indagine EY-SWG

Bancassurance ancora poco nota. Quasi metà degli italiani usa il risparmio come strumento di tutela

Bancassicurazione indagine EY SWG

Solo tre italiani su cinque sanno che possono richiedere un servizio assicurativo in banca, ma circa un terzo ne ha una conoscenza solo superficiale. E, nonostante l’importanza diffusa al pianificare per il futuro, solo il 50% si tiene informato su come proteggersi dagli imprevisti.

Sono i dati emersi dall’indagine “Bancassicurazione: la prospettiva dei clienti”, realizzata da EY, in collaborazione con SWG, che offre uno sguardo sulla percezione e le aspettative dei consumatori italiani nei confronti del modello bancario-assicurativo.

L’indagine, condotta su un campione di oltre 1.000 persone in Italia, tra i 25 e i 74 anni, evidenzia tendenze, sfide e opportunità per il settore.

Tra il Vita, visto anche negativamente, e il Danni, più obbligo che necessità

Le polizze sono percepite principalmente come strumenti di protezione dai rischi (45%) e di investimento per il futuro (29%), con solo il 10% degli intervistati che le percepisce negativamente.

Esiste però una forte differenziazione tra chi ha sottoscritto esclusivamente prodotti Vita e i clienti del comparto Danni, con questi ultimi che spesso si limitano a vedere il prodotto assicurativo come un obbligo o una necessità (24% contro il 14% del totale).

Le preoccupazione dei consumatori

Tra le principali preoccupazioni degli italiani c’è l’invalidità (55%), particolarmente sentita dai giovani (60%), e la stabilità lavorativa (36%).

Gli italiani tra i 55 e i 74 anni temono la non autosufficienza e di gravare sui propri cari (52%).

Risparmio, più che protection

Gli strumenti di tutela per il proprio futuro più apprezzati sono i risparmi in banca (45%), seguiti dalle assicurazioni a tutela in caso di morte o invalidità (TCM e LTC), sebbene giudicate costose da quasi la metà degli italiani.

Al terzo posto, in egual misura, si trovano i fondi pensionistici e una buona rete familiare (28%).

Sfide e opportunità per il settore bancassicurativo

Secondo l’indagine, le due componenti di servizio più ricercate dai clienti della bancassicurazione sono quelle inerenti ai servizi assistenziali legati alla salute (es. prenotazione visite specialistiche, telemedicina, consegna farmaci a domicilio), interessanti per il 45% dei clienti intervistati e, con il 28% dei consensi, i servizi legati alla risoluzione di incidenti domestici (es. invio di un fabbro, centro assistenza in caso di furto, pronta riparazione vetrate o allagamenti, ecc.).

Migliorare la gestione dei sinistri

La gestione dei sinistri è percepita invece come un’area critica, con il 75% degli intervistati che ritiene le compagnie assicurative tradizionali più efficienti rispetto alle banche.

Fiducia e propensione all’acquisto

La fiducia nelle banche e nelle assicurazioni rimane bassa, con un voto medio di 5,1 su 10.

Circa il 30% dei non bancassicurati si dichiara propenso a sottoscrivere un prodotto di protezione attraverso un canale bancario.

Chi è più propenso a stipulare una polizza in banca, apprezza in particolare la presenza di un unico intermediario (34%), le condizioni economiche favorevoli (24%) e la fiducia nel proprio consulente finanziario (18%).

Commenta Nicola Panarelli, Financial Services Consulting Leader, EY: «Nonostante la scarsa conoscenza del concetto di bancassicurazione tra i consumatori italiani, la fiducia e la preferenza per questo modello sono in crescita, soprattutto tra i giovani nella fascia tra i 25 e i 34 anni; il 42% di questi si dichiara propenso a sottoscrivere un prodotto assicurativo - sia di investimento ma anche di protezione dei propri beni (38%) nonché polizze salute e infortuni (34%) - attraverso un canale bancario, un dato superiore di diversi punti percentuali rispetto al totale del campione intervistato. Quello dei giovani emerge, quindi, come un target dall’alto potenziale per la bancassicurazione, che deve pertanto sempre più valorizzare, da un lato, la conoscenza della propria base clienti per offrire soluzioni “a valore” e, dall’altro, fare leva su tecnologia e interazione digitale per migliorarne la customer experience».