OSSERVATORIO FINDOMESTIC

Banche: il digitale non basta, 9 italiani su 10 scelgono gli sportelli fisici

Banche: 9 italiani su 10 scelgono gli sportelli fisici

9 italiani su 10 sono clienti di una banca con sportelli sul territorio, ma quasi tutti (98%) usano l’app sullo smartphone per l’operatività quotidiana.

Sono alcuni dati del nuovo focus dell’Osservatorio Findomestic, che ha analizzato l’evoluzione del rapporto tra gli italiani e le banche.

Italiani innamorati dello sportello

Dallo studio emerge come gli italiani siano ancora legati alla banca “fisica”, il 45% degli intervistati infatti rivendica la centralità di un istituto fisico, il 32% prenderebbe in considerazione l’eventualità di farne a meno in cambio di un risparmio economico significativo e solo il 23% sarebbe disposto a rinunciare alla filiale.

«Per i servizi bancari di ordinaria amministrazione lo sportello può non essere percepito come fondamentale – commenta Claudio Bardazzi, Responsabile dell’Osservatorio Findomestic. Ma la ricerca conferma come la fisicità nella relazione finanziaria resti una necessità solida per la maggioranza della clientela».

Chi ha scelto la banca digitale

L’11% degli italiani ha scelto, invece, oggi una banca completamente digitale, senza sportelli né consulenti fisici: il 68% si dichiara soddisfatto, ma un terzo di loro ammette che per certi servizi o per risolvere certi problemi un riferimento fisico sarebbe molto utile.

Inoltre il 28% dei clienti di istituti con sportelli fisici sul territorio utilizza quasi esclusivamente i canali digitali.

L’utilizzo delle app

Il focus di Findomestic rileva che, indipendentemente dalla banca cui ci si affida, tutti o quasi (98%) utilizzano l’App.

Ciò nonostante, solo il 42% degli utenti si dichiara pienamente soddisfatto dell’applicazione della propria banca, mentre gli altri vorrebbero che fosse più intuitiva e facile da usare, lamentandosi soprattutto per le funzioni limitate (17%), le difficoltà a ricevere assistenza in tempi adeguati (15%) e la scarsa trasparenza sui costi (11%).

«La soddisfazione complessiva dei clienti italiani verso la propria banca è comunque elevata: il 52% le assegna un punteggio tra 8 e 10 e il 93% le dà almeno la sufficienza (6 o 7) – ha aggiunto Claudio Bardazzi. Ma il 71% non si accontenta e per avere un servizio migliore chiede maggiore trasparenza sui costi applicati, servizi digitali più semplici da usare e consulenza personalizzata».

L’AI e le banche

Nonostante una crescente confidenza con la tecnologia, quasi 4 clienti delle banche su 10 (39%) non amano interagire con gli assistenti virtuali per timore di non essere compresi e più di 3 su 10 (36%) li tollerano solo come passaggio obbligato prima di parlare con un operatore “vero”.

Il 19% si mostra, invece, aperto a forme evolute di intelligenza artificiale, a patto che siano rapide e utili. Una piccola fetta (8%) si dice, invece, convinta che presto gli assistenti AI saranno in grado di offrire un servizio migliore rispetto a quello erogato dagli umani.

Intenzioni d’acquisto a livelli massimi da un anno

Per quanto riguarda le intenzioni di acquisto con un +9,7% rispetto ad aprile, le intenzioni d’acquisto rilevate a maggio dall’Osservatorio Findomestic hanno raggiunto i livelli più alti degli ultimi dodici mesi.

In particolare, auto usate, mobili, lavori di ristrutturazione e fai-da-te hanno raggiunto il picco nell’ultimo anno.

Tra i beni in forte crescita i grandi elettrodomestici (+24,8%), seguiti dai mobili (+21,6%) e dagli impianti fotovoltaici o termici (+19,8%).

Le intenzioni di acquisto dichiarate per i prossimi 3 mesi sono in crescita anche per le e-bike (+14,3%), le TV (+9,9%), le auto nuove (+9,1%), i viaggi (+8,6%), i motoveicoli (+7,4%) e i PC (+7%).

In positivo anche telefonia (+6,4%), attrezzature per il fai-da-te (+5,9%), piccoli elettrodomestici (+5,1%), attrezzature sportive (+4,5%) e tablet, seppur in misura marginale (+0,3%).

In calo invece l’interesse per alcuni prodotti come le fotocamere (-0,9%), gli infissi (-4,3%) e soprattutto i monopattini elettrici (-10,4%), le caldaie a condensazione o biomassa (-15,5%) e le pompe di calore, che registrano il peggior dato del mese con un -19,5%.