24 MESI DI ANALISI

I passetti in avanti dell’euro digitale: 2 anni per decidere che forma avrà

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La via dell’Eurozona alla valuta digitale passa per il confronto e l’azione di sistema. A 9 mesi dalla pubblicazione del rapporto sull’euro digitale, di ascolto di cittadini e professionisti e di prime sperimentazioni, la BCE ha deciso di passare alla fase 2.

Che è, ancora, di analisi e di ascolto delle indicazioni di utenti, commercianti e intermediari. Se nella fase di sperimentazione preliminare non sono emersi ostacoli tecnici, infatti, ora è il momento di guardare agli obiettivi che si vogliono raggiungere con l’euro digitale. A quali esigenze dei cittadini dare risposta, come prevenire attività illecite, come non sconvolgere la stabilità finanziaria e la politica monetaria.

L’euro digitale si farà? Forse

Non è ancora un via libera all’euro digitale: la decisione su una possibile emissione verrà dopo e la BCE ha tenuto a precisare che la moneta digitale affiancherà il contante, senza sostituirlo.

La prudenza attraversa tutte le comunicazioni della BCE sul tema. Perché negli ultimi 9 mesi gli interventi sul tema ci sono stati, e dei più disparati: dai convegni paludati e tecnosciovinisti di chi nell’euro digitale non vede altro (o non vuole vedere altro) che i possibili effetti positivi, fino agli interventi duri e critici di chi teme uno sconvolgimento del sistema bancario esistente o il pericolo di una moneta “tracciabile e tracciante”.

La via europea: il confronto

«Ci confronteremo con il Parlamento europeo e gli altri organi decisionali europei – da dichiarato non a caso Fabio Panetta, Membro del Comitato esecutivo della BCE e Presidente della task force ad alto livello per un euro digitale – informandoli regolarmente in merito ai risultati delle nostre analisi. Saranno coinvolti anche i cittadini, i commercianti e il settore dei pagamenti».

Caratteristiche del digital euro

Ancora una volta si sottolinea il coinvolgimento di tutti gli attori nella definizione di quello che sarà, anzi, pardon, “potrebbe essere”, l’euro digitale, in una fase di analisi che punta a:

  • individuare le caratteristiche funzionali dell’euro digitale in base alle esigenze degli utenti, con la definizione di prototipi;
  • esaminare gli impieghi prioritari dell’euro digitale per raggiungere l’obiettivo di offrire una forma di moneta digitale di banca centrale, efficiente, accessibile e priva di rischi;
  • identificare le modifiche del quadro normativo dell’UE che potrebbero essere necessarie e che saranno discusse e decise dai colegislatori europei;
  • valutare il possibile impatto dell’euro digitale sul mercato, con attenzione alla privacy e a evitare rischi per cittadini, intermediari ed economia dell’area euro;
  • definire un modello di business per gli intermediari vigilati nell’ecosistema dell’euro digitale.

Insomma: tutto si può fare, vediamo insieme che cosa vogliamo che sia questo “digital euro”.

Centralizzata o no? TIPS o DLT? 

Tutto da decidere anche per l’infrastruttura. La BCE fa sapere che sia TIPS (Target Instant Payment Settlement), cioè l’infrastruttura di casa per i pagamenti istantanei, sia “soluzioni alternative come la blockchain” riescono a gestire oltre 40mila transazioni al secondo. Sia con un modello accentrato sia con uno decentrato.

Il digital euro sarà eco-sostenibile

Una certezza, però, c’è: anche l’euro digitale rispetterà la nuova anima green dell’Unione Europea. Le architetture sottoposte a test hanno utilizzato una quantità di energia “trascurabile” rispetto ad altre criptoattività spesso accusate di essere energivore (che lo siano o meno è tutto da dimostrare, ma questa è un’altra storia). Link a https://docsend.com/view/adwmdeeyfvqwecj2