È il maggio del 2021. Manson Rothschild – noto artista e designer di Los Angeles – realizza e vende un’opera digitale in formato NFT che rappresenta l’iconica borsa di Hermés, realizzata digitalmente, in pelliccia sintetica, a simboleggiare la crudeltà sugli animali insita nella produzione delle borse (reali) in pelle.
Di lì a poco la maison francese, temendo di perdere il primato sulla vendita dei propri prodotti tokenizzati, citava in giudizio l’artista, lamentando la produzione e la vendita (senza preventiva autorizzazione) di un suo prodotto.
La vicenda si conclude l’8 febbraio 2023 con la corte di New York che decreta la violazione da parte dell’artista delle norme sul copyright e lo dichiara colpevole, tra l’altro, di cybersquatting. Sintesi: chi è proprietario di un marchio nel mondo reale, deve avere tutela sul medesimo bene anche nel mondo virtuale.
Il caso (come diversi altri negli ultimi anni) mostra plasticamente una tendenza in crescita nel mondo della finanza decentralizzata: la tokenizzazione degli assets del mondo reale (real world assets).
Cosa sono i real world assets token
I real world assets (o RWA) rappresentano asset del mondo reale, come immobili, opere d’arte, materie prime, crediti finanziari o partecipazioni societarie che, a seguito di un processo di “tokenizzazione”, sono trasformati in unità digitali che “esistono” e sono scambiabili in maniera decentralizzata su piattaforme basate su blockchain.
Spesso, l’idea di base è quella di legare il valore del token a quello dell’asset reale sottostante, offrendo nel contempo la trasparenza, la sicurezza nei trasferimenti e gli altri benefici della blockchain.
I vantaggi che offrono i RWA token sono molteplici. In particolare:
- diversificazione. Gli investitori possono diversificare il loro portafoglio di investimenti includendo asset del mondo reale senza “uscire” dalla blockchain ed utilizzando le criptovalute come strumento di pagamento;
- liquidità. Gli RWA token possono essere scambiati sulle blockchain e sui relativi mercati, aumentando la liquidità di asset che tradizionalmente sono considerati illiquidi;
- trasparenza. La blockchain fornisce un registro immutabile di tutte le transazioni, aumentando la trasparenza e riducendo il rischio di frodi;
- parcellizzazione. Gli RWA token consentono di frazionare asset di grande valore in unità più piccole e accessibili anche a piccoli investitori abbattendo le barriere di ingresso.
Esperienze di RWA token nel mondo e in Italia
Il settore dei RWA token è ancora in fase embrionale ma esistono già alcuni esempi di progetti che ne evidenziano le potenzialità. Ad esempio:
- Digital bond di Cassa Depositi e Prestiti. Il 18 luglio 2024 ha segnato un’importante pietra miliare per Cassa Depositi e Prestiti (CDP), con la realizzazione della sua prima emissione di un digital bond sulla blockchain Polygon, il cui valore nominale è pari a 25 milioni di euro. Questa operazione è stata resa possibile anche grazie al via libera della CONSOB, che ha autorizzato l’iscrizione di CDP nell’elenco dei responsabili dei registri per la circolazione digitale. Un’operazione interamente sottoscritta da Intesa Sanpaolo S.p.A. in qualità di unico investitore istituzionale. Questa emissione è la prima effettuata in Italia ai sensi del DL17 marzo 2023, n. 25 (il c.d. Decreto FinTech), che disciplina le emissioni e la circolazione di determinati strumenti finanziari in forma digitale;
- Digital bond di KfW. Parallelamente a CDP, anche KfW, la più grande banca di sviluppo tedesca, si sta preparando a emettere il suo primo digital bond basato su blockchain, in conformità con la normativa tedesca sui titoli elettronici. La banca prevede di completare la transazione entro l’autunno del 2024, segnando così un altro passo significativo verso l’innovazione nel settore dei servizi finanziari digitali;
- BUIDL. Si tratta del primo fondo tokenizzato lanciato il 20 marzo 2024 da BlackRock, il più grande gestore di asset al mondo, che offre agli investitori qualificati la possibilità di guadagnare rendimenti in dollari USA tramite la rete Ethereum.
Inquadramento dei RWA token ai sensi del Markets in Crypto-Assets Regulation (MiCAR)
Come anticipato nell’articolo pubblicato sul numero di luglio di AziendaBanca, il Regolamento (EU) 2023/1114 “Market in Crypto Assets Regulation” (il Regolamento) individua e regolamenta determinate categorie di cripto-attività. In particolare:
- gli electronic money token (EMT), cripto-attività che tende a mantenere un valore stabile facendo riferimento al valore di una valuta ufficiale;
- gli asset-referenced token (ART), cripto-attività che mira a mantenere un valore stabile facendo riferimento a un altro valore (una commodity come l’oro, un paniere di asset, etc.) o ad un diritto o ad una combinazione dei due, comprese, se del caso, una o più valute ufficiali; e
- le “cripto-attività diverse dai token collegati ad attività e dai token di moneta elettronica”, tale categoria residuale comprende la più parte delle cripto-attività ad oggi scambiate sui mercati e cioè tutte le cripto-attività, se fungibili, trasferibili e con emittente identificato, che non sono espressamente escluse dall’ambito di applicazione del Regolamento e che non rientrano nelle due categorie precedenti. Tra queste, vi sono gli utility token, un tipo di cripto-attività destinato unicamente a fornire l’accesso a un bene o a un servizio prestato dal suo emittente.
Potendo gli RWA assumere molteplici forme e rappresentare differenti asset class (e.g., immobili, opere d’arte, materie prime, crediti finanziari, partecipazioni societarie, etc.), a seconda del tipo di asset da “tokenizzare”, varierà la classificazione del token ai sensi del Regolamento.
Se un real world asset token è strutturato in modo tale da funzionare come un ART o come un EMT, rientrerà sotto le relative prescrizioni.
Qualora invece l’RWA token sia utilizzato per scopi prettamente di investimento similarmente ad azioni, obbligazioni o altri strumenti finanziari, sarà da considerarsi un “financial instrument” e quindi rientrerà sotto la normativa della Direttiva 2014/65/EU (Markets in Financial Instruments Directive o MiFID II).
In sintesi, gli aspetti essenziali da esaminare per una corretta valutazione degli RWA token sono:
- Natura del token: occorre determinare di quale bene del mondo reale l’RWA token funge da rappresentazione digitale e se esso attribuisce diritti sul bene che rappresenta. La natura dei diritti connessi ai token (e.g., diritti di proprietà, diritti di credito o altri diritti finanziari, diritti ancillari) è di fondamentale importanza. A seconda dei diritti in questione, il RWA token potrà infatti essere assimilato ad uno strumento finanziario.
- Stabilità del valore: se il RWA token è progettato per mantenere un valore stabile facendo riferimento a un bene tangibile, questo potrebbe portare alla sua classificazione come ART o EMT.
In conclusione, in un mondo che si evolve più in fretta di quanto il legislatore riesca a legiferare e normare, l’interprete sarà sempre più spesso chiamato a svolgere un importante ruolo di raccordo tra la normativa e le novità tecnologiche.
La corretta identificazione della categoria appropriata in cui includere i singoli RWA token rappresenterà, in Europa, la sfida più importante per consentire una crescita equilibrata e sicura di un mercato in crescita e di grande interesse per le generazioni future.
Questo articolo è stato pubblicato sul numero di settembre 2024 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop.