Laboratori del Futuro

Donne e denaro. Banca Widiba prosegue nel suo progetto per l’inclusione

Donne e denaro, la ricerca di Banca Widiba e Università Cattolica

Francesca Marchelli, Direttrice della Comunicazione di Banca Widiba

Donne, i soldi non sono un tabù. Il rapporto tra le donne e il denaro, in particolar modo nell’ambito degli investimenti, è veramente complicato: addirittura c’è un certo disagio ad affrontare le tematiche che ruotano attorno alle materie economiche finanziarie. Nonostante siano proprio le donne a maneggiare il denaro per gestire la famiglia e per risolvere le varie emergenze.

Ma quando a una donna viene proposto d'investire scatta il tabù, che porta alla diffidenza, soprattutto per la poca fiducia nelle proprie capacità.

La prima indagine Donne e Denaro

Le donne scontano quindi un problema culturale, che ha portato alla creazione di una serie di archetipi da cui non è semplice liberarsi.

Ad analizzare il fenomeno nel dettaglio è stata Banca Widiba, in collaborazione con l’Unità di Ricerca in Psicologia Economica del Dipartimento di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha presentato la seconda parte del progetto di ricerca nazionale “Donne e denaro: una sfida per l’inclusione”.

L’obiettivo era identificare i fattori che ostacolano o favoriscono un coinvolgimento attivo e consapevole delle donne nella gestione finanziaria del proprio patrimonio. L’indagine ha evidenziato uno scenario che mette le donne in secondo piano sui temi che riguardano gli investimenti finanziari e su cui pesano stereotipi negativi diffusi in tutta la società.

Secondo step: i “Laboratori del Futuro”

Per trovare una soluzione concreta a questi problemi e abbattere le differenze di genere nel contesto finanziario, la Banca ha mosso un nuovo passo con il lancio dei “Laboratori del Futuro” composto da 2 gruppi: un campione rappresentativo di donne professioniste in vari ambiti senza esperienza diretta in materia d'investimenti, dall’altro chi opera nell’ambito dell’educazione finanziaria in Italia (autorità bancarie e associative, Banca d’Italia, FeduF, Diversity & Inclusion Speaking).

Inoltre ha presenziato anche Henriëtte Prast, Senatrice del Parlamento olandese e professoressa emerita di Finanza ed Economia comportamentale all’Università di Tilburg, che ha offerto un confronto con lo scenario internazionale.

Una questione culturale

Anche i gruppi che hanno partecipato ai laboratori confermano i risultati della prima ricerca: il difficile accesso delle donne al denaro sono ancora oggi legati alla scarsa occupazione, al basso reddito e al gender pay gap, nonostante le professionalità e la preparazione acquisite.

Ma è l’aspetto culturale a rappresentare il principale ostacolo a una reale parità tra uomo e donna in questo ambito, a cominciare dall’idea che il denaro sia esclusivamente uno strumento per affrontare emergenze, spesso connesse alla cura dei figli o della casa, e non un elemento utile a soddisfare i propri desideri e obiettivi personali.

Grande parte di queste difficoltà viene attribuita al linguaggio e all’approccio ancora fortemente influenzati da stereotipi di genere nell’offerta delle soluzioni finanziarie, che portano le donne a sentirsi a disagio di fronte a decisioni di tipo economico-finanziario e a svalutare le proprie competenze. Tutte condizioni che le allontanano da una gestione diretta delle proprie risorse, piccole o grandi che siano.

Trovare il tempo

Un tema centrale emerso, in particolare nel laboratorio condotto con le lavoratrici non esperte in materia d'investimenti finanziari, è poi quello del poco tempo che le donne hanno a disposizione per sé e che incide negativamente sulla possibilità d'informarsi e di formarsi, a vantaggio di una gestione affidata ad altri componenti maschili del nucleo familiare.

Più donne nella consulenza finanziaria

Un ulteriore ostacolo è rappresentato da una scarsa presenza di consulenti finanziarie che, come rilevato anche dalla ricerca, tendono a subire in maniera minore gli effetti degli stereotipi di genere.

Un nuovo linguaggio per l’educazione finanziaria

I lavori si sono poi concentrati sulle azioni necessarie a costruire il futuro auspicato. L’educazione economica resta, per tutti i partecipanti, un elemento fondamentale per rendere più accessibile ed egualitario l’ingresso delle donne nel mondo della finanza.

Ma come rendere più attrattiva ed efficace l’educazione finanziaria rivolta alle donne? Un punto cruciale evidenziato dal laboratorio è quello di promuovere un linguaggio più differenziato sui temi della finanza in cui anche le donne si possano riconoscere.

Abbattere gli stereotipi

Inoltre, viene ritenuto fondamentale scardinare le credenze stereotipiche sull’idea che la consulenza finanziaria sia un ambito poco adatto alle donne, attraverso l’implementazione di azioni mirate a far conoscere loro le opportunità offerte da questo percorso professionale fin dagli anni di studio.

Avvicinare le donne e la consulenza

Infine, in un’ottica di concretezza, Banca Widiba ha confermato il proprio impegno a intervenire per la realizzazione di percorsi formativi rivolti anche ai consulenti finanziari, che confutino i contenuti e gli atteggiamenti stereotipici nei confronti delle clienti donne.

«Da sempre Banca Widiba è in prima linea per mettere in campo tutte le misure necessarie a ridurre il gap di genere nel contesto finanziario, con l’obiettivo di abbattere gli ostacoli che ancora separano le donne da una reale parità – dichiara Francesca Marchelli, Direttrice della Comunicazione di Banca Widiba. Crediamo fortemente nella necessità di “fare sistema”, e questi laboratori vanno proprio in questa direzione grazie al coinvolgimento di partner, enti, istituzioni e professionisti che lavorano per una migliore educazione finanziaria ed una maggiore inclusione. Il nostro intento è quello di rispondere all’urgente necessità di creare una rete di supporto e di strumenti capaci di contribuire alla costruzione di un Paese più egalitario e inclusivo, e auspichiamo che sempre più realtà possano unirsi a noi nell’intraprendere questo percorso».

«La riduzione del gender gap nella gestione del denaro è un obiettivo di primaria importanza per l’impatto che può avere sul benessere economico delle donne nelle diverse fasi della loro vita. Proprio per questo abbiamo voluto concludere lo studio degli stereotipi di genere legati al denaro con dei laboratori che ci dessero delle indicazioni molto concrete di come tradurre la conoscenza scientifica in interventi efficaci. È stata tracciata una roadmoap molto precisa e abbiamo intenzione di procedere anche come Università per facilitare con i nostri partner l’implementazione di queste azioni. La ricerca può e deve avere un alto impatto sociale», dichiara Claudia Manzi, Ordinaria di Psicologia Sociale all’Università Cattolica del Sacro Cuore e responsabile scientifica del progetto.

«Le collaborazioni con il mondo accademico e con altri stakeholder testimoniano la volontà della Banca d'Italia di fare rete, condividere buone prassi e raggiungere una platea sempre più ampia – dichiara Cristiana Rampazzi, Responsabile Banca d’Italia per i programmi di educazione finanziaria per le donne. In questo contesto si inserisce la partecipazione dell'Istituto al laboratorio conclusivo del progetto "Donne e denaro" curato dall'Università Cattolica, arricchente esperienza di confronto e di riflessione. L'attenzione alle donne oltre a rispondere a criteri di equità mira a produrre un impatto sociale ed economico importante, anche in funzione preventiva rispetto alla violenza economica. La Banca d'Italia, anche attraverso il suo progetto formativo "Le donne contano", è costantemente impegnata sul territorio per ridurre il divario di genere nelle conoscenze finanziarie evidenziato dalle sue indagini».

«Sostenibilità, inclusione e lotta agli stereotipi e alle differenze di genere sono fattori di equità sociale e di efficienza dei mercati, oltre che diritti basilari di cittadinanza – dichiara Giovanna Boggio Robutti, Direttrice Generale di FEduF. Come risulta anche dal progetto “Donne e denaro: una sfida per l’inclusione” è urgente rafforzare le competenze di educazione finanziaria del mondo femminile e la strada della sinergia con soggetti fortemente motivati come Banca Widiba e autorevoli come Università Cattolica è senz’altro quella da seguire».

«Se c’è una cosa che la ricerca accademica internazionale su Genere e Finanza dimostra è che le cause della differenza di genere in economia e finanza non vanno cercate nelle donne stesse, ma nell’ambiente in cui loro crescono e vivono – dichiara Henriëtte Prast, Senatrice del Parlamento Olandese e Professoressa Emerita di Finanza ed Economia comportamentale dell’Università di Tilburg. Occorre quindi cambiare non le donne, bensì l’ambiente. Il Progetto “Donne e Denaro”, grazie al suo approccio interdisciplinare, contribuisce alla nostra conoscenza di come farlo svelando aspetti finora sottovalutati come le metafore usate nel linguaggio delle imprese e dei mercati finanziari».

«Nel lavoro che portiamo avanti sul linguaggio, osserviamo un’attenzione crescente da parte di molte organizzazioni, che vedono in questo strumento un’opportunità per superare retaggi e forme di discriminazione, di genere e non solo – dichiara Alexa Pantanella, Fondatrice di Diversity & Inclusion Speaking. Un ulteriore segnale di cambiamento, arriva dal lavoro che Banca Widiba sta portando avanti insieme all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Lavoro che si focalizza anche sull’uso del linguaggio nel contesto finanziario e che contribuisce a generare nuova conoscenza e a gettare le basi di un percorso di cambiamento per il futuro. Proprio per questo, siamo felici di dare anche il nostro contributo».