«Il contante è un dinosauro che non muore». Un report DB ci dice il perché

La pandemia di Covid ha portato all’ennesima profezia di morte del denaro contante. In un recente report dal titolo emblematico (“Cash: the dinosaur that has not died”, cioè “il contante: il dinosauro che non è morto”) gli analisi di Deutsche Bank si dicono convinti che no, il cash NON si sta avviando verso la scomparsa. Anzi.

«Il contante sparirà», scrissero nel 1968

I primi articoli sulla fine del contante risalgono ai primi passi della digitalizzazione dei pagamenti e delle operazioni bancarie. Il report ne ha individuato uno datato 1968. È una lunga attesa, quella dei detrattori del contante. Che ogni volta elencano più o meno le stesse motivazioni per scegliere i pagamenti elettronici: comodità, pulizia, sicurezza, lotta all’evasione, contrasto dei falsari, tracciabilità delle operazioni e ostacolo alla criminalità.

Nell'anno del Covid, +12% del cash in circolazione

E poi ci si è messo il Covid-19, con l’effettivo boom delle transazioni c-less per evitare di toccare il PIN del POS. E invece, nada de nada: il valore totale del contante in circolazione è in crescita. E non nei Paesi in via di sviluppo, ma nell’Eurozona: la BCE ha segnalato una crescita del 12% nella circolazione delle banconote nell’anno della pandemia. La crescita maggiore degli ultimi dieci anni. Mica male, la spinta della pandemia ai pagamenti digitali.

Il contante dà sicurezza

Il dato, ovviamente, è legato al valore del contante in circolazione, non alle singole operazioni di pagamento. Il cash resta, per una fetta importante delle persone, una garanzia. Quasi un rifugio per difendere il valore. Infatti, seguendo il report di Deutsche Bank, negli ultimi 20 anni proprio il valore del contante in circolazione è quasi raddoppiato, con un ruolo da protagonista di tagli come 100 USD o 50 EUR.

Per 1 europeo su 3 meglio pagare in contanti

A questo proposito, un dato è emblematico: due terzi delle banconote da 100 dollari americani in circolazione si trovano al di fuori degli USA. Dove non vengono certo usate per pagare gli acquisti di ogni giorno. Deutsche Bank ha svolto una survey su 3.600 persone (in UK, USA, Cina, Germania, Francia e Italia) scoprendo che il contante è il mezzo di pagamento preferito da un terzo circa di americani ed europei. Un secondo dato riguarda i mercati in via di sviluppo, dove oltre la metà delle persone ritiene che il contante non sparirà mai.

Tassi bassi? Soldi nel materasso (e digital euro nella BCE)

Andrebbe invece approfondito un dato che emerge da un’analisi di Deutsche Bank: c’è una correlazione negativa tra il livello dei tassi di interesse applicati dalla banca centrale e il contante in circolazione. La stessa banca afferma che dimostrare una relazione causale tra i due fenomeni richiede un lavoro di ricerca maggiore. Ma è abbastanza intuitivo che con l’attuale tasso di interesse zero offerto dalle banche (e con i mass media che parlano di tassi negativi e di banche che chiudono i conti con troppa liquidità) difficilmente chi tiene il contante nel materasso sarà tentato di portarlo in banca.

Ma l’eventuale correlazione assumerebbe un valore totalmente diverso in vista della progettazione di un Euro digitale emesso dalla BCE. Perché conferma la necessità di prevedere meccanismi che impediscano lo scardinamento dell’attuale sistema di raccolta e impieghi delle banche: con i tassi a zero, chi metterebbe i propri euro digitali in banca, quando può tenerli nella più sicura BCE?

 

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