Intelligenza artificiale e cloud computing.
Sono le due tecnologie al centro della collaborazione tra Mediobanca e Microsoft Italia, nel quadro dei 230 milioni di investimenti in innovazione previsti dal Piano Strategico “One Brand One Culture”.
All’accelerazione del cloud journey del Gruppo si accompagna l’integrazione di soluzioni basate sull’intelligenza artificiale generativa di Microsoft e della piattaforma Azure nei processi aziendali.
Con l’obiettivo, da un lato, di automatizzare le operazioni ripetitive, dall’altro di trasformare i processi e l’operatività quotidiana dei professionisti del Gruppo grazie all’adozione sistematica di assistenti AI specializzati.
Un salto di qualità
«L’intelligenza artificiale, così come il cloud, sono in uso nel settore bancario da tempo – premette Marco Pozzi, Group COO di Mediobanca. Il nostro Gruppo, ad esempio, utilizza da alcuni anni un core banking interamente in cloud per la Divisione CIB e impiega il machine learning in molti ambiti specialistici, come la valutazione del rischio.
Ora stiamo facendo un salto di qualità, con un percorso strategico e sistematico di trasformazione dei nostri sistemi e delle nostre applicazioni.
L’intelligenza artificiale generativa e il cloud da un lato permettono di liberare il potenziale dei dati e di creare efficienza e flessibilità sia nei processi quotidiani, dall’altro supportano i nostri professionisti in business che richiedono un approccio sartoriale, come l’investment banking e il private banking».
Un’opportunità epocale
Un percorso che riguarda, pur con differenti livelli di maturità, tutte le aziende bancarie e assicurative.
«In uno studio realizzato con TEHA, abbiamo stimato che il settore italiano dei financial services potrebbe beneficiare di 23 miliardi di euro di valore aggiunto dalla Generative AI – commenta Francesco Del Sole, Financial Services Lead di Microsoft Italia – con un efficientamento di 200 milioni di ore lavoro annuali da dedicare ad attività qualitative.
Un’opportunità epocale, che richiede però disegno strategico e concretezza esecutiva. La nostra collaborazione con Mediobanca è un’avanguardia della sperimentazione ed è un punto di osservazione privilegiato su queste tecnologie».
Presidio e governance
Un simile potenziale di innovazione richiede una governance solida, in grado di indirizzare linee di sviluppo e nuove competenze.
«La sperimentazione è sempre necessaria – osserva Pozzi – ma poi è importante portare a scala le esperienze fatte. In un settore iper-regolamentato, come quello finanziario, bisogna impostare da subito un buon presidio e una governance adeguata per usare in modo consapevole una tecnologia trasformativa che cambia il modo di lavorare delle persone.
Serve in primis consapevolezza: tutte le persone devono sapere che cosa sia il cloud e che cosa sia l’intelligenza artificiale. Perché il forte hype degli ultimi anni rischia di generare dei bias e delle false aspettative, bisogna raccontare che cosa può fare la GenAI in ambito enterprise, per evitare rischi legati ad allucinazioni o a un uso eccessivamente disinvolto. Microsoft è il nostro partner per workshop, formazione e certificazione e ci supporta anche nell’affrontare le tematiche più legate alle normative, alla governance, alle funzioni di controllo e alle risorse umane».
La formazione è centrale
«Tutte le banche e le compagnie assicurative italiane stanno guardando all’AI Generativa e due su tre la stanno sperimentando – sottolinea Del Sole – dobbiamo però chiederci quante riusciranno a metterla in produzione. Il tema centrale, secondo noi, è la formazione. Noi forniamo supporto sia al singolo utente, sia ai dipartimenti IT, che diventano dei veri e propri “competence centre” interni, come nel caso di Mediobanca, con cui stiamo portando avanti un programma di formazione di grande impatto.
E forniamo a banche e assicurazioni un supporto tecnologico, etico e operativo per garantire la compliance alle normative europee. Dal DORA, con sistemi di monitoraggio e reporting per garantire la sicurezza dei dati, all’AI Act, rispettando i principi di trasparenza ed esplicabilità, oltre a minimizzare i rischi di bias e discriminazione. Nel solo 2024 abbiamo investito quasi 30 miliardi di dollari in R&D, anche nell’ambito dell’AI».
Da dove iniziare
La domanda diventa allora dove applicare le sterminate potenzialità della GenAI.
La questione non è dove si può utilizzarla, ma dove si vuole farlo.
«È necessario un doppio approccio – osserva Del Sole – che guardi sia all’AI specializzata e applicata in ambiti verticali sia alla frontiera innovativa della AI general purpose, che migliora la produttività individuale per nuovi livelli di servizio ai clienti».
Ed è proprio questo il percorso avviato da Mediobanca che, in una prima fase, sta coinvolgendo circa il 30-40% della popolazione aziendale, formata all’uso di Microsoft 365 Copilot.
«Una soluzione pronta all’uso – spiega Pozzi – che stiamo raccontando con un percorso solido di formazione finalizzato a introdurre un uso consapevole dello strumento, estendendolo gradualmente alla totalità della forza lavoro. Secondo alcune stime, il 60% delle ore lavorate nel settore bancario sarà influenzato dalla GenAI nei prossimi anni: un impatto così grande richiede una adeguata conoscenza dello strumento. Stiamo però adottando anche delle soluzioni custom, cioè versioni di Copilot addestrate su specifici processi e dati aziendali».
Moltissimi casi d’uso
Tra queste ci sono i virtual assistant, che andranno ad affiancare, non a sostituire, i private banker e i consulenti del credito al consumo nel rapportarsi con la clientela.
Tali soluzioni forniranno loro informazioni e strumenti utili a concentrarsi sul valore aggiunto e risparmiare tempo nell’analisi dei dati, nella produzione di report o nelle attività ripetitive.
«Stiamo inoltre lavorando su progetti legati all’efficientamento – conclude Pozzi – ad esempio per gestire i contratti, per i processi di controllo, per le verifiche legali e contrattuali legate al DORA. Un caso specifico è quello del matching automatico tra incassi e pagamenti, dove la GenAI rappresenta un balzo in avanti in un percorso avviato negli anni grazie all’RPA. Un altro ambito molto rilevante su cui stiamo lavorando è il customer engagement, con l’introduzione di strumenti AI per la gestione dei canali di contatto con obiettivi di efficienza, ma anche e soprattutto per migliorare e personalizzare sempre più la relazione con la clientela.
Credo che ogni banca applicherà l’intelligenza artificiale generativa in base allo specifico profilo di business e di clientela. L’elemento comune e indispensabile è il rispetto del framework regolamentare, a cui stiamo lavorando anche con il supporto di Microsoft: dallo human in the loop fino ai necessari presidi di auditabilità e replicabilità. Tutte quelle misure necessarie a garantire che l’essere umano, supportato dall’AI, possa prendere decisioni migliori».
Questo articolo è stato pubblicato sul numero di maggio 2025 di AziendaBanca. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop.