Ecosistemi aperti

Open Insurance: dove applicarlo? Ecco 7 ecosistemi su cui puntare

Open Insurance ambiti di applicazione

Obiettivo Open Insurance. Ovvero rivoluzionare il mercato assicurativo sfruttando l’accesso a ecosistemi sempre più aperti e connessi. Ma in quali ambiti può essere applicato il modello open per fare davvero la differenza? Neosurance ha individuato 7 aree con molto potenziale per la creazione di un ecosistema open insurance.

  • Smart home. La possibilità di controllare le nostre case attraverso la domotica sta aprendo a opportunità in materia di assicurazione contro furti, incendi e altri rischi domestici. L’integrazione fra sistemi assicurativi e dispositivi intelligenti consentirà ad esempio di attivare (e pagare) una polizza contro furto o incendio solo quando un sensore non rileva la nostra presenza in casa o se porte e finestre sono state chiuse con uno smart lock. L’impatto sarà notevole anche sul fronte riduzione delle frodi, grazie a un migliore controllo sui dati.
  • Sport. Le community digitali di sportivi sono una delle categorie più soggette a infortuni. La condizioni ricorrenti di rischio in quest’ambito cambiano sensibilmente in base a disciplina, età e molti altri aspetti che, analizzati in chiave big data, possono fornire informazioni preziose per la proposta di micro-polizze istantanee o prodotti più complessi, personalizzati in base alle reali esigenze dei singoli.
  • Energia. L’integrazione con i sistemi di smart metering dei nuovi contatori connessi e le app con cui paghiamo le bollette consente di attivare coperture di vario tipo per garantire la continuità del servizio anche quando, ad esempio, una persona perde il lavoro o si trova ad affrontare spese inattese.
  • Micromobilità. La micromobilità urbana sta vivendo un boom e con essa stanno crescendo i bisogni di copertura. Integrando su ogni mezzo un dispositivo connesso, è possibile identificare il monopattino/bici e, quindi, renderlo assicurabile attraverso una sorta di ”RCA” dedicata, che presto potrebbe essere obbligatoria. Grazie ai paradigmi dell’Open Insurance, gli assicuratori potranno interagire con app e community della micro mobilità urbana, pubblica e privata, fornendo proposte assicurative più complete e soluzioni attivabili solo in base al reale utilizzo del mezzo.
  • Lavoro freelance e Gig economy. Tramite piattaforme interconnesse, chi svolge un lavoro freelance - che si tratti di un consulente, di un rider o di un autista - sarà in grado di accedere più facilmente a polizze personalizzate in termini di costo, tempi e bisogni. Il canale digitale metterà a disposizione soluzioni molto più semplici e accessibili per queste categorie produttive, che si tratti di una protezione giornaliera sugli infortuni o di una annuale contro i rischi informatici in smart working.
  • Salute e telemedicina: la possibilità di accedere a parametri e indicatori sulla salute delle persone permette di elaborare profili di rischio sempre più precisi e suggerire strumenti di protezione e assistenza anche agli utenti meno consapevoli, grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale. Non solo: è possibile valorizzare gli stili di vita più virtuosi, monitorando attività legate a sport e benessere. Una sempre maggiore integrazione tra ecosistemi di telehealth e wellness con quelli assicurativi faciliterà anche l’intero processo di gestione delle informazioni, rimborso delle cure, erogazione di indennizzi, riducendo sensibilmente il rischio di frodi e i tempi di istruttoria e burocrazia.
  • Connected cars: in Italia, a fine 2019 l’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano tracciava 16,7 milioni di smart car, cioè oltre il 40% del parco circolante nel Paese. Il settore assicurativo ha iniziato a integrarsi con dispositivi e app collegati alle macchine, per offrire polizze digitali più flessibili, basate sui chilometri effettivamente percorsi o sullo stile di guida, premiando i soggetti più virtuosi. Analizzando velocità, frenate, sterzate e altri parametri, non solo è possibile elaborare assicurazioni profilate, ma anche prevenire i rischi attraverso suggerimenti personalizzati. Allo stesso tempo, risulta più semplice ed efficace fornire assistenza in tempo reale in caso di incidente e aprire un sinistro.

«Per innovare realmente il settore assicurativo non basta proporre online quello che prima si vendeva in agenzia, ma serve un totale cambio di approccio – commenta Pietro Menghi, CEO di Neosurance. Se il cliente è prima di tutto un consumatore digitale, il dialogo deve iniziare dalle community digitali per lui più rilevanti nei vari momenti della sua giornata. La tecnologia che abbiamo sviluppato punta proprio a far dialogare questi due mondi, abilitando, anche in quanto intermediari, app di matrice e finalità diverse all’offerta di servizi assicurativi, concepiti e realizzati in un laboratorio permanente sul campo per l’applicazione dell’intelligenza artificiale e delle scienze comportamentali».