Il lancio della banca diretta per le imprese, b-ilty, è uno dei pilastri del Piano Industriale al 2025 di illimity. Il debutto è previsto all’inizio del 2022: con Carlo Panella, Head of Direct Banking, siamo partiti dalla banca digitale per le PMI per fare il punto sull’evoluzione dell’offerta di banca diretta di illimity.
Alberto Grisoni. Negli ultimi anni abbiamo visto molte neobanche e Fintech rivolgersi a PMI e microimprese. Alcune nuove iniziative, tra cui la vostra, sono in partenza per il 2022. Perché proprio adesso le aziende entrano nel radar del banking digitale?
Carlo Panella. Una prima spiegazione è che nel segmento retail ci sono già molti player. Le imprese sono storicamente legate alla banca tradizionale per i bisogni di credito, una vera àncora della relazione. Ma in realtà ci sono moltissimi servizi che possono facilitare e arricchire la vita dell’azienda, basta solo volerli immaginare. Noi stiamo per lanciare b-ilty perché in due anni abbiamo costruito una banca retail che performa molto bene: ora siamo pronti a unire l’industrializzazione permessa dalla piattaforma digitale e il credito.
AG. La promessa di facilitare la vita dell’imprenditore è comune a tutte le banche digitali che si rivolgono a PMI e microimprese. B-ilty sarà focalizzata sulle PMI: quali sono i bisogni a cui volete dare risposta?
CP. Vogliamo offrire al segmento aziende quello che abbiamo imparato lavorando con gli individui. L’imprenditore ha bisogno di servizi semplici e chiari, perché deve concentrarsi su quello che accade in azienda. Sviluppare questa idea non è banale: ad esempio, abbiamo progettato una dashboard che fornisca una visione di insieme dello stato dell’impresa, partendo dai conti correnti, aggregando anche quelli presso altre banche. E stiamo pensando anche a un conto corrente semplice ed immediato.
AG. Semplicità e chiarezza sono anche due ingredienti della user experience ideale. Su che cosa state lavorando?
CP. Abbiamo messo al lavoro sulla piattaforma imprese gli stessi colleghi che hanno costruito l’esperienza del segmento retail. La experience, però, è qualcosa di difficile da raccontare: l’utilità di alcune notifiche, la piacevolezza di una navigazione fluida che ti permette di fare le cose al meglio, sono cose che vanno provate in prima persona. Stiamo portando avanti dei focus group con imprenditori per parlare con loro e ascoltare che cosa vorrebbero. E ci concentriamo sui bisogni più comuni, quelli che emergono chiaramente in quasi tutti i casi. Anche perché un ascolto eccessivo può sempre diventare rischioso.
AG. In che senso?
CP. Se ci limitiamo a dare al cliente quello che vuole, avremo un miglioramento del servizio, ma non una vera innovazione. Se un’azienda vuole fornire un servizio realmente diverso, deve guardare anche al di fuori dell’offerta esistente, verso altri settori e modelli. Certo, siamo avvantaggiati dal fatto che nel banking digitale per le imprese c’è veramente molto da fare.
AG. Punterete su un prodotto o un servizio specifico, in fase di lancio?
CP. Faremo la banca e non saremo verticali su un solo prodotto: il punto di ingresso è il cliente nella sua interezza, non uno specifico tassello di offerta. Punteremo sicuramente sull’idea di una piattaforma totalmente digitale e senza carta. E per le aziende questo obiettivo è sfidante: le imprese sono complesse, ci sono firme congiunte, disgiunte, manager che devono autorizzare le disposizioni inserite da altri dipendenti, le deleghe a operare per il commercialista e così via. Ma nel primo trimestre 2022 saremo sul mercato.
AG. È ormai impensabile servire il cliente senza integrare l’offerta di prodotti di terze parti. Voi con chi state lavorando?
CP. Illimity svolgerà il suo mestiere di banca ma costruiremo un ecosistema di partner per dare servizi utili alle aziende. Due accordi sono già stati comunicati. Il primo con Amazon per Accelera Italia, un programma di formazione digitale per le aziende; il secondo con Open-es, piattaforma per assistere le imprese nello sviluppo sostenibile delle filiere produttive. E stiamo lavorando a un ecosistema di natura commerciale: l’idea è di costruire soluzioni possibili solo grazie alla collaborazione tra player differenti, sia in termini distributivi sia per l’integrazione di dati. Anche qui, faremo tesoro dell’esperienza fatta nel mercato retail.
AG. Proprio nel retail, però, c’è la percezione che l’open banking finora non sia stato all’altezza delle aspettative iniziali.
CP. Come illimity, abbiamo avuto i risultati che ci attendevamo al lancio: abbiamo intercettato gli early adopter, circa un cliente su quattro/cinque, che hanno più conti correnti e apprezzano molto la possibilità di aggregare i dati. Se invece guardiamo al mercato italiano in generale, vediamo dei tassi di adozione molto bassi. Certo, restano anche delle frizioni normative che non aiutano la user experience e che andranno migliorate: se ogni tot giorni costringo il cliente a ripetere la strong customer authentication, difficilmente vorrà continuare a usare un servizio.
AG. C’è anche chi osserva che i bassi tassi di adozione dipendono dalla mancanza di use case che possano essere percepiti come realmente utili dalla maggioranza dei clienti.
CP. Gli use case ci sono, ma alcuni attori li hanno realizzati meglio, altri meno bene. illimityBank offre un servizio per la visione dei conti aggregati, con un’unica cronologia che elenca i movimenti di tutte le banche e li categorizza. Hype, invece, distribuisce i prodotti di un operatore del credito al consumo (Sella Personal Credit, NdR) facendo lo scoring del cliente grazie al suo codice fiscale e facendo leva sulla PSD2. È ormai noto che un cliente che usa l’open banking è anche più evoluto e tipicamente meno rischioso dal punto di vista creditizio.
AG. A proposito di Hype, dopo la joint venture con Sella c’è molta attenzione sull’evoluzione di quella che, per numero di clienti, è la prima “neobank” italiana.
CP. Abbiamo arricchito HYPE affiancando le nostre competenze per rafforzare la relazione con la clientela. E Hype è già cambiata molto: è nata come un wallet prepagato di taglio piccolo ed è diventata un conto di pagamento con tre profili di offerta, che offre bonifici, anche istantanei, SDD, pagamento rate, instant lending fino a 2mila euro, distribuisce mutui, permette di aprire progetti di risparmio e di fare piccoli investimenti con Gimme5.
AG. E quali gli obiettivi di illimitybank?
CP. L’obiettivo è diventare un hub per la gestione del denaro nella vita quotidiana. Anzi, che si contamina con il quotidiano. Su illimity si possono impostare degli obiettivi di risparmio collegati al numero di passi effettuati in un giorno, grazie all’integrazione con Fitbit: è un servizio usato da una nicchia di clienti, che però lo apprezza moltissimo.
AG. La quotidianità, le operazioni transazionali e di routine, si stanno spostando da diverso tempo sui canali digitali, con la ricerca di una user experience sempre migliore. Per i prodotti a valore aggiunto, però, il cliente medio sembra preferire ancora il dialogo con un gestore o un consulente. È questo il limite alla crescita della banca digitale?
CP. Il digitale retail funziona benissimo sui prodotti transazionali, che il cliente conosce già bene: conti, carte, conti deposito e così via. I prodotti complessi funzionano meglio in filiale, o tramite una rete di consulenti: ottenere risultati significativi sui canali digitali è molto più difficile. Non siamo presenti in alcuni comparti di business proprio perché non vogliamo entrare in un mercato che non è il nostro. C’è una ragione semplice che spiega perché il digitale non funziona bene per i prodotti più complessi: la cultura finanziaria è bassa. Se lasci il cliente a confrontarsi da solo con prodotti che non riesce a capire in autonomia, allora si stanca, ti abbandona. E va a cercare qualcuno con cui confrontarsi e dialogare, su un canale fisico o quantomeno ibrido.
AG. Non c’è quindi il rischio, per le banche digitali, di ritrovarsi a competere tra loro offrendo tutte sostanzialmente gli stessi prodotti e le stesse feature? Come ci si distingue?
CP. In realtà il problema è più ampio. Il vero concorrente per le banche retail è lo smartphone. Il punto di ingresso del cliente è il dispositivo, che tramite il riconoscimento biometrico abbatte le barriere all’adozione di nuovi servizi facendolo accedere a tutti i prodotti di cui ha bisogno. Le banche sono destinate ad evolvere, diventando parte di un ecosistema di servizi più ampio all’interno di “oggetti” connessi che aggregano app e funzionalità.
illimity per lo sport, nasce my sport e salute
Semplificare l’accesso allo sport offrendo a tutti gli organismi del settore sportivo e a tutti gli sportivi la possibilità di contribuire e di utilizzare un hub comune per diffondere informazioni su qualsiasi disciplina sportiva interessata. Su queste basi e in collaborazione con tutti gli attori del sistema sportivo nasce My Sport e Salute, l’app di Sport e Salute S.p.A., sviluppata in collaborazione con illimity Bank S.p.A. e disponibile gratuitamente negli store digital. My Sport e Salute è una piattaforma in grado di collegare i 7903 comuni italiani e i 77mila impianti sportivi esistenti, oltre a Federazioni ed Enti di promozione sportiva, per avvicinarli a tutti gli appassionati, grandi e piccoli, di ogni livello. Tante le funzioni della nuova app, tra cui un marketplace, un’area in cui partner selezionati offriranno, a condizioni vantaggiose, prodotti e servizi connessi al mondo dello sport, dalla tecnologia al settore finanziario e assicurativo. L’app, inoltre, costituisce un supporto nel monitoraggio delle spese e un abilitatore dei pagamenti in maniera indipendente dall’istituto bancario con cui l’utente ha un rapporto. «Mettendo a disposizione la nostra piattaforma tecnologica e i nostri servizi più innovativi, come quelli di aggregazione e analisi dei conti correnti – ha commentato Corrado Passera, Ceo di illimity – daremo la massima collaborazione a Sport e Salute per assicurare il successo del progetto e la sua migliore diffusione».
Questo articolo è stato pubblicato sul numero di dicembre 2021 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop.