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Reddito e salute preoccupano gli italiani, ma ritorna la protezione del credito

Reddito e salute preoccupano gli italiani

Gli italiani sono preoccupati per reddito e salute ma aumentano i timori legati al contesto geopolitico e al cambiamento climatico. In crescita la necessità di tutela assicurativa e l’interesse per la protezione del credito.

Questo il dato emerge dai risultati italiani della nuova indagine condotta da BNP Paribas Cardif in collaborazione con Ipsos, su un campione di 21mila persone in 21 Paesi di tre continenti.

Le preoccupazioni degli italiani: dalla sfera economica alla salute

Nel dettaglio, 8 italiani su 10 temono per il proprio potere d’acquisto, rimane anche alto il timore di malattie gravi (70%) e croniche (68%). Il 46% dei cittadini si sente particolarmente esposto al rischio di riduzione delle entrate.

Considerando invece i timori “personali”, se la perdita di reddito (74%), le malattie gravi (70%) e quelle croniche (68%) rimangono tra le più citate, colpisce l'impennata di preoccupazioni ritenute finora "minori".

Nel confronto con il 2021, la paura di incidenti è balzata di 7 punti percentuale (69%), quella legata a disabilità di 8 punti. Aumenti a doppia cifra anche per il furto di dati personali via internet (65%, +8% sul 2021) e i furti d'auto (61%, +8%).

Altre paure secondarie sono in aumento come, ad esempio, quelle relative alla violenza in caso di aggressione o attacco (rispettivamente +3% sul 2021) e alle catastrofi naturali (+4% sul 2021).

Gli italiani sono però più fiduciosi sul fronte del lavoro: sono in netto calo rispetto al 2021 coloro che temono di perderlo (58%).

Le differenze di genere si nascondono anche nelle preoccupazioni

Le donne italiane sono più preoccupate degli uomini in tutti gli ambiti. In particolare, la paura di subire una riduzione del reddito colpisce il 78% delle donne rispetto al 70% degli uomini.

Evidenze simili emergono per le malattie gravi (77% contro 63%) e croniche (72% contro 61%). Molto marcate anche le differenze nelle paure e nella percezione dei rischi legati al contesto attuale come aggressioni (62% contro 49%), attentati terroristici (45% contro 31%) e perdita di indipendenza (77% contro 62%).

Cresce la necessità di maggiore tutela assicurativa

Nonostante i vari timori, quasi due italiani su tre (63%), in linea con il 2021, dichiarano comunque di sentirsi complessivamente "protetti" dagli imprevisti, pur restando al di sotto della media europea (70%), anche se solo l'8% del campione si sente "molto ben protetto".

Ma quali sono i rischi dai quali gli italiani vorrebbero sentirsi più tutelati? Rispetto al 2021, aumenta la percentuale di chi ha indicato le malattie gravi (46%), gli incidenti (32%) e le catastrofi naturali (29%). In classifica anche la perdita del lavoro (38%).

Ritorna la propensione al credito, ma c’è il nodo dei tassi d'interesse

Secondo il report, gli italiani si ritrovano a chiedere prestiti per acquistare una casa o un’auto. Aumenta al contempo l’interesse per le polizze di protezione del credito (20%, +4 punti sul 2021) vista come una soluzione utile per sostenere i progetti personali che richiedono finanziamenti.

D'altronde aumenta la preoccupazione di non riuscire più a rimborsare prestiti e mutui a causa dell'aumento dei tassi d'interesse, un'ansia condivisa dal 73% del campione.

Le polizze di protezione del credito sono sempre più popolari

In questo contesto di incertezza economica, le polizze assicurative a protezione dei finanziamenti continuano ad acquisire popolarità tra gli italiani.

Rispetto al 2021 è aumentata di 5 punti la percentuale di chi ritiene che le polizze aiutino a preservare il patrimonio familiare (82%) e di 4 punti per quelli che vi si affidano per proteggere i propri cari (80%).

Aumenta di pari passo il numero di chi sarebbe disposto a sottoscriverle, ora al 20% (+4%). A spingere questa popolarità è buona percezione dei benefici di queste polizze e la convinzione che agevolino la realizzazione dei piani per il futuro, dando maggiore tranquillità (rispettivamente al 72% e al 77%, con aumenti di 8 e 9 punti sul 2021).