Zitiello Associati

Manipolazione Euribor: un dibattito ancora aperto

manipolazione Euribor

Benedetta Musco Carbonaro, Equity Partner Studio Zitiello Associati

Con ordinanza del 13 dicembre 2023 la Corte di Cassazione si è pronunciata sulla questione della validità del tasso Euribor, a cui come noto sono agganciati i mutui ed in generale le operazioni di finanziamento a tasso variabile, inclusi i contratti di leasing, dichiarando la nullità del tasso medesimo nel periodo in cui l’Euribor sarebbe stato oggetto di manipolazione.

La vicenda è originata dalla decisione, datata 4 dicembre 2013 ma resa pubblica solo nel successivo 2016, con cui la Commissione Europea ha accertato l’illegittimità di un cartello tra alcune banche europee (nessuna di queste era italiana) volto a tentare di manipolare il tasso Euribor nel periodo compreso tra il 29 settembre 2005 e il 30 maggio 2008.

Un cambiamento inatteso

In realtà la questione degli effetti di tale decisione sui rapporti in essere tra banche e clientela era stata già affrontata negli anni dalla giurisprudenza di merito, che aveva in più occasioni negato che quanto accertato dalla Commissione Europea potesse produrre effetti invalidanti nei contratti a tassi variabili Euribor conclusi dai clienti con banche che non avevano fatto parte del panel.

L’ordinanza della Cassazione è quindi giunta sostanzialmente inattesa e certamente dirompente, anche perché, con motivazione davvero stringata e non certo memorabile sotto un profilo di diritto, ha di fatto fulminato con la sanzione della nullità del tasso una serie potenzialmente enorme di contratti di finanziamento a tasso variabile collegato all’Euribor, per il solo fatto di essere stati in essere nel periodo in cui il tentativo di manipolazione del tasso è stato accertato (settembre 2005 – maggio 2008).

Non a caso, posto che il tema del momento da cui decorre il termine di prescrizione in tali fattispecie è controverso, sono già arrivate le prime contestazioni della clientela e anche le prime cause.

I nodi della pronuncia

La pronuncia della Cassazione si presta però a diverse e significative censure, a partire dal fatto che l’aver considerato prova privilegiata la decisione della Commissione avrebbe imposto un esame più attento dei fatti realmente accertati in tale provvedimento.

Innanzitutto, la condotta contestata alle quattro banche facenti parte del panel era il tentativo di manipolazione del tasso, non l’avvenuta manipolazione.

Inoltre, tale tentativo era stato posto in essere sul mercato dei derivati e, proprio per tale ragione, non era volto necessariamente a far aumentare il tasso ma, anzi, anche a ribassarlo ovvero a tenerlo stabile.

Il dato è particolarmente rilevante perché, ovviamente, nei contratti di finanziamento il presupposto logico delle azioni dei clienti è di aver pagato più di quanto sarebbe stato effettivamente dovuto in ragione della manipolazione al rialzo del tasso.

Ma soprattutto, l’accertamento della nullità a valle del tasso prescinde completamente, nella visione proposta dalla Cassazione, dall’appartenenza o meno delle banche al cartello sanzionato dalla Commissione.

Dunque, qualunque banca diversa dalle quattro del panel potrebbe in ipotesi subire sentenze di invalidità del tasso dei finanziamenti concessi alla propria clientela ed in essere nel periodo incriminato per il solo fatto di avere agganciato il calcolo del tasso all’Euribor che qualcun altro ha tentato di manipolare.

La giurisprudenza successiva

Che l’ordinanza della Cassazione presenti profili censurabili e poco convincenti lo sta del resto dimostrando anche la giurisprudenza di merito immediatamente successiva, che non a caso si è spaccata.

Vi sono infatti sentenze (tra cui Trib. Milano e Torino, Appello L’Aquila) che hanno espresso posizioni diametralmente opposte, respingendo le domande dei clienti sulla base non solo della non appartenenza delle banche convenute al panel, ma anche considerando quanto effettivamente accertato dalla Commissione della decisione del 2013.

Vi sono per contro provvedimenti del tutto in linea con la Cassazione (cfr. Appello Catanzaro e Trieste, Trib. Brindisi), in cui viene dichiarata la nullità del tasso e viene disposta CTU per ricalcolare il tasso di interesse del periodo 2005-2008, applicando il tasso legale oppure il tasso Bot ai sensi dell’art. 117 del TUB.

Una situazione incerta

La situazione attuale è quindi di grande incertezza, perché la pronuncia della Cassazione non convince e anche la giurisprudenza di merito sta andando in ordine sparso.

C’è da dire però che sono attese nuove sentenze sempre della corte di legittimità su casi Euribor (si tratta di cause in decisione dopo le udienze di fine febbraio), con cui la Cassazione potrebbe forse aggiustare il tiro.

Il mercato quindi attende di capire quale sarà la direzione finale sul punto e come si orienterà di conseguenza la giurisprudenza, anche di merito.

 

Questo articolo è stato pubblicato sul numero di aprile 2024 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop