Digitalizzare il credito su pegno, prodotto antichissimo risalente ai monti di pietà medievali e alle origini del banking. L’impegno di Banca Sistema nel pegno è noto. Nel 2019 l’acquisizione del ramo di business di Intesa Sanpaolo (sei filiali con 60 milioni di crediti) portò al raddoppio della rete di ProntoPegno. A giugno 2021, invece l’acquisto del portafoglio di crediti dei Monti di Pietà del Gruppo CR Asti ha portato all’apertura dei quattordicesimo punto sul territorio, proprio ad Asti. Nel quarto trimestre 2021, questa linea di business è cresciuta del 16% anno su anno.
Un’esperienza utente da rinnovare
Ma il pegno ha un grande potenziale non solo di business, ma anche di innovazione «perché segue ancora un modello praticamente immutato da secoli – afferma Gianluca Garbi, Amministratore Delegato del Gruppo Banca Sistema – offrendo al cliente un’esperienza esclusivamente fisica, fatta di code fuori dal Monte di Pietà, di valutazione dal vivo del bene da parte di un perito, di visite periodiche in filiale per rinnovare il prestito ogni 3 o 6 mesi. E anche le aste dei beni non riscossi si svolgevano fisicamente».
Cambiare la percezione del pegno
E invece, è la scommessa del Gruppo Banca Sistema, il credito su pegno ha moltissimo da dire, anche ai giorni nostri. Perché grazie al digitale può dare risposta a una serie di trend attualissimi, come la voglia di economia circolare e l’inclusione finanziaria. «Vogliamo allontanare il credito su pegno da una percezione negativa – spiega Garbi – di “prodotto da ultima spiaggia”, cosa che non è affatto. Lo dice un dato: il livello di default è intorno al 5%, solo una minoranza dei clienti non è in grado di ripagare il finanziamento. Dobbiamo superare la narrazione negativa diffusa anche dai media: spesso si rivolgono a noi i non bancarizzati, il 30% dei nostri clienti è un immigrato con un lavoro regolare e uno stipendio fisso, che però non ha accesso al banking tradizionale».
L’inclusione grazie al superfluo
La possibilità di dare in garanzia un bene superfluo, non necessario, per ottenere un finanziamento diventa così uno strumento di inclusione finanziaria. Impedendo che queste persone finiscano per rivolgersi a usurai o criminali. «Mi sembra significativo sottolineare che il prestito viene erogato a fronte di qualcosa che alla famiglia del cliente non serve – ribadisce Garbi – e che non viene venduto a ProntoPegno, ma solo dato in garanzia. In un momento storico in cui ci interroghiamo sull’economia circolare e sul riuso degli oggetti, è un modo di estrarre valore dal superfluo».
Tutto (o quasi) da app
Alla nuova immagine del credito su pegno può contribuire anche un’esperienza digitale. Il primo step è stato il lancio di una app che offre una pre-valutazione del bene che si vuole dare in pegno, senza muoversi da casa. Per poi fissare un appuntamento in filiale in caso di interesse. «Si fa tutto da smartphone – racconta Garbi – e abbiamo eliminato le code fuori dalle filiali ProntoPegno. Nell’estate dal 2021 abbiamo poi rilasciato una nuova app, Digital Pegno, che permette di rinnovare il finanziamento da smartphone, senza andare in filiale, pagando le commissioni con carta. In pochi mesi abbiamo avuto 4mila download. Da agosto permettiamo anche di partecipare alle aste dal canale online: a oggi il 60% delle offerte passa dal digitale, con un 30% di aggiudicatarie».
Identificazione online per la CQS
Il legame tra retail e digitale è evidente anche nel business Cessione del Quinto, in cui Banca Sistema ha registrato a settembre 2021 impieghi intorno al miliardo di euro, con una crescita dell’outstanding del 3%. La Banca ha recentemente introdotto l’identificazione online di clienti e prospect mediante SPID e Carta di identità elettronica. «Parliamo di 26 milioni di SPID e 25 milioni di CIE nel nostro Paese – commenta Garbi –, numeri che fanno capire che una parte importante della nostra popolazione guarda al digitale. E la nostra operatività deve andare in quella direzione». Una svolta tecnologica che permetterà di sottoscrivere la CQS anche in canali “non tradizionali”, cioè mediante accordi distributivi con imprese e intermediari finanziari: nel 2021 Banca Sistema ha attivato una ventina di nuovi accordi e il prodotto QuintoPuoi vene distribuito da oltre 40 intermediari OAM.
Meno digitale per il factoring “su misura”
Il factoring è la linea di business della Banca che meno si presta a una digitalizzazione spinta. E questo per il modello di Banca Sistema, che lavora «sui crediti verso la Pubblica Amministrazione, e questo limita la possibilità di digitalizzare l’origination rispetto a quanto accade nel factoring tradizionale. Ogni singolo appalto pubblico è infatti un mondo a sé, che i nostri legali devono studiare nelle sue specificità per creare un contratto “su misura” e a valore aggiunto. È un lavoro pieno di eccezioni che non si presta all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, ma richiede quella umana». L’automazione è invece già avvenuta nel reporting, con la creazione di una piattaforma di supporto per i collector che vanno fisicamente presso i Tesorieri degli enti locali a indagare sul ritardo nei pagamenti delle fatture. Tutte le informazioni raccolte vengono inviate telematicamente a livello centrale: e i clienti hanno un portale da cui vedere lo stato del pagamenti di ogni fattura. I volumi del factoring nel terzo trimestre sono cresciuti del 14% rispetto al medesimo periodo del 2020, sfiorando i 3 miliardi di impieghi. «Anche questa volta cresciamo più del mercato, che si è fermato poco al di sotto del 10% – commenta Garbi – ma in parte le performance sono legate alle maggiori risorse finanziarie messe a disposizione della P.A. per gestire l’emergenza Covid. Non è un cambiamento strutturale, ma una conseguenza della pandemia».
Questo articolo è stato pubblicato sul numero di dicembre 2021 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop.