L'open banking sta diventando una fonte significativa di innovazione che è pronta a rimodellare il settore bancario. Supportando una vera e propria rivoluzione e portando gli istituti di credito ad abbracciare una gestione più aperta e trasparente dei dati finanziari dei suoi clienti, il concetto stesso di open banking ha reso tutte le banche assai competitive, promuovendo una cashless society finalmente matura.
Nonostante abbiamo già superato la fase iniziale di sviluppo, il potenziale dell’open banking resta ancora in parte inespresso. Tutti gli attori in campo dovranno continuamente adottare nuove tecnologie per fornire un servizio clienti migliore a costi inferiori. In questa cornice cinque startup di open banking hanno letteralmente stravolto il settore bancario europeo segnando la strada giusta da percorrere.
1. Minna Technologies
Negli ultimi quattro anni l'economia degli abbonamenti è esplosa tanto che sta diventando sempre più difficile, sia per banche che per consumatori, tenere traccia dei pagamenti e gestire le richieste di chiusura degli stessi. Ed è qui che arriva Minna Technologies, una startup fondata in Svezia nel 2016. Minna consente ai clienti di gestire i servizi di abbonamento tramite l'app della propria banca, avvisando gli utenti anche quando sta per iniziare una prova gratuita per impedire loro ulteriori costi di addebito, aiutandoli persino a trovare offerte migliori.
La startup migliora e velocizza l’operatività della banche e fornisce un prodotto digitale molto richiesto che i consumatori iniziano ad aspettarsi dai loro istituti finanziari. Per questa ragione la piattaforma di Open Banking di Bud ha scelto Minna per fornire alle banche l'accesso agli strumenti di gestione degli abbonamenti. Il servizio combinato utilizzerà le capacità di data intelligence di Bud per identificare la spesa per prodotti in abbonamento come Netflix e Spotify e consentirà agli utenti di gestire (e annullare se lo desiderano) tali abbonamenti dall'interno delle app della banca principale.
2. Tink
Tink, nata a Stoccolma nel 2012, è diventata in pochi anni una delle maggiori piattaforme di open banking in Europa, con partnership con importanti istituti di credito e diverse acquisizioni. Presente in Italia da fine 2019, con una sede anche a Milano, la piattaforma ha siglato accordi con Enel X, BNL e Poste. Come spiegare quindi questo successo ed una rete di oltre 3.400 banche? Il motto di Tink è fornire un modello di finanza integrato e digitale. Tink consente infatti ai clienti di gestire i propri conti, effettuare pagamenti, controllare il proprio status finanziario comodamente con un click da una sola app.
Il segreto del successo è stata proprio la capacità di combinare servizi di Account Aggregation, Data Enrichment, Payment Initiation e Personal Finance Management. Dati alla mano Tink vanta una clientela di 250 milioni di utenti bancari in tutta Europa e oltre 10 miliardi di transazioni processate ogni anno. La società ha grandi piani nel cassetto. A giugno di quest’anno, Visa ha annunciato di aver firmato un accordo per acquistare Tink per 1,8 miliardi di euro. Entrambe le società hanno dichiarato che la manovra non avrà alcun impatto sull’operatività di Tink e che questa manterrà il marchio e il team di gestione nel suo quartier generale di Stoccolma.
3. Yapily
Fondata nel 2017 nel Regno Unito dall’italiano Stefano Vaccino, Yapily offre ai fornitori di servizi un modo semplice per recuperare i dati finanziari e effettuare pagamenti in maniera sicura. Nel dettaglio facilita la connettività tra aziende, consentendo alle diverse realtà di accedere alle informazioni finanziarie necessarie per soddisfare le crescenti aspettative dei clienti nel settore bancario, dei prestiti, dei pagamenti, della contabilità e della gestione del denaro. Migliorare le operazioni di pagamenti, risparmiare sulle commissioni ed accedere in sicurezza ai dati dei propri conti correnti, questa la mission di Yapily. Anche se non presente direttamente in tutti i Paesi, Yapily abilita oggi l’accesso a più del 90% dei conti bancari europei e la base clienti è cresciuta 3,5 volte da inizio pandemia, spinta soprattutto dalle transazioni e-commerce.
Ad oggi, Intuit QuickBooks, IBM GoCardless ed American Express sono solo alcune dei grandi nomi che si servono della tecnologia API offerta da Yapili. La compagnia collabora inoltre con autorità di progettazione tecnica e regolatori, come Open Banking Implementation Entity nel Regno Unito e Berlin Group. L’Italia, dove Yapily conta già di un team locale e supporta diversi clienti, è considerato un mercato chiave, anche grazie all’interessante crescita del settore fintech e dei suoi operatori, ma la startup è pronta ad investire in altri mercati europei e non. Obiettivo è infatti anche quello di ottimizzare il sistema delle API localmente, incrementando così le molteplici opportunità offerte dall’open banking a beneficio di realtà bancarie, aziende e fintech.
4. TrueLayer
Fondata nel 2016 a Londra dagli italiani Francesco Simoneschi e Luca Marinetti, TrueLayer è un provider di API finanziari che permette di connettere i dati di istituti bancari in un sistema di open banking. Due i principali prodotti per le aziende: API per i pagamenti e API per i dati. Nella pratica TrueLayer consente alle applicazioni di connettersi in modo sicuro con la banca degli utenti finali per leggere i loro dati finanziari, verificare la loro identità e avviare i pagamenti.
Annoverata tra le prime società in Gran Bretagna ad essere autorizzata come istituto di pagamento dalla FCA (Financial Conduct Authority), per poter gestire dati e pagamenti in regime di Open Banking, TrueLayer gestisce oggi oltre la metà del traffico open banking totale in Regno Unito, Irlanda e Spagna, con miliardi di pagamenti processati e vanta importanti partnership in Germania, Francia, Italia e Spagna con società del calibro di Monzo, Zopa, ClearScore, Plum, Emma, CreditLadder, Canopy e ANNA Money. Tuttavia TrueLayer guarda anche oltre i confini del Vecchio Continente. A fine settembre di quest’anno la compagnia londinese ha infatti annunciato il lancio in Australia della sua piattaforma di Open Banking globale, divenendo la prima app di Open Banking ad essere operativa fuori l’Europa. Next step? L’Asia.
5. Railsbank
Lanciata nel 2015 da Nigel Verdon e Clive Mitchell, Railsbank è una piattaforma bancaria divenuta in poco tempo leader mondiale nel settore del banking-as-a-service. La piattaforma offre alle società fintech una gamma di servizi bancari tra cui IBAN, trasferimento e conversione di denaro, addebito diretto, emissione di carte e gestione del credito tramite API. Con sede a Londra, ma operante in tutta Europa, APAC e Stati Uniti, Railsbank si sta posizionando come compagnia di punta nell’inclusione di servizi finanziari.
“La finanza non riguarda il prodotto, è parte di un’esperienza”, ha dichiarato Nigel Verdon, CEO e co-fondatore di Railsbank. “Pionieri come Uber hanno già iniziato a incorporare la finanza nel loro percorso del cliente rimuovendo il fastidio di pagare per completare il viaggio e uscire dal taxi. Oggigiorno le nostre transazioni finanziarie sono così profondamente radicata che quasi non ce ne accorgiamo”, ha affermato Verdon. Secondo il fondatore di Railsbank il futuro della finanza sta nella finanza integrata, ovvero costruire esperienze finanziarie semplici, digitali e di livello superiore.