio, la carta Enel X Pay, che può essere virtuale e fisica. E anche la rete di esercizi commerciali fisici presso cui PayTipper offre una serie di servizi di pagamento. «Un forte presidio fisico del territorio per erogare servizi digitali comodi e sicuri è l’essenza del nostro approccio ibrido – prosegue Grampa – e rientra in questa strategia anche l’acquisizione di City Poste Payment e della sua rete di 850 punti fisici. Entro metà del 2022 verrà completata l’integrazione tra i PuntoPuoi di PayTipper e CPP, con una nuova identità».
Quali servizi offrire fuori dagli sportelli?
L’importanza dei servizi di prossimità riguarda anche il banking, di fronte alla chiusura delle filiali, soprattutto nelle aree rurali. «C’è spazio per luoghi che erogano più servizi – conferma Grampa – dal ritiro dei pacchi alla biglietteria, dalle ricariche telefoniche alla mobilità elettrica. Le banche si stanno ritirando dal territorio, per una questione di costi, ma bisogna capire, in base alla normativa, quali servizi bancari si possono effettivamente offrire fuori dagli sportelli. Alcune necessità di base, come il versamento e il prelevamento di denaro, possono invece trovare risposta con questo nuovo modello. Soprattutto se anche la rete di ATM verrà ulteriormente ridotta».
PagoPA: il doppio ruolo di PayTipper
Tra i servizi in maggiore crescita c’è PagoPA, ambito in cui PayTipper gioca un doppio ruolo. «Siamo un nodo del PagoPA in quanto fornitore di servizi di pagamento – illustra Grampa – ma al contempo siamo anche un partner tecnologico per le aziende del Gruppo Enel, che come tutti i fornitori di pubblica utilità rientra nel perimetro di PagoPA. Dalla fine di ottobre 2020 tutta la fatturazione di Enel che non viene domiciliata in banca è passata su PagoPA: non vengono più emessi bollettini. Parliamo di circa 90 milioni di avvisi di pagamento ogni anno ed è PayTipper a fornire alle società del Gruppo l’infrastruttura tecnologica necessaria».
La vocazione tecnologica
Una doppia veste che è naturale per una Fintech, «che fa della modularità e della rapida integrazione dei propri servizi dei punti di forza fondamentali – afferma Grampa. Io credo che sia ormai passato l’approccio di chi vedeva nel Fintech dei player essenzialmente tecnologici che portavano sul mercato servizi innovativi con un’attenzione agli aspetti regolamentari minore rispetto alle banche tradizionali. L’esperienza ci ha insegnato che per avere successo, una società deve essere innovativa e regolamentata. Come nel nostro caso di istituto di pagamento ad altissima vocazione tecnologica».
La regolamentazione deve essere un abilitatore
L’importanza di una normativa a misura di innovazione è emersa con i limiti della PSD2. Che ha creato un nuovo campo di gioco, affermando il principio che è il consumatore ad avere il potere di scegliere i componenti della propria esperienza, non solo digitale. «Ma la PSD2 non ha regolamentato a sufficienza – conclude Grampa –, in Italia mancano regole stringenti sulle API e questo ha impedito una vera interoperabilità tra le banche e sta rallentando lo sviluppo del mercato in Italia. Perché la regolamentazione è un abilitatore, non un ostacolo».
Questo articolo è stato pubblicato sul numero di dicembre 2021 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop.