Le nuove commissioni all'ATM non colpirebbero (molto) il FinTech

Il dibattito mediatico in corso sulle commissioni per i prelievi agli ATM ignora un dettaglio: il FinTech abilita già il prelevamento da canali alternativi all'ATM.

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Per chi non ha seguito il dibattito sulle commissioni all’ATM, ecco una sintesi: Bancomat Spa ha proposto un cambiamento fondamentale del modo in cui sono remunerate le banche per i prelievi di contante presso i loro ATM. Al momento è prevista una commissione di circa 50 centesimi che la banca che ha emesso la carta (issuer, in termini tecnici) “gira” alla banca proprietaria dell’ATM (banca acquirer, in termini tecnici). Si tratta di una commissione interbancaria, cioè tra banche, che nulla ha a che fare con le commissioni applicate al cliente.

Il cliente oggi sa prima quanto spende

E qui c’è un punto importante. Nel modello attuale, il cliente sa sempre quanto andrà a spendere. Perché è la banca che gli ha dato una carta (la banca issuer) a decidere se e come il cliente deve pagare una commissione. Molte banche con una propria rete di filiali, infatti, per un prelievo di contanti all’ATM di un’altra banca fanno pagare ben più di 50 centesimi. Mentre tra le banche digitali è comune offrire prelevamenti gratuiti, a volte con un tetto di operazioni mensili: in pratica, la banca paga la commissione interbancaria senza chiedere alcunché al cliente.

0,50 euro a operazione

Le banche digitali, però, hanno un bel vantaggio: versano 50 centesimi a operazione per utilizzare una rete ATM pagata da qualcun altro. Hardware, software, servizi, aggiornamenti di sicurezza, rifornimento di contante, sostituzione della carta per le ricevute: all inclusive, 0,50 euro a prelevamento. Mica male.

Ogni banca decide per la propria rete

Il nuovo modello proposto da Bancomat è una rivoluzione copernicana, dal punto di vista dei costi. Scompare la commissione interbancaria flat uguale per tutti: è la banca proprietaria dell’ATM a decidere in libertà quanto dovranno pagare i clienti delle altre banche. Clienti che scopriranno il costo di quell’operazione solo dopo avere inserito la carta di pagamento nell’ATM. Si può immaginare che le commissioni a carico dei non-clienti saranno altine, per compensare i costi di manutenzione dell’ATM ma anche per fare dei margini. Magari nascondendosi dietro il nobile intento di disincentivare l’uso del contante (da parte dei clienti degli altri, ovviamente).

Chi vuole cambiare e chi no

A chi piace il nuovo modello? Alle grandi banche nazionali, con tante filiali e tanti ATM. A chi non piace? Agli istituti territoriali, i cui clienti devono necessariamente prelevare presso istituti terzi quando viaggiano in Italia per turismo o per lavoro. E alle banche digitali, che ATM propri non ne hanno. Non piacerà probabilmente neppure ai clienti, che ci metteranno un po’ a capire perché prelevare presso la Banca A costa 2 euro e presso la Banca B, magari, 3.

Non piacerà neppure ai piccoli Comuni: abbiamo parlato molte volte della battaglia di Uncem per difendere la presenza di servizi bancari nei centri abitati minori. In cui magari c’è un solo ATM e, per dirla schiettamente, o si preleva lì alle condizioni decise dalla banca, o ci si attacca al tram.

Si può già prelevare altrove

Eppure, le alternative ci sono. I clienti di Banca5, ma anche di SisalPay e di molte carte prepagate di vecchia generazione, spesso oggi non più sul mercato, hanno la possibilità di effettuare operazioni anche nei punti convenzionati, come i tabaccai e le ricevitorie. Come dimostrano le esperienze FinTech come N26 e Hype con viacash, l’ATM non ha il monopolio del cash. Già oggi si può prelevare contante in tabaccai e supermarket (non tutti, non ancora). E ci sono molti esercenti, dalle grandi insegne della distribuzione ai piccoli negozi, che sono interessati a “disfarsi” del contante che hanno in cassa in maniera rapida, digitalizzandolo sui loro conti correnti e ottenendone, magari, persino una commissione.

Ripensare il ruolo dell'ATM?

Un modello win-win capace di fare concorrenza al tradizionale prelevamento da ATM. Che potrebbe addirittura beneficiare dall'adozione di un nuovo modello commissionale ai "bancomat" tradizionali, con prezzi più competitivi e la presenza capillare di supermercati, tabaccai e, perché no, farmacie sul territorio nazionale. Se il prelievo andasse altrove, tra l'altro,  gli Automated Teller Machine potrebbero finalmente evolversi, come spesso auspicato, in postazioni self service per il banking di routine. Vedremo se, poi, si proverà a fare pagare "commissioni da self" anche su quelle.