Gli interventi straordinari varati dalle Istituzioni per minimizzare gli impatti dell’emergenza sanitaria hanno avuto un rilevante impatto sul mercato degli NPE, che trova riscontro anche nella contrazione dei tassi di default sui crediti alle imprese.
Per tutto il 2020 è proseguita la contrazione della rischiosità del comparto e, in particolare, nel periodo compreso tra giugno 2020 e dicembre 2020 per le società di capitali il tasso di default è passato dal 3,14% al 2,6% (con una riduzione relativa del -17%). Per le società di persone, invece, si passa dal 2,57% al 2,20% (-14%) mentre per le famiglie produttrici si passa dal 2,93% al 2,74% (-6%).
Nel 2021 l’effetto della misura sul contenimento del rischio di credito ha però iniziato ad attenuarsi progressivamente tanto che, dall’analisi sulle scadenze delle moratorie in essere contenuto nell’ultima edizione dell’Osservatorio NPE realizzato da CRIBIS Credit Management (società del Gruppo CRIF specializzata nella gestione dei processi di Collection e di NPL management), risulta che, senza considerare gli effetti del decreto sostegni bis e quindi le relative potenziali proroghe, sussistono solo circa il 28% del totale dei provvedimenti attivati.
Per altro, le previsioni sono che a fine ottobre le moratorie ancora attive saranno meno del 10% rispetto al perimetro totale dell’iniziativa.

Recupero Performing & Past Due
La dinamica in atto si riflette anche sulle performance di recupero e, nello specifico, l’Osservatorio NPE presenta anche un’analisi sui crediti rateali svolta sulla base dei dati presenti in Eurisc, il Sistema di Informazioni Creditizie gestito da CRIF. Nel complesso le performance di recupero dei contratti rateali in ambito Performing & Past Due, chiaramente collegate al contenimento del rischio di credito, sono state complessivamente migliori nel 2020 rispetto al 2019.
Si registra, in particolare, un incremento del back to bonis rate (ovvero il tasso di rientro in bonis dei contratti con morosità) sostenuto dall’effetto delle moratorie. Nel dettaglio, le performance relative al tasso di regolarizzazione dei contratti rateali sono migliorate del +18%.
Per quanto concerne i crediti che, per eleggibilità o per scelta, non sono stati oggetto di moratorie peggiorano invece le performance di recupero. Si riduce, infatti, del -7% il tasso di stabilizzazione o di miglioramento delle posizioni in insolvenza.

L’andamento delle procedure giudiziali
Relativamente alle procedure mobiliari con un focus sui pignoramenti presso terzi, dall’Osservatorio emerge, negli ultimi 5 anni, un progressivo allungamento delle durate, che passano da una media di 6 mesi nel 2015 a 11 mesi nel 2020. Il fenomeno sembra determinato in modo sostanziale da una progressiva maggior adozione dello strumento con il conseguente ingolfamento dei tribunali.
Nel solo 2020 sono state circa 65 mila le esecuzioni immobiliari chiuse a fronte delle 38mila procedure aperte. Nel 2020, rispetto al 2019, si registra un decremento percentuale delle procedure chiuse pari al 25% e lo stesso decremento percentuale si registra sulle procedure aperte.
Con riferimento alle cause di estinzione delle procedure mobiliari, dall’analisi si evince che il 79% dei pignoramenti si sono estinti a seguito dell’emissione dell’ordinanza di assegnazione, l’11% a seguito di fallimento/improcedibilità/altre cause residuali, mentre la restante parte si è estinta per inattività delle parti (6%) e per rinuncia all’esecuzione (4%).
Gli impatti sul mercato NPE
In un contesto ancora fortemente condizionato dall’evoluzione della pandemia, la dinamica delle cessioni di crediti deteriorati non si è arrestata e il volume di transato nel 2020 risulta sostanzialmente equivalente a quello del 2019. Sono invece aumentate le transazioni in ambito UTP (pari a un quinto del totale transato) coadiuvate dall’ingresso sul mercato di Fondi chiusi dedicati.
Per quanto riguarda invece le cessioni GACS, i dati mostrano come lo strumento abbia consentito lo sviluppo del mercato e continui ad avere un ruolo determinante in termini di quota relativa rappresentando il 40% del totale transato.
Nel complesso, lo strumento GACS ha permesso l’evoluzione e quindi lo sviluppo del mercato secured, che era bloccato prima dell’introduzione di questo strumento e che invece oggi si attesta come il mercato di riferimento per gli investitori, tanto che le aspettative sono che il mercato prosegua con intensità nei prossimi mesi, confermando i trend di crescita nel segmento UtP.
Questo articolo è stato pubblicato sul numero di settembre 2021 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop .