Le banche digitali (e non solo) asiatiche aprono filiali: «per le decisioni importanti serve il consulente»

Nonostante in Oriente le fully digital bank siano una realtà, molti attori nel settore credono che una combinazione tra digitale e realtà fisiche sia la giusta via da percorrere. A sorprendere è come l’Asia, un vero campione del reparto FinTech, stia spingendo in questa direzione.

Cina, prefettura autonoma di Liangshan Yi, nel profondo sud della provincia del Sichuan. Qui, disseminati in un dedalo di villaggi arroccati a oltre 1.400 metri di quota, vive uno dei 56 gruppi minoritari cinesi, gli Yi. A meno che non si abbia un elicottero, è possibile raggiungere i loro villaggi unicamente a piedi, dopo ben 3 km di scalini. Un’immagine bucolica che rimanda più alle rime di Li Bai, il grande poeta di epoca Tang, piuttosto che la moderna Shanghai.

«Ovviamente non abbiamo un ATM, c’è lo smartphone»

Eppure ogni mercoledì Pang Liwen, impiegato di una delle tante mobile bank del Dragone, si reca in questo remoto angolo del Sichuan nel piccolo ufficio che la sua compagnia ha inaugurato da poco. «Ovviamente qui non abbiamo ATM e tutti i nostri servizi sono online e fruibili tramite smartphone», ha spiegato Pang, «ma il mio ruolo è quello di spiegare agli abitanti come utilizzare i servizi bancari, e solo faccia a faccia è possibile farlo. Anche perché molti parlano solo il loro dialetto ed il contatto cliente-operatore è fondamentale per superare il gap».

Liangshan xichuan

Il paesaggio del Liangshan Yi (crediti: B.Zhou da shutterstock.com)

Molte realtà digitali sono pronte a inaugurare una sede fisica

Secondo l’Asia-Pacific Future Financial Research Institute*, la digitalizzazione è ormai inevitabile, e la pandemia ha messo il piede sull'acceleratore a questo processo, ma il ruolo delle banche fisiche, sebbene cambierà, sarà pur sempre centrale. A sostenerlo con forza c’è Zhou Xiaochuan, ex governatore della PBOC (Banca Popolare Cinese, l’acronimo è dall’inglese People Bank of China, Ndr). A parlare sono i dati. Secondo Zhou è vero che larga parte delle persone, specialmente i giovani, preferiscono esperienze digitali piuttosto che recarsi in sedi fisiche, ma «non tutte le operazioni possono essere fatte attraverso un pc o smartphone». Dello stesso parere anche Choong Wai Hong, di MyBank. «I clienti vogliono ancora un contatto face to face con gli operatori, senza contare che molti istituti, specialmente in alcune realtà, hanno un ruolo ‘educativo’ di come funziona l’economia. È vero che in Asia molti hanno un solo controcorrente digitale, ma è pur vero che sempre in Asia molte realtà fully digital sono pronte ad inaugurare una sede fisica».

La banca online apre il "punto mutui"

Che dall’Oriente sia partito un revival delle banche fisiche? Forse, ma indubbiamente nel continente asiatico ci sono storie interessanti da raccontare che ben evidenziano una controtendenza all’opinione comune per la quale il futuro bancario sarà totalmente digitale. Emblematico il caso giapponese. Già nel 2017 la SBI Sumishin Net Bank, una delle principali banche online del Sol Levante, aprì la sua prima sede fisica a Tokyo. Il servizio offerto era focalizzato sull’erogazione dei mutui per la compravendita di abitazioni, ma nel tempo il ventaglio di operazioni si è ampliato. In quattro anni Net Bank ha allargato la sua rete fisica ed anche in piena pandemia le sue filiali hanno continuato a lavorare come sempre. "Ho un conto presso una banca online, ma qui, parlando con un operatore, posso ottenere una spiegazione più chiara", ha detto Takashi Nakano, 63 anni, appena uscito dalla filiale di Net Bank nel distretto di Shinjuku.

Hi-tech and hi-touch: non esiste un aut aut

Anche la Bank of the Philippine Islands, al motto “hi-tech and hi-touch”, sta investendo pesantemente nel banking tradizionale per collegare il dedalo di isole che formano il paese. In uno dei mercati FinTech più promettenti a livello globale, dove molti istituti di credito si stanno spostando verso i canali digitali, la politica della più antica banca del Sud-est asiatico è quella di bilanciare tecnologia con un sistema bancario fisico il cui bagaglio di esperienza e know-how è fondamentale per uno sviluppo di qualità del settore anche nelle aree più remote del paese.

In Cina si chiudono filiali. Ma per le aree rurali si guarda all’inclusione

Nel Dragone invece i grandi conglomerati bancari stanno ristrutturando il loro posizionamento sul territorio. Nel 2020 le banche cinesi hanno chiuso circa 1.300 filiali, ma hanno rafforzato la presenza in quelle prefetture lontane dalle principali città per sostenere l'obiettivo del governo di promuovere una reale inclusione finanziaria. Un esempio è la China Construction Bank. L'istituto di credito ha “chiuso e consolidato" circa 237 filiali lo scorso anno, ma ha anche aperto 63 nuove sedi, di cui la metà a livello di contea. Anche Agricultural Bank ha deciso di ricollocare il 17% delle sue 22.000 filiali nelle aree più rurali del paese e ha riconfigurato 69 sedi nelle città di prima fascia come “filiali smart banking" interamente basate sulla tecnologia mobile 5G.

Agricultural bank of china

Agricultural Bank ha creato 69 filiali smart basate sul 5G nelle città di prima fascia. E ha ricollocato il 17% delle filiali nelle aree rurali

USA: le filiali si chiudono. Ma se ne aprono di nuove

E ora questa tendenza alla riapertura tocca l'Occidente, osserva Morgan Stanley. L’anno scorso negli Stati Uniti, Chase Bank ha aperto una delle più grandi filiali del paese a Midtown Manhattan, mentre Bank of America, sempre nel 2020, ha annunciato che avrebbe aperto nuovi uffici nei prossimi 10 anni. Eppure, secondo il Wall Street Journal, più di 1.700 filiali bancarie hanno chiuso solo negli States tra giugno 2016 e giugno 2017. Cosa sta accadendo? È vero che stiamo assistendo a un cambio generazionale nelle modalità in cui i clienti vogliono accedere ai servizi finanziari con piattaforme di online banking e le app mobili che consentono di controllare saldi, pagare bollette e assegni di deposito in remoto; le filiali non sono morte affatto. Secondo il Future Branches Consumer Study, i clienti ancora amano il contatto umano con un operatore. Specialmente nei piccoli centri rurali fuori dalle grandi città, l’andare in banca è diventata una quotidiana routine dove le sedi fisiche fanno parte del tessuto della comunità, luoghi in cui le persone possono fermarsi, salutare e persino prendere una tazza di caffè.

Connesse, digitali e umane

In poche parole le filiali non solo possono sopravvivere al digitale, ma potranno coesistere con esso. Ne è convinto Zhou Xiaochuan (l’ex governatore della BPOC citato prima) per il quale «le banche dovranno adattarsi per affrontare il futuro, questo non è in discussione», ma «il fenomeno della digitalizzazione è ancora in crescita e sicuramente il digitale diventerà ancora più onnipresente negli anni a venire, being digital non significa escludere le realtà fisiche». Secondo l’ex numero uno della PBOC una coesione con il digitale è possibile dove versatilità è la parola d’ordine. Della stessa idea Noriaki Maruyama, presidente di Net Bank. «Le banche del futuro dovranno essere connesse, presenti e rilevanti per i clienti mentre navigano nella vita quotidiana. Queste diventeranno dei consulenti di fiducia agli occhi degli utenti, per differenziarsi sul mercato finanziario», sostiene il numero uno della banca digitale giapponese.

Alcune operazioni finanziarie tipo il ribilanciamento del portafoglio di investimenti o gestione dei risparmi in diverse valute possono avere un impatto significativo a lungo termine sul singolo utente. Ecco che anche in un mondo digitale, i clienti continueranno ad aver bisogno di consulenti e specialisti in grado di fornire loro consulenza e supporto nel prendere decisioni importanti. L’obiettivo è quello di aumentare l’integrazione finanziaria anche nelle aree più rurali. I nostri smartphone offrono alle banche una rete transnazionale di diversi milioni di “filiali virtuali” a portata di mano, sicuramente impensabile solo un decennio fa. Tuttavia le banche, grazie al loro livello di esperienza, possono applicare tecnologie controllate per creare soluzioni su misura e mantenere tutto il valore generato.

La redditività è in un mix fisico-digitale

Secondo Noriaki Maruyama, «chi saprà investire nell’integrazione con il digitale, darà una risposta vincente alla stagnazione nel settore bancario tradizionale». Sebbene ci siano molte incognite, una cosa è certa: il ritmo del cambiamento tecnologico non mostra segni di rallentamento, solo «utilizzando il meglio di entrambi i mondi, possiamo ottenere grandi risultati», ha chiosato Noriaki.

*Think-tank cinese a tema finanziario cui partecipano i principali istituti di credito ed economisti dell’Asia

 

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