Più Inclusione Assicurativa per proteggere i fragili

Più Inclusione Assicurativa per proteggere i fragili
Da sinistra: Simone Ranucci Brandimarte, Presidente, e Liliana Troaca, Segretario Generale di Italian Insurtech Association

All’Italia serve una maggiore inclusione assicurativa. La cronica sottoprotezione del nostro Paese lascia le nostre famiglie e le nostre imprese esposte a una serie di eventi estremi. Specie in questo momento di incertezza economica e di aumento del costo della vita.

Se, come noto, appena il 5% delle PMI e meno del 25% delle imprese dispongono di una copertura contro gli eventi catastrofali, anche il rapporto premi/PIL racconta bene il divario rispetto ad altri Paesi. È al 7% in Italia, mentre supera il 12% in Francia e Germania e arriva al 16% nel Regno Unito.

«L’espressione “inclusione assicurativa” – spiega Simone Ranucci Brandimarte, Presidente dell’Italian Insurtech Association - indica la capacità del sistema assicurativo di raggiungere e proteggere un numero sempre più ampio di persone, famiglie e imprese con prodotti semplici, accessibili e rilevanti per i loro bisogni. Non è soltanto l’accesso al prodotto, ma anche la comprensione del suo valore (educazione assicurativa) e la partecipazione attiva degli assicurati».

Il legame con la fragilità economica

Il problema è aggravato dal rapporto reciproco e profondo tra esclusione assicurativa e fragilità economica. La mancanza di una protezione espone infatti le famiglie e le imprese a rischi che possono poi determinare una vulnerabilità economica e sociale.

«Certamente la disponibilità di risorse incide sulla capacità di accesso, ma non possiamo ridurre il tema a una questione di reddito – commenta Brandimarte. In Italia pesa in modo determinante anche un divario culturale: la scarsa consapevolezza del valore della protezione, la percezione dell’assicurazione come costo e non come investimento in stabilità, la difficoltà di orientarsi in prodotti complessi».

Non si tratta, quindi, solo di una questione di soldi.

«Serve un impegno collettivo di educazione, semplificazione e fiducia – interviene Liliana Troaca, Segretario Generale di Italian Insurtech Association. Serve un ecosistema in cui istituzioni, imprese e operatori lavorino insieme per avvicinare le persone all’assicurazione, rendendola comprensibile, accessibile e coerente con i bisogni reali della società. La mancanza di copertura assicurativa aggrava in modo esponenziale le conseguenze degli eventi avversi sulle persone e sulle comunità più fragili. Quando un imprevisto colpisce chi non dispone di adeguati strumenti di tutela, il danno non è solo economico, ma si traduce in esclusione sociale, perdita di opportunità e, spesso, in un ulteriore impoverimento del tessuto produttivo e familiare».

Un nuovo ruolo per l’assicurazione

Individuare degli strumenti adatti a migliorare l’inclusione assicurativa significa quindi creare una rete di protezione per le fasce vulnerabili, riducendo la pressione sul welfare pubblico e contribuendo a migliorare la resilienza complessiva del nostro Paese.

«L’assicurazione sta attraversando una fase di profonda trasformazione – osserva Brandimarte. In un contesto segnato da instabilità economica, rischi emergenti e mutamenti sociali, il suo ruolo non può più limitarsi alla mera compensazione dei danni: deve evolvere verso una funzione più ampia di prevenzione, inclusione e sostegno alla resilienza collettiva, tornando a essere un presidio sociale, capace di accompagnare cittadini e imprese nel gestire la complessità del presente, promuovendo comportamenti consapevoli e prevenendo la vulnerabilità».

Ecco quindi la sfida dell’Insurance Inclusion, che può fare leva su anni di investimenti in trasformazione digitale: questi miglioramenti permettono ora al settore assicurativo di ridurre le distanze tra mercato e persone, così come le barriere economiche, culturali e burocratiche che ancora frenano l’accesso alla protezione.

«Da un lato, servono prodotti più flessibili e accessibili, in grado di adattarsi alle esigenze di famiglie, lavoratori e imprese in continua trasformazione – elenca Troaca. Dall’altro, la tecnologia e la normativa devono diventare fattori abilitanti di questa inclusione: la digitalizzazione consente di ridurre le barriere di accesso e i costi di distribuzione, mentre un quadro regolatorio chiaro e orientato all’innovazione può favorire la nascita di nuove forme di protezione, anche attraverso partnership pubblico-private. Il valore dell’assicurazione non sta più soltanto nel risarcimento, ma nella sua capacità di generare fiducia, stabilità e coesione sociale. In questo senso, la protezione deve diventare un diritto diffuso, al pari della sanità e dell’istruzione: la nuova frontiera di un’assicurazione più umana, digitale e inclusiva, in grado di rafforzare il capitale sociale e la resilienza complessiva del Paese».

 

Questo articolo è stato pubblicato sul numero di novembre 2025 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop.

 

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