BCC Roma: si può diventare grandi, mantenendo l’anima cooperativa

Maurizio Longhi, Presidente di BCC Roma

Tra i protagonisti del credito cooperativo italiano, la BCC di Roma è quella di dimensioni maggiori. Appartenente al Gruppo Bancario Iccrea, la banca totalizza 860 milioni di patrimonio, 14 miliardi di raccolta e 15 miliardi di totale attivo.

Numeri che la qualificano tra le prime 20 banche italiane, secondo la classificazione di Mediobanca.

Ma che, come ha raccontato ad AziendaBanca Maurizio Longhi, dal 25 maggio 2022 Presidente di BCC Roma, non intaccano un modello di servizio basato sul presidio del territorio, che viene integrato e non sostituito dai canali digitali.

AG. Il credito cooperativo è cambiato moltissimo negli ultimi anni. Nell’immaginario comune una BCC è ancora una piccola banca locale con pochi sportelli. La BCC di Roma ha 185 filiali e 1.470 dipendenti: si può essere al contempo BCC e “big”?

ML. La riforma del credito cooperativo è stata uno spartiacque.

Oggi ci sono poco meno di 120 banche nel Gruppo Iccrea e circa 70 nel Gruppo Cassa Centrale. Dopo 4 anni, possiamo dire senza dubbio che l’adesione obbligatoria a una Capogruppo ci ha dato una cornice di rafforzamento.

La percezione della BCC come una piccola realtà locale non è errata. Ma ogni singola BCC è diversa dall’altra. La nostra Banca ha un assetto organizzativo consolidato e un patrimonio consistente, che ci permettono di mantenere un efficace modello di servizio cooperativo.

Continuiamo a fare banca secondo i valori del credito cooperativo e lo facciamo in modo stabile ed efficiente. Si può presidiare comunque da vicino un territorio, anche con le dimensioni di una banca non piccola.

AG. Ecco, il presidio del territorio. Si parla da anni di scomparsa della filiale fisica e di spostamento della clientela sul digitale. Il vostro modello è esattamente all’opposto: come vivete il tema dell’evoluzione dei canali?

ML. La transizione digitale riguarda tutti i settori e ogni azienda, ma il ruolo della relazione, della stretta di mano, resta importante per tutti e fondamentale per una BCC.

La clientela si aspetta che i servizi standard siano accessibili anche da web e mobile banking: per alcuni, è impensabile andare in filiale per operazioni semplici.

Ma noi non siamo, né saremo mai, una digital bank.

Manterremo il presidio territoriale per tutta l’operatività bancaria, in particolare per la consulenza e il confronto con il cliente.

Al contempo, metteremo a disposizione di coloro che vogliono servirsene servizi digitali innovativi, senza rinunciare quindi a un cambiamento e a una transizione che sono inevitabili.

Al contempo, per rendere più efficiente l’operatività delle filiali, abbiamo esternalizzato le attività di back office alle società strumentali del Gruppo Bancario e abbiamo ampliato le deleghe di credito degli sportelli in rete.

Con queste decisioni, abbiamo tolto le attività di routine dalla filiale, ma abbiamo mantenuto sul territorio i processi di relazione sia con la clientela sia con gli enti agevolativi del credito. Le nostre filiali non sono state trasformate in semplici punti vendita.

E sia come Banca, sia come Gruppo, non abbiamo operato chiusure massicce di sportelli.

AG. La consulenza resta quindi la strada per la sostenibilità economica della filiale?

ML. BCC Roma, con il Gruppo Iccrea, sta sviluppando modelli di consulenza avanzati in ambito wealth management, con una struttura dedicata, in linea e secondo gli standard offerti da banche che lo fanno da più tempo di noi.

Ma lo stiamo facendo con lo stile e il modello di business proprio del credito cooperativo: perseguiremo livelli di efficienza in termini di redditività e struttura dei costi, ma senza ridurre la presenza sul territorio.

AG. La consulenza in ambito finanziario si confronta con un momento difficile. C’è timore dei mercati azionari e tornano in auge prodotti considerati sicuri, come i conti deposito. In periodi come questo, la presenza territoriale è un vantaggio rispetto al digitale?

ML. Qui abbiamo un precedente importante. Ad aprile 2020, in uno dei momenti più cupi della pandemia, abbiamo spiegato ai nostri clienti l’importanza di non agire d’impulso.

La consulenza finanziaria vuol dire anche questo: parlare, spiegare, rassicurare.

I clienti restano con noi anche alla luce di quella esperienza, con le agenzie rimaste sempre aperte anche durante il lockdown.

Chiaramente, dobbiamo anche fornire una risposta alle richieste attuali dei clienti, secondo il nuovo scenario e andamento di mercato.

I rendimenti dei titoli di Stato sono diventati più attrattivi e con la crescita generalizzata e rapida dei tassi di interesse il mercato si sta orientando verso una maggiore remunerazione della liquidità.

Abbiamo quindi strutturato anche noi dei conti deposito, con una durata da 9 mesi fino a 36 mesi, che remunerano in maniera adeguata la raccolta diretta presso la banca.

AG. Le principali economie si stanno confrontando con la sfida dell’ESG. E la transizione green, legata alla E di Environment, si è imposta all’attenzione di tutti sia per il cambiamento climatico sia per la crisi energetica. Come state lavorando sul fronte della sostenibilità ambientale?

ML. Il green è una sfida già attuale. I criteri ESG per la normativa europea di Vigilanza sono integrati dalle linee guide EBA sulla Loan Origination and Monitoring. Dobbiamo constatare che l’Unione Europea sui temi ESG è più rigorosa rispetto agli Stati Uniti: si tratta di un dato di fatto, a mio giudizio pienamente condivisibile, che influenza però il quadro competitivo per banche e imprese.

La BCC di Roma ha definito un proprio Piano Strategico di Sostenibilità, che fissa 44 obiettivi nei tre comparti dell’acronimo ESG.

La tecnologia ci aiuta: la dematerializzazione è ormai arrivata a numeri importanti, con la firma grafometrica usata dal 88% dei clienti.

Per l’impatto diretto delle nostre attività puntiamo a ridurre l’utilizzo della carta e a usare quella riciclata quando indispensabile.

Utilizziamo ampiamente carta riciclata ed energia proveniente da fonti rinnovabili. Abbiamo definito obiettivi di riduzione dell’uso della plastica, installando distributori di acqua nelle nostre sedi. E definiremo progetti di mobilità sostenibile, come il carpooling, per abbassare l’inquinamento atmosferico derivante dagli spostamenti.

Ma facciamo moltissimo anche nell’impatto indiretto. Nel risparmio gestito promuoviamo da molto tempo linee di gestione denominate “etiche”. L’87% dei prodotti delle nostre Gestioni Patrimoniali è sostenibile, in linea con gli obiettivi ESG, per un totale al 30 settembre 2022 di 390,9 milioni di euro e 8.700 contratti.

E c’è una ulteriore componente sostenibile nel risparmio gestito: il cliente paga una commissione solo se la gestione patrimoniale performa. Nella seconda metà del 2022, ad esempio, non abbiamo applicato commissioni.

AG. La transizione verde ha anche bisogno di credito. Che cosa offrite a famiglie e imprese?

ML. Abbiamo diverse linee di credito dedicate. Alle famiglie proponiamo soluzioni per fotovoltaico, impiantistica, infissi, interventi di riqualificazione e così via, anche con massimali importanti.

E l’offerta è ancora più ampia per le imprese, si spazia dal fotovoltaico al biogas. D’altronde, abbiamo visto in questi mesi che le aziende che hanno installato impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile hanno ottenuto risparmi molto importanti a fronte dei rincari delle bollette.

AG. Ci sono poi le altre due lettere di ESG, cioè l’impatto sociale e la governance. Come interpretate queste due voci, alla luce dei valori del credito cooperativo?

ML. Ritengo di potere affermare che su questi fronti siamo notevolmente più avanti delle altre realtà bancarie.

L’impatto e l’azione concreta nel sociale sono statutariamente fissati nei principi e nei valori etici delle BCC, che devono svolgere azione di raccolta e reimpiego nei territori in cui operano, sostenendo famiglie e aziende.

Siamo da sempre in prima linea sul fronte della sostenibilità e del supporto sociale.

Nei primi giorni della pandemia abbiamo erogato 380mila euro ai presidi ospedalieri delle zone in cui siamo operativi.

E i nostri 27 Comitati Locali gestiscono oltre 2 milioni di euro l’anno di erogazioni: la nostra filosofia è di dare poco, ma a tanti soggetti.

Il contributo medio, infatti, è di circa 1.000 euro, ma riusciamo in questo modo a sostenere tantissime realtà associative del terzo settore, oltre alle parrocchie e a chi si occupa dei soggetti svantaggiati in tutti i territori di riferimento.

E poi abbiamo la presenza femminile: il 43% dei dipendenti della banca è donna e la quota sta crescendo, perché il 46% dei neoassunti è di genere femminile.

Soprattutto, aumentano le donne in posizioni di responsabilità e di vertice. E una rilevazione sul gender gap, nel 2021, ha confermato che non ci sono grandi differenze di retribuzione in BCC Roma.

AG. C’è molta attenzione sulla Gen Z, la prima generazione di nativi totalmente digitali, che sta entrando nel mondo del lavoro e nella piena età adulta. Come comunicate con questi giovani? E i valori del credito cooperativo hanno ancora presa su di loro?

ML. Si tratta di una generazione molto digitale, ma che è alla ricerca di confronto.

La nostra BCC vuole porsi come un interlocutore per il futuro dei giovani: per l’educazione finanziaria, ad esempio, ma anche per trovare lavoro in banca.

Per avvicinare i giovani al credito cooperativo, occorre che il credito cooperativo si interessi a loro.

Ascoltandoli, ad esempio. Stiamo anche presidiando attentamente la comunicazione social e abbiamo aderito a progetti per l’imprenditorialità, come Resto al Sud di Invitalia.

Abbiamo avviato un’agevolazione speciale per gli under 30, che possono diventare soci della banca sottoscrivendo 10 azioni per un controvalore di 103 euro (anziché 100 azioni per 1.033 euro, come accade per gli altri, NdR).

L’obiettivo è chiaro: agevolare il ricambio generazionale della banca, facilitando l’ingresso di soci giovani, capaci di giocare un ruolo attivo nel futuro della BCC.

Il nostro Consiglio di Amministrazione è composto da membri giovani, con meno di 45 anni. E teniamo aperto il contatto coi giovani tramite i premi di laurea e diplomi ai soci, o ai figli di soci, che prendono il massimo dei voti: dal 1999 a oggi abbiamo premiato 2.400 ragazzi con un totale di 900mila euro.

AG. Un’ultima domanda sull’attuale contesto macroeconomico. Usciamo da anni difficili, nei quali è tornata in auge un’espressione emblematica come “permacrisi”. Come state guardando al 2023 e al prossimo futuro?

ML. Il 2022 si era aperto con una sensazione diffusa di speranza per una ripresa dopo la pandemia. E invece abbiamo affrontato un nuovo e diverso evento impensabile, una guerra, che ha aggravato gli effetti della spinta inflazionista che era però cominciata già nei mesi precedenti.

Non ci siamo fatti trovare impreparati. A gennaio 2022, ad esempio, già offrivamo a famiglie e imprese prodotti di finanziamento per far fronte al caro-energia.

Certamente anche il rialzo incrementale dei tassi di interesse, avviato dalla BCE per cercare di controllare l’inflazione, ha avuto un impatto, ad esempio sulle rate dei mutui a tasso variabile.

Come banca cerchiamo di mantenere un moderato ottimismo. Continueremo a seguire una politica di prudenza e di accantonamenti, in linea con le indicazioni di Vigilanza che invitano a fare attenzione ai crediti deteriorati.

Nel prossimo triennio, in linea con le indicazioni strategiche della Capogruppo Iccrea ridurremo l’NPL ratio lordo sotto il 4%, considerando che già oggi il nostro livello di copertura di tutto il comparto deteriorato è pari al 72,4%, contro il 49,8% del sistema bancario nel suo complesso, con le sofferenze coperte in misura pari al 92,4%.

Proprio lo scorso anno, però, c’è stata un’importante prova di resilienza delle nostre imprese.

C’era una certa apprensione per la scadenza della moratoria sui mutui, avviata con lo scoppio della pandemia.

Molti si chiedevano se le imprese avrebbero ripreso regolarmente i pagamenti, oppure no.

Noi pensavamo di sì e abbiamo avuto ragione: la misura delle moratorie è stata ben disegnata dal Governo ed è riuscita a proteggere le aziende.

BCC di Roma ha concesso quasi 1,6 miliardi di moratorie e la quasi totalità dei soggetti interessati, al venir meno della misura agevolativa, ha ripreso regolarmente i pagamenti.

 

Questo articolo è stato pubblicato sul numero di aprile 2023 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop

 

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