Ancora insufficiente il livello di alfabetizzazione finanziaria e assicurativa degli italiani, che si ferma a un punteggio di 56/100, secondo i risultati della quarta edizione di Edufin Index, l’Osservatorio su consapevolezza e comportamenti finanziari e assicurativi degli italiani realizzato da Alleanza Assicurazioni, Compagnia del Gruppo Generali, insieme a Fondazione Mario Gasbarri e con la collaborazione scientifica di SDA Bocconi.
Secondo il rapporto, il livello medio di Edufin Index, nel 2025 si attesta sotto la soglia di sufficienza fissata a 60, su una scala da 0 a 100.
Solo il 40% gestisce in modo consapevole le finanze
L’alfabetizzazione finanziaria e assicurativa degli italiani resta complessivamente bassa: solo il 40% della popolazione conosce e agisce concretamente nella gestione consapevole delle proprie finanze.
La quota di analfabeti finanziari e assicurativi si attesta al 10% della popolazione, in calo di due punti percentuali rispetto al 2024.
Dall’indagine emerge che uomini, over 45 e residenti al Nord ottengono livelli superiori alla media.
A fronte di un gender gap che si stabilizza a 5 punti (uomini 59 vs donne 54), si riducono i divari per area geografica e per età: cresce di un punto l’alfabetizzazione finanziaria degli abitanti del Sud e delle Isole (54 nel 2025 vs 53 nel 2024), e si registra lo stesso incremento tra i giovani in fascia 25-34 anni (55 nel 2025 vs 54 nel 2024).
Entrambi i progressi, seppur contenuti, riflettono gli effetti positivi delle iniziative di sensibilizzazione e formazione promosse da enti pubblici e privati.
Affrontare la longevità
Tuttavia, il futuro incerto preoccupa gli italiani, alle prese con una aspettativa di vita che si allunga e che oggi ha raggiunto gli 84 anni: 11 in più rispetto ai 73 del 1975. Con nuove sfide sociali, economiche e previdenziale, dato che nel 2024 il rapporto lavoratori-pensionati è di un lavoratore e mezzo per ogni pensionato e, in assenza di interventi, è destinato a diventare uno ad uno nel 2050.
Guardano al proprio futuro in un Paese sempre più longevo, l’analisi ha messo in luce preoccupazione e incertezza, in particolare tra giovani e donne, che temono di non poter mantenere il proprio tenore di vita dopo la pensione a causa di risparmi ritenuti insufficienti per affrontare una silver age serena ed economicamente sicura.
Gli over 65 guardano al futuro con più curiosità e fiducia e considerano come fattori rilevanti: salute, autosufficienza, progetti da realizzare e legami familiari. Accanto agli aspetti più concreti legati alla salute e alle finanze, i giovani (18-24 anni) sentono come rilevanti anche aspetti ludici come svago, attività di valore e una rete sociale forte.
In questo quadro generale, tuttavia, permane molta incertezza su chi, in futuro, si prenderà cura degli anziani: anche tra coloro che già oggi assistono quotidianamente i propri cari – il 39% degli italiani – vi è poca fiducia di ricevere assistenza quando ne avranno bisogno.
Nuovi italiani: integrazione e sostenibilità del sistema
L’attuale dinamica demografica negativa rappresenta una delle principali sfide per il futuro del Paese: le proiezioni indicano che, nei prossimi 15 anni, l’Italia rischia di perdere circa 7 milioni di potenziali lavoratori, con conseguenze dirette sulla crescita economica e sulla sostenibilità del sistema previdenziale.
Senza un’integrazione stabile e strutturata dei nuovi italiani, cittadini stranieri regolarmente presenti e inseriti nella società, sarà sempre più difficile garantire l’equilibrio tra popolazione attiva e pensionati e, con esso, la tenuta del sistema pensionistico.
Sul fronte della consapevolezza finanziaria e assicurativa dei nuovi italiani, tuttavia, il quadro rimane costante ma insufficiente (Awareness Index semplificato 44 su 60).
A incidere positivamente sono il grado di integrazione linguistica e culturale: i livelli più alti si registrano tra coloro che conoscono bene la lingua italiana (59) e vivono nel Paese da oltre 15 anni (53).
«L’educazione finanziaria è una competenza fondamentale per costruire una società più equa e consapevole – ha dichiarato Giancarlo Fancel, Country Manager e CEO di Generali Italia. In Generali ne riconosciamo il valore sociale e intendiamo continuare a promuoverla assolvendo al nostro ruolo di Partner del Paese al fianco di famiglie, imprese e comunità. Da anni siamo impegnati su tutto il territorio in un Programma Nazionale di Educazione Finanziaria e Assicurativa che ha già coinvolto 450mila cittadini in circa 10mila eventi. Un impegno che trova forza anche nel volontariato d’impresa attraverso la nostra Fondazione The Human Safety Net: dal 2018 abbiamo aiutato oltre 60 mila genitori e bambini in contesti di vulnerabilità, formato oltre 2.000 rifugiati e migranti per trovare un’occupazione, offrendo anche corsi di educazione finanziaria. Perché solo cittadini informati possono compiere scelte consapevoli».
«Il nostro Paese sta registrando una trasformazione demografica profonda: il progressivo invecchiamento della popolazione mette sotto pressione la sostenibilità del nostro sistema sanitario e previdenziale, incidendo su livelli pensionistici e disponibilità di accesso alle cure – ha commentato Davide Passero, CEO di Alleanza Assicurazioni e Country Chief Marketing & Product Officer di Generali Italia. La quarta edizione dell’Edufin Index conferma l’importanza di innalzare il livello di educazione finanziaria dei nostri concittadini, e mette in luce la scarsa consapevolezza su temi decisivi per il loro futuro, quali longevità e pensioni. Come Alleanza Assicurazioni, siamo convinti che solo attraverso un impegno concreto e continuativo nel promuovere educazione finanziaria sia possibile costruire una cittadinanza consapevole e inclusiva. Proprio per questo, anche nel 2026 continueremo ad investire in iniziative didattiche e di formazione sul territorio e nelle scuole: colmare il deficit di educazione finanziaria è fondamentale per garantire pari opportunità ed equità sociale in un Paese in profondo cambiamento».