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Vittoria hub: l'Insurtech innova anche con startup non assicurative

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Nicolò Soresina, CEO di Vittoria hub

Con Vittoria hub parliamo di ecosistemi InsurTech. In cui rientrano sempre più startup non assicurative.

Non è un paradosso, ma la conseguenza logica di un approccio di open innovation che mira a creare ecosistemi e valore per il cliente. Abbiamo intervistato Nicolò Soresina, Chief Executive Officer di Vittoria hub.

AG. Per chi non vi conosce, che cosa è Vittoria hub?

NS. Vittoria hub nasce due anni fa da un’idea di Vittoria Assicurazioni per proporre idee e soluzioni nuove al mercato: un incubatore di startup InsurTech a vocazione industriale. Non un acceleratore finanziario, mirato esclusivamente all’investimento, ma un attore che intende supportare lo sviluppo di un intero settore tramite una logica industriale, cercando cioè tutte le connessioni necessarie per costruire un ecosistema di prodotto e di mercato.

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Questo vuol dire selezionare startup e partner per metterli in contatto con le competenze e il management di una delle primarie compagnie di assicurazione italiane con lo scopo di favorire l’innovazione InsurTech all’interno del comparto assicurativo.

AG. Dal vostro punto di osservazione del mondo InsurTech italiano, come avete visto evolversi lo scenario nel nostro Paese?

NS. I dati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano confermano la presenza di alcune centinaia di startup in questo ambito. Il nostro compito è proprio favorire la crescita dell’InsurTech italiano, tanto quanto quella del FinTech, apportando al contempo innovazione in tutto il settore assicurativo.

Tutti noi conosciamo alcuni player rilevanti, come Yolo o Lokky, che si sono posizionati come attori digitali in ambito assicurativo. Stiamo tuttavia assistendo a una nuova evoluzione: la presenza di molti servizi, startup e piattaforme legati a settori terzi diversi da quello assicurativo che diventano parte integrante della value proposition dell’insurance.

AG. E, sempre guardando agli ultimi anni, come è cambiato il vostro lavoro?

NS. Abbiamo dovuto, come tutti, adattare le nostre modalità operative: l’inserimento da remoto di una startup in un processo di incubazione non è per niente facile. Dal punto di vista strategico, invece, abbiamo cambiato le logiche di selezione: inizialmente cercavamo sul mercato dei talenti o delle giovani promesse che avessero il potenziale per sviluppare soluzioni InsurTech.

Oggi cerchiamo di intercettare anche quei soggetti che non necessariamente nascono nel perimetro dei servizi assicurativi ma, come affermato in precedenza, che presentino prodotti e servizi fruibili all’interno del settore InsurTech. Ad esempio, abbiamo una startup che si occupa di servizi per la casa, permettendo di reperire un professionista nel momento in cui avviene un guasto o un problema. Non è un servizio prettamente InsurTech ma può creare valore nell’ambito dell’assistenza per la casa, con tracciatura del danno, magari grazie a sensori per la domotica.

Nel momento in cui un’abitazione è coperta da questi sistemi, risulta, di conseguenza, minore il rischio a cui l’utente è esposto, perché esistono meccanismi di prevenzione. E, quindi, anche il premio assicurativo può essere tarato e ottimizzato di conseguenza.

AG. Con questo esempio abbiamo introdotto il tema degli ecosistemi assicurativi. Quali sono quelli a cui guardate con maggiore attenzione?

NS. Al momento siamo focalizzati su quattro ambiti prevalenti: la casa; la persona, intesa sia come assistenza medica sia come servizi per anziani e categorie fragili; l’azienda connessa; e, infine, la mobilità sostenibile.

In questi settori cerchiamo attivamente startup e servizi con diversi ambiti funzionali, dalla prevenzione al monitoraggio fino all’assistenza e alla vera e propria assicurazione.

AG. Secondo i dati del Politecnico di Torino, in Italia ci sono 212 tra acceleratori e incubatori di startup. Mettiamoci nei panni di una realtà InsurTech emergente: che cosa ha di diverso Vittoria Assicurazioni rispetto alle 211 alternative?

NS. Innanzitutto la vocazione InsurTech molto specifica con un approccio sicuramente industriale e non finanziario orientato all’open innovation. Un aspetto quest’ultimo che permette a Vittoria di distinguersi dagli altri incubatori.

Dalla sua fondazione, Vittoria hub si ispira alle botteghe rinascimentali create da i magnati dell’epoca per riunire intorno a sé artisti con abilità diverse. Un modo per favorire l’innovazione e lo scambio di competenze tra discipline differenti. È proprio questo l’aspetto che caratterizza il lavoro svolto in Vittoria hub: la capacità di attrarre competenze e talenti diversi per porli nella giusta condizione di collaborare al fine di creare un concetto industriale integrato.