Crescere in Asean, partendo da Singapore (non solo per il FinTech)

Le principali banche, molte aziende di diversi settori, una comunità di manager expat: la presenza italiana a Singapore ha sempre potuto contare su un ruolo importante del Finance. E oggi, spiega ad AziendaBanca Alberto Martinelli, Presidente della Camera di Commercio Italiana a Singapore (ICCS) (e Managing Director di Julius Baer nella città Stato), ha ancora più senso presidiare questa piccola nazione che apre le porte al mercato asiatico. E che guarda a trend emergenti come FinTech, blockchain e green economy.

Nel Finance il 13,3% del PIL

«Il settore finanziario rappresenta il 13,3% del PIL di Singapore – premette Martinelli – per 170mila impiegati, circa il 4% della forza lavoro. L’attenzione all’innovazione è massima: già nel 2014 il Primo Ministro Lee Hsien Loong ha annunciato l’obiettivo di diventare una Smart Nation entro il 2030. Indicando un percorso di sviluppo economico verso la tecnologia e il valore aggiunto, allontanandosi quindi da oil&gas e spedizioni navali».

Il FinTech guarda al WealthTech

Un annuncio a cui sono seguite azioni concrete: dal 2014 al 2019 il FinTech singaporiano ha sviluppato 1.000 aziende, per circa 10mila dipendenti. «Le attività principali – prosegue Martinelli – riguardano pagamenti e intermediazione di crediti e prestiti. Ma c’è anche molta attenzione al WealthTech: Singapore, nel 2001, ha infatti scelto strategicamente di diventare uno degli hub mondiali del private banking, come testimonia anche la comunità internazionale di manager Finance che vivono qui».

Triplicato il funding

La crescita dell’interesse per il FinTech emerge anche dai dati sul funding: triplicati dai 300 milioni circa che il FinTech ha raccolto nel 2015 ai quasi 900 milioni del 2019. «L’approccio allo sviluppo tecnologico è di ecosistema – afferma Martinelli – e coinvolge il mondo universitario, in primis. La MAS (Monetary Authority of Singapore) fissa delle regole molto chiare per l’innovazione: c’è interesse per blockchain e DLT, ad esempio, ma estrema prudenza sulle cryptovalute per i risvolti legati all’antiriciclaggio. Certo, c’è una questione di talenti, perché qui il pool di competenze locali è limitato e spesso le risorse umane vanno importate. E i costi sono elevati. Ma Singapore è una piattaforma solida da cui guardare all’Asia e soprattutto ai mercati aderenti all’Asean, tra cui Indonesia, Malesia e Thailandia».

I progetti nella sostenibilità

Le opportunità non sono solo per il FinTech nostrano: le banche italiane hanno diverse ragioni per tenere d’occhio quello che accade nella città-stato per intercettare opportunità per le nostre imprese. Singapore, ad esempio, ha appena annunciato una strategia Green decisa. «A cui è seguito un piano infrastrutturale di green bond per 19 miliardi di dollari americani – prosegue Martinelli. Il tema della sostenibilità, qui, è storico: lo Stato non ha fonti di acqua dolce ed è costretto a importarla o a desalinizzare quella marina. Lo storico Ministero dell’Acqua è stato trasformato in un Ministero della Sostenibilità e l’obiettivo è diventare un hub per la finanza green e blue. Dove il colore blu indica proprio l’acqua, e quindi temi come il futuro delle città costiere di fronte al cambiamento climatico e all’innalzamento del livello dei mari, ma anche la lotta alla dispersione della plastica nelle acque».

Gli spazi per le imprese italiane

Per l’Italia e per le sue imprese, quindi, le opportunità di investimento non si limitano alle startup. «Sono molti i settori per cui Singapore può essere un incubatore, uno spazio per sviluppare progetti ed esportarli poi nei Paesi limitrofi – conclude Martinelli. Penso alle infrastrutture, ma anche ad ambiti come il packaging: qui la pandemia ha ulteriormente accresciuto l’abitudine asiatica dell’asporto degli alimenti. Ma in ottica green, il packaging deve essere eco-sostenibile. Un altro ambito di forte spinta è quello della mobilità elettrica e della guida autonoma: la metropolitana di Singapore è senza conducente, così come alcuni autobus. E dal 2025 tutti i taxi dovranno essere elettrici».

 

APERTO UN DESK A MILANO

La Camera di Commercio Italiana a Singapore (ICCS – Italian Chamber of Commerce in Singapore) ha aperto un desk a Milano, presso la filiale di Banca Popolare di Sondrio di Via Santa Maria Fulcorina 1. Grazie all’accordo, la ICCS può contare su uno spazio in cui ricevere gli imprenditori singaporiani in trasferta in Italia e/o organizzare incontri con le PMI italiane del territorio per raccontare le opportunità di sviluppo del business e le prospettive di crescita a Singapore e in generale nel Sud Est Asiatico, con un focus specifico anche su Malesia, Birmania e Indonesia. Il desk è aperto ad aziende, startup e imprenditori interessati a esplorare le possibilità di internazionalizzazione o a valutare l’espansione produttiva in quest’area geografica previo appuntamento con il gruppo di lavoro della ICCS o il Servizio Internazionale della Banca Popolare di Sondrio. «La nostra banca – aggiunge Mario Erba, Vicedirettore della Banca Popolare di Sondrio – assiste da numerosi anni le aziende clienti impegnate in processi di internazionalizzazione con servizi di assistenza specialistica, grazie anche al rapporto che da anni ci lega al sistema delle Camere di Commercio Italiane all’Estero. Con la Italian Chamber of Commerce in Singapore vantiamo una pluriennale relazione di collaborazione reciproca, a vantaggio della nostra clientela che gode di un accesso privilegiato ai servizi camerali per espandersi nel sud-est asiatico».

 

 

 

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