Uguaglianza di genere: opportunità e sfide per il finance

Inclusive Finance 2023
Paolo Fiorentino, Amministratore Delegato di Banca Progetto

Inclusive Finance, community trasversale al mondo finanziario, bancario e assicurativo, che opera a supporto di tematiche di inclusione ed equità sociale, ha riunito presso Pictet Asset Management a Milano alcuni protagonisti del mondo finanziario per parlare del ruolo della donna nel mondo finanziario.

Alla discussione hanno partecipato Paolo Fiorentino, AD di Banca Progetto, Desirèe Scarabelli, Sales Director di Pictet Asset Management e Simonetta Cristofari, Responsabile Sviluppo Italia di Crédit Mutuel Investment Managers.

Progressi nell’uguaglianza di genere

«Se consideriamo il Global Gender Gap index Ranking 2023 l’Italia è ai piani bassi della classifica, al 79esimo posto a livello globale, ma se andiamo più nel dettaglio notiamo come nel nostro paese siano stati fatti enormi progressi negli ultimi anni nell’uguaglianza di genere: dal 2010 al 2020 in particolare l’Italia ha guadagnato ben 14,9 punti facendo un balzo in avanti importante nelle aree del potere sociale, economico, politico – commenta Simonetta Cristofari, Responsabile Sviluppo Italia di Crédit Mutuel Investment Managers.

Oggi siamo ancora due punti sotto il livello europeo ma l’Italia sta lavorando bene. Se poi passiamo alla percentuale di donne che rivestono il ruolo di fund manager l’Italia ha i numeri più alti, posizionandosi nella top five insieme a Spagna e Paesi dell’estremo Oriente. La strada è certamente ancora lunga perché le donne che gestiscono fondi sono ancora poche, a capo di asset minori rispetto agli uomini e a prodotti di nicchia ma il trend è chiaro».

Finanziare l’imprenditoria femminile

«Gestire le differenze e incoraggiare l’inclusione costituisce per noi un valore aggiunto dal punto di vista umano e un significativo vantaggio competitivo per il business, perché si valorizza il contributo unico di ciascun dipendente: in Banca Progetto le donne rappresentano il 48% dei dipendenti totali – sottolinea Paolo Fiorentino, Amministratore Delegato di Banca Progetto.

Per portare avanti un cambiamento bisogna “fare” e noi, a tal proposito, abbiamo adottato tutta una serie di provvedimenti: per esempio siamo molto flessibili e prevediamo 14 giorni di smartworking al mese per i dipendenti genitori, abbiamo aumentato la retribuzione media delle donne del 9% e previsto un salario di ingresso minimo di 32mila euro.

L’integrazione delle diversità è fondamentale, rischiamo di perdere opportunità per l’intero Paese, non valorizzando i talenti e non condividendo. Abbiamo anche in pipeline il progetto di finanziare l’imprenditoria femminile, startup innovative partendo da un plafond di 30 milioni di euro fornendo anche la consulenza necessaria».

Microcredito per le donne

Banca Progetto, grazie alla partnership con Fidimed, ha erogato quest’anno il Microcredito di libertà, un prestito con una durata di sette anni con tasso azzerato dall’intervento dell’Ente nazionale per il Microcredito, gestore di questo progetto sociale del Dipartimento Pari opportunità in collaborazione con Caritas, Abi e Federcasse.

Il microcredito imprenditoriale interviene in favore di donne vittime di violenza protette da centri antiviolenza in case rifugio e che, assistite da un tutor, presentano un progetto per avviare una propria impresa.

L’occupazione femminile per la crescita del Paese

«Dobbiamo constatare tuttora un tema di gender gap che si verifica già in fase di entry level, e ci sono ancora pochi role model femminili che esprimono un percorso vero di crescita manageriale – conclude Desirèe Scarabelli, Sales Director di Pictet Asset Management.

Ma più equità tra donne e uomini al comando si traduce in una maggiore disponibilità di competenze, nel miglioramento delle performance e in una positiva reputazione d'impresa. A livello di sistema, l'impatto è benefico per lo sviluppo sostenibile dei Paesi, come dimostrano recenti ricerche, un aumento più rapido dell’occupazione femminile farebbe crescere il PIL pro-capite europeo di 3 punti percentuali rispetto allo scenario attuale, entro il 2050».

 

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