Le azioni di Azimut Holding hanno subito un drastico calo, arrivando a perdere oggi circa il 9% in borsa (dati Borsa Italiana ore 16.42, NdR), a seguito della comunicazione della Banca d'Italia riguardo a "significative carenze di governance e organizzative" presso la sua controllata Azimut Capital Management SGR.
L'ispezione delle autorità di vigilanza sembra avere sollevato dei dubbi sulla tempistica e sull'effettiva realizzazione del progetto di spin-off di una banca di gestione patrimoniale di nuova generazione, denominata TNB.
"Il verbale ha individuato aree di miglioramento riferite principalmente all’assetto organizzativo e al sistema dei controlli interni di ACM", ha reso noto Azimut nei giorni scorsi. "Tali interventi sono finalizzati al rafforzamento delle strutture organizzative e di supervisione, nonché all’evoluzione dei processi di pianificazione e monitoraggio strategico, senza impatti sui portafogli della clientela, sull’integrità dei prodotti né sulla continuità dei servizi core, fermo restando l’adeguamento di alcune modalità operative in linea con le indicazioni di vigilanza".
ACM ha già avviato la definizione di un piano di azione volto a recepire le misure correttive e di rafforzamento richieste, che sarà trasmesso alle Autorità entro il 30 novembre 2025 e implementato entro il termine massimo del 30 aprile 2026.
"L'attuazione di tali misure assicurerà, secondo quanto auspicato dal rapporto ispettivo, la piena idoneità di ACM a partecipare alla scissione prodromica all'operazione TNB, così come la completa compliance normativa dei rami di azienda trasferiti a TNB nel contesto dell'operazione stessa", scrive ancora Azimut.
«Ritengo che quanto sta accadendo sul titolo Azimut sia inaspettato e irrazionale - ha commentato in una nota Pietro Giuliani, Presidente di Azimut Holding. Le attuali quotazioni di Azimut Holding rappresentano per gli investitori un’ottima opportunità di acquisto e/o di rafforzamento delle proprie posizioni. Per questo a titolo personale, ho già dato disposizioni di incrementare il mio investimento in azioni Azimut per alcuni milioni di euro da qui ai prossimi giorni. Lo anticipo al mercato poiché non vorrei che in questo clima di “caccia alle streghe” qualcuno pensasse che in qualche modo sia coinvolto nel “sali e scendi” di borsa per trarne profitto personale».
Le criticità della Banca d'Italia
L'ispezione condotta dalla Banca d'Italia presso Azimut Capital Management SGR ha portato alla luce problematiche significative relative alla governance e all'organizzazione interna.
Secondo quanto comunicato da Azimut su richiesta di Consob, l'autorità di vigilanza italiana, la situazione attuale è ritenuta inadeguata a supportare la partecipazione della SGR in operazioni di rilievo nel settore della gestione collettiva del risparmio.
Queste operazioni includono fusioni, scissioni, acquisizioni di partecipazioni e compravendite di società o rami d'azienda legati ai servizi di investimento e gestione patrimoniale.
Impatto sul progetto TNB
Le carenze riscontrate hanno generato incertezza riguardo alla tempistica del progetto TNB, una banca fintech nata da un accordo con il fondo di private equity FSI. L'operazione, inizialmente prevista per il primo trimestre del 2026, potrebbe subire ritardi significativi.
Intermonte e Banca Akros, società di intermediazione finanziaria, hanno evidenziato come queste nuove chiarificazioni rendano meno definito il cronoprogramma dello spin-off, pur non prevedendo, al momento, un impatto diretto sul conto economico di Azimut.
«Nella mia vita professionale, insieme ai colleghi, ho realizzato cose molto più difficili che collaborare all’ottenimento di una licenza bancaria - prosegue il commento di Pietro Giuliani. Non chiedo al mercato rispetto, ma almeno l’utilizzo del buon senso nel pensare che il Gruppo Azimut possa essere costretto a desistere dalla realizzazione di TNB. Preferiremmo che ci fosse consentito in tempi ragionevoli di ottenere la licenza in Italia, ma se ciò non fosse possibile, esistono altri Paesi, ad esempio la Svizzera (dove già operiamo)».
Reazione del mercato e prospettive
La notizia ha avuto un impatto immediato e negativo sul titolo Azimut, che ha registrato uno dei peggiori ribassi da marzo 2020.
Entro il 30 novembre sarà presentato alle Autorità il piano di azione, da implementarsi al massimo entro fine aprile 2026. Azimut auspica che l'attuazione di tali misure assicurerà la piena idoneità di Azimut Capital Management a partecipare alla scissione per l'operazione TNB, così come la completa compliance normativa dei rami di azienda trasferiti a TNB nel contesto dell'operazione.
Entro il 30 novembre 2025 verrà anche presentato secondo le richieste di Banca d’Italia un nuovo Piano Industriale 2026-2028 di Azimut Capital Management che definisca in modo puntuale le linee di indirizzo strategico, le prospettive operative e gli sviluppi organizzativi della società, anche nel contesto dell’evoluzione della governance e del suo posizionamento all’interno del Gruppo Azimut.
«Dividendo e buyback non sono in discussione»
«Alla luce di voci incontrollate che si stanno rincorrendo sul mercato - aggiunge ancora Pietro Giuliani - confermo la mia proposta al Consiglio di Amministrazione di quanto già comunicato al mercato. Azimut Holding, non essendo sotto vigilanza prudenziale, non può essere sottoposta a cambi di politiche di dividendi e buyback. La maggioranza dei suoi azionisti in sede assembleare è l’unico organismo titolato a tale decisione».
Azimut sottolinea anche che "l’ispezione su ACM si riferisce a un periodo precedente all’annuncio dell’accordo vincolante con FSI per la costituzione di TNB (avvenuto il 22 maggio 2025) e non è ad esso collegata, né è collegata al successivo aggiornamento delle tempistiche relative al piano strategico di Gruppo”.