DEFINE BANKING NEXT

Fine delle moratorie e NPE: come arrivare preparati

Fine delle moratorie e NPE: come arrivare preparati

Nel quarto appuntamento di #define banking next, la serie di podcast sulla banca del futuro in collaborazione con CRIF, parliamo di parliamo di NPE, cioè di crediti deteriorati.

È un argomento di grande attualità da diversi mesi: tutti noi ricordiamo gli effetti della prima ondata di NPE nella nostra economia e l’impatto economico della crisi sanitaria preoccupa molto. Ne parliamo con Simone Rosti, Senior Director di CRIF.

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Alberto Grisoni. Incominciamo dallo scenario. Lo dicevo poco fa, l’impatto economico della pandemia di Covid-19 è fonte di preoccupazione da mesi anche per quanto riguarda una nuova ondata di crediti deteriorati. In base alle statistiche e ai dati di CRIF, qual è la situazione?

Simone Rosti. Nell’anno fiscale 2020, lo stock medio dei crediti classificati NPE ha avuto un incremento pari all’1,2% rispetto al 2019. Però, sempre in riferimento allo stock medio, confrontando l’ultimo trimestre 2019 con l’ultimo trimestre del 2020 si evidenzia una diminuzione pari al 25,5%, fenomeno che si accentua ulteriormente se si guardano le prime rilevazioni disponibili relative al 2021: a gennaio di quest’anno, infatti, lo stock medio è diminuito del 28% rispetto a gennaio 2020.

Se consideriamo la tipologia di credito, distinguendo cioè tra secured e unsecured, questo fenomeno risulta disomogeneo in termini di intensità: nell’ultimo trimestre del 2020 lo stock NPE del segmento secured è sceso del 18%, quello unsecured del 28%.

AG.  Guardando i dati sembrerebbe che i crediti deteriorati stiano diminuendo. In realtà come sappiamo, da marzo 2020 viviamo una situazione straordinaria, contro la quale sono state prese misure straordinarie. Come possiamo comprendere meglio la realtà dietro a questi numeri?

SR. Dobbiamo sempre tenere presente che il ricorso massivo a strumenti di sterilizzazione, come moratorie e prestiti garantiti, ha permesso di congelare e frenare il processo di deterioramento dei crediti. Ci sono tre KPI fondamentali a cui dobbiamo guardare.

Il primo è l’andamento dei nuovi ingressi a NPE: questo indicatore è diminuito del 19% nel secondo semestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019 e del 27% nell’ultimo trimestre.

Il secondo è il tasso di rientro in bonis delle posizioni NPE, che è migliorato del 75% in termini relativi nel secondo semestre 2020. Ed è addirittura raddoppiato se rapportato alla media dello stock NPE. Invece il tasso di miglioramento, l’improvement rate, è cresciuto del 17% nello stesso periodo e anche questo raddoppia se confrontato con lo stock NPE.

Infine, il tasso dei nuovi ingressi a scaduto, sceso del 30% in termini reali rispetto al totale dei portafogli attivi, arrivando al 35% nel segmento secured. Allo stesso tempo, il tasso di recupero sui nuovi ingressi a scaduto in termini reali è aumentato circa del 10%.

Correlando questi dati si evince chiaramente che le misure di sterilizzazione hanno congelato il deterioramento dei crediti e che le masse attuali sono composte quasi esclusivamente dalla popolazione che non ha potuto accedere a queste misure, oppure si trovava già in una fase avanzata di deterioramento. Il blocco dei licenziamenti e l’incremento della propensione al risparmio della popolazione italiana, insieme alle altre misure, ha permesso un miglioramento di tutti i KPI sui portafogli NPE, come emerge anche dalle statistiche della Banca d’Italia.

AG. E infatti sono mesi che il settore del credito e i mezzi di comunicazione si chiedono che cosa succederà quando queste misure di congelamento verranno meno. Che valutazioni avete per il 2021?

SR. Il rischio è che l’attuale situazione si ripercuota ulteriormente con importanti effetti sul sistema creditizio, a meno che non vi siano ulteriori processi di sostegno a livello governativo e interventi da parte del regolatore europeo

Le moratorie sul segmento retail nel canale banche tradizionale scadranno in maniera importante entro giugno. Grazie a un’indagine condotta sulla popolazione con moratorie attive si stima che una percentuale circa del 45% necessiterebbe di ulteriori strumenti di sostegno da parte del sistema creditizio italiano, come un allungamento del piano di ammortamento, la sospensione ulteriore delle rate o un buffer di liquidità.

In assenza di queste misure, vedremmo un incremento significativo dei tassi di default a partire dal quarto trimestre del 2021, che si rifletterebbe sul segmento PMI in un arco temporale stimato in circa 6 mesi, a causa del pre ammortamento relativo alle misure MCC.

AG. Teniamo quindi gli occhi puntati al regolatore per capire se ci saranno nuovi interventi, soprattutto visto il procedere della campagna vaccinale e la minore pressione sugli ospedali. Ma cerchiamo di capire come, in presenza o meno di nuovi strumenti di sostegno, gli istituti di credito possono muoversi per fronteggiare l’incremento dei flussi di nuovi crediti deteriorati.

SR. Sarà strategico muoversi utilizzando un approccio differenziato. In primis, con attività di prevention finalizzate a comprendere in maniera puntuale le caratteristiche della propria clientela, per individuare gli strumenti più adatti per supportare la propria customer base. Poi vanno adottate strategie di collection e recovery con l’obiettivo di gestire al meglio l’incremento stimato delle masse a NPE tra l’ultimo trimestre 2021 e il primo trimestre 2022, nel dettaglio con strategie differenziate, soluzioni negoziali e anticipazione di processi valutativi specifici. Tuttavia, andranno predisposte way out per abilitare le istituzioni finanziarie a strutturare processi smart in termini di cessione o GACS mediante l’utilizzo di soluzioni data driven.

AG. Siamo nel campo della gestione del credito, quindi in uno dei terreni di specializzazione di CRIF. Come vi state strutturando per fornire al mercato gli strumenti più utili a gestire questa situazione?

SR. CRIF è in grado di supportare il sistema finanziario italiano mediante un approccio end-to-end per la gestione del credito, dalle fasi di prevention fino alla gestione proattiva degli NPE. Penso all’analisi dei clienti in moratoria, sia mediante l’utilizzo dei dati proprietari di CRIF, sia mediante l’utilizzo di survey, con il fine di anticipare eventuali elementi di degrado e proporre soluzioni per il contenimento del costo del rischio. Poi con la fornitura di dati e score finalizzati all’individuazione di cluster di clientela a maggior rischio con il fine di abilitare strategie differenziate per la gestione della propria customer base. Altre attività riguardano il supporto nelle attività di courtesy management e collection per la gestione dei clienti con primi segnali di scaduto, la gestione e proposizione di soluzioni negoziali per abilitare logiche di forbearance sui portafogli NPE, o ancora la data integration e la gestione attiva di portafogli UTP sia secured sia unsecured.