Metà della ricchezza delle famiglie italiane è nel mattone. Secondo l’analisi sui DWA, acronimo di Distributional Wealth Accounts, compilata partendo dai dati della BCE e di alcune banche nazionali dell’Eurosistema, tra cui la Banca d’Italia, tutte le famiglie italiane, da quelle definite più povere, passando per quelle centrali o mediane e le più ricche, detengono la metà della loro ricchezza nelle abitazioni.
Il mattone e i depositi in testa
Sul totale delle famiglie, infatti, le abitazioni rappresentano proprio il 50% della ricchezza, seguite da una seconda voce: quella dei depositi (+40% tra il 2010 e il 2022), a cui fanno sempre più ricorso le famiglie meno abbienti e quelle più ricche.
Diversificazione per i più ricchi
Le famiglie più ricche diversificano maggiormente: nel dettaglio, hanno ridotto l’impiego dei titoli di debito, a fronte di un maggiore ricorso alle azioni, assicurazioni ramo vita e fondi comuni.
La disparità tra le famiglie italiane
Alla fine del 2022, il cinque per cento più ricco delle famiglie italiane deteneva il 46% della ricchezza netta complessiva, strettamente correlato anche all’andamento dei prezzi delle attività finanziarie (azioni, quote di fondi comuni e riserve tecniche di assicurazione), mentre il 50% più povero ne possedeva meno dell’8%.
Indebitamento ed effetto Covid
I DWA permettono inoltre di studiare l’indebitamento delle famiglie per classe di ricchezza.
In particolare, il rapporto tra debiti e attività per le famiglie più povere, che hanno maggiore necessità di finanziamento per far fronte alle proprie esigenze di spesa: per questo gruppo di famiglie il rapporto è salito rapidamente tra il 2010 e il 2014, per poi riportarsi nel 2016 ai livelli iniziali; dal 2018 in poi è tornato a crescere leggermente, a eccezione del temporaneo crollo durante la crisi pandemica.
L’Italia e il divario di ricchezza con gli altri Paesi UE
Inoltre, nei principali Paesi europei sotto indagine (Italia, Francia, Spagna e Germania), all’inizio del 2010 è aumentata la diseguaglianza nella distribuzione della ricchezza, per poi ridursi leggermente.
La Germania è il Paese con il maggiore gap in termini di ricchezza netta, mentre l’Italia si colloca su un livello inferiore a quello dell’area euro, simile a quello registrato dalla Francia e superiore a quello della Spagna.
Il divario, rispetto al complesso dell’area, riflette la più elevata quota di ricchezza netta detenuta in Italia dalle famiglie al di sotto della mediana (legata soprattutto al possesso di abitazioni, come detto inizialmente), che controbilancia la più ampia quota di ricchezza detenuta dal cinque per cento più ricco (46% alla fine del 2022).
Infine, le famiglie italiane sotto la mediana detengono a fine 2022 una ricchezza media di circa 60mila euro, pari a tre volte quella delle rispettive famiglie tedesche. Divario positivo, seppure più contenuto, si osserva anche nei confronti della Francia.