Le conoscenze finanziarie degli italiani negli ultimi anni registrano un lieve miglioramento che, tuttavia, ancora non basta per colmare il gap nel confronto internazionale.
Questa, in estrema sintesi, la dura sentenza che emerge dall'Indagine sull'Alfabetizzazione e le Competenze Finanziarie degli Italiani (IACOFI), condotta dalla Banca d'Italia nel gennaio-febbraio 2020 su un campione di 2.000 adulti di età compresa tra i 18 ed i 79 anni.
L’indagine, precedentemente svolta nel 2017, rientra in un esercizio OCSE che ha definito un questionario armonizzato utilizzato da 26 paesi.
Seguendo la metodologia OCSE, l'indicatore di educazione finanziaria è la somma dei punteggi calcolati per tre aspetti: le conoscenze, che appunto migliorano; i comportamenti e le attitudini (o atteggiamenti), che invece restano sostanzialmente stabili.
In particolare, i tre cardini della ricerca riguardano:
- conoscenze: la comprensione dei concetti di base utili per fare scelte finanziarie quali inflazione; tasso di interesse; differenza tra tasso di interesse semplice e composto; diversificazione del rischio;
- comportamenti: la gestione delle risorse finanziarie nel breve e nel lungo termine come la fissazione di obiettivi finanziari, programmazione delle risorse da destinare a consumi, pagamenti di bollette, risparmi negli ultimi mesi.
- attitudini: orientamento degli individui al risparmio, soprattutto di tipo precauzionale, in un’ottica di lungo periodo.
Dalla ricerca si apprende che l'alfabetizzazione finanziaria degli italiani differisce nella popolazione a seconda del livello di istruzione - la variabile più rilevante - del genere, dell’età e della localizzazione geografica degli intervistati.
Così scopriamo che i laureati hanno un grado di alfabetizzazione più alto rispetto agli individui con livelli di istruzione più bassi e che l’alfabetizzazione finanziaria è più elevata tra le persone di età compresa tra i 35 e i 44 anni mentre è bassa tra gli under 35 probabilmente perché i giovani in Italia lasciano tardi la famiglia di origine.
L’alfabetizzazione degli uomini si conferma più elevata rispetto a quelle delle donne. Lo stesso è vero per i residenti nel Centro-Nord rispetto a quelli del Mezzogiorno.
Gli italiani, rispetto alle proprie conoscenze finanziarie, possono essere classificati in quattro categorie:
- gli esclusi che nel 2020 costituivano il 21% della popolazione, la cui frequenza è maggiore nel Sud e nelle Isole, fra coloro che hanno più di 65 anni e coloro che non sono diplomati;
- gli incompetenti (30%), la cui frequenza cresce nella fascia di età vicina al pensionamento (55-64 anni), fra i pensionati e fra coloro con un basso livello di istruzione;
- i competenti (32%), che sono soprattutto tra i diplomati e tra i lavoratori autonomi e nelle fasce di età sotto i 45 anni.
- gli esperti (17%), la cui frequenza aumenta fra i maschi e i laureati sono la maggior percentuale di individui che hanno acquistano prodotti finanziari negli ultimi 12 mesi.
Gli italiani sono consapevoli dei propri limiti, infatti oltre il 50% degli intervistati ha valutato il proprio livello di cultura finanziaria inferiore a quello medio.
Ecco un buon motivo per studiare!