Riprendiamo da dove eravamo rimasti, ovvero dalla constatazione che il Covid-19 non ha fermato le rimesse di denaro che i lavoratori stranieri inviano nel paese di origine.
Questo, almeno, era quanto emergeva dai dati di Banca d’Italia riferiti al secondo semestre del 2020 che quantificavano in oltre 3,3 miliardi di euro il flusso di rimesse fuoriuscito dall’Italia, il 17% in più rispetto al primo semestre 2019, quando si arrivò a 2,8 miliardi di euro.
I dati di fine 2020
Puntuale come sempre, la Banca Centrale ha recentemente diramato il report “Le rimesse verso l’estero degli immigrati in Italia” con valori aggiornati al terzo trimestre del 2020 che confermano la tendenza positiva del flusso.
Aumento delle rimesse
Infatti, nei primi nove mesi dello scorso anno le rimesse sono aumentate del 19% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, passando da 4,4 miliardi di euro a 5,3 miliardi (€ 5.282.000.000).
Effetto lockdown...
E pensare che il 2020 non era iniziato bene: nel primo trimestre, quindi con il solo mese di marzo interessato dal lockdown, il volume delle rimesse si attestò sul miliardo e 281 milioni di euro, quasi 100 milioni di euro in meno rispetto allo stesso periodo del 2019, quando venne oltrepassata quota un miliardo e 382 milioni di euro.
... e ritorno alla normalità
La causa della crescita delle rimesse nonostante il particolare periodo potrebbe essere individuata nel fatto che una parte cospicua delle rimesse informali, quelle cioè fatte pervenire nel paese di origine per il tramite di amici, parenti o altri sistemi, potrebbe essere confluita in quelle formali (monitorate da Banca d’Italia) in quanto il lockdown ha impedito per diverso tempo gli spostamenti, specie quelli oltreconfine, delle persone e quindi anche di coloro che potevano essere il mezzo per far giungere il denaro a destinazione.
Lo stop agli spostamenti...
Un altro fattore che ha determinato la crescita delle rimesse nel periodo osservato caratterizzato dalla generale contrazione dell’economia mondiale a causa della pandemia, potrebbe essere il rientro nei loro paesi di origine degli immigrati che hanno preferito seguire l’evolversi della difficile situazione in patria.
... è una tesi meno plausibile
Questa seconda tesi, però, risulta meno plausibile della prima in quanto in una simile circostanza il migrante avrebbe portato con sé i propri risparmi senza inviarli tramite i momey transfer o gli altri canali formali (che comunque hanno un costo).
Romania in testa
Il Paese che ha ricevuto il flusso più consistente di rimesse dall’Italia nei prime nove mesi del 2020 è stato la Romania con oltre 531 milioni di euro, nel primo semestre 2019 il flusso aveva oltrepassato i 368 milioni di euro.
Gli altri Paesi della classifica
A seguire il Bangladesh con 522 milioni (€ 288.990.00 nei primi sei mesi), il Senegal con 342,7 milioni (€ 219.810.000), il Marocco con quasi 339 milioni (€ 207.500.000) ed il Pakistan con 328,3 milioni (€ 199.740.000).
Exploit per l’Ucraina
Da segnalare, poi, l’exploit delle rimesse di denaro verso l’Ucraina che hanno oltrepassato nei primi nove mesi del 2020 i 278,7 milioni di euro (+ 118%), la Nigeria oltre 156,4 milioni (+109%) e la Moldavia oltre 131,1 milioni (+65%).
Italia contro corrente
La Banca Mondiale prevedeva per il 2020 una forte contrazione delle rimesse a livello globale, al momento l’Italia sembra andare contro corrente.