Con l’entrata in vigore, nel 2025, dell’obbligo di copertura assicurativa contro i rischi catastrofali per le imprese con sede o stabile organizzazione in Italia, il legislatore ha tradotto in norma un progetto a lungo rimasto confinato nel dibattito politico.
La misura, introdotta dalla Legge di bilancio 2024 (L. n. 213/2023, commi 101-112), segna un passaggio non solo normativo ma anche culturale: il rischio catastrofale, da evento eccezionale oggetto di indennizzi pubblici ex post, diviene componente ordinaria del risk management aziendale.
Qui si colloca l’iniziativa congiunta di Confindustria, Unipol, Intesa Sanpaolo Protezione e Poste Assicura, di cui apprendiamo dalla stampa, volta a creare una piattaforma digitale per rendere accessibili coperture agevolate alle imprese associate. L’obiettivo è promuovere un’adesione ampia e consapevole, rafforzando la mutualità e superando quella storica diffidenza del tessuto produttivo italiano nei confronti dello strumento assicurativo, ancora troppo spesso percepito come un onere, anziché come presidio di stabilità e leva di resilienza.
La copertura contro i rischi catastrofali entra così stabilmente nella governance aziendale, diventando indice di affidabilità anche nei confronti di investitori, istituti di credito e pubbliche amministrazioni.
La liquidazione anticipata
Un’innovazione di rilievo, in questo quadro, è senz’altro la procedura di liquidazione anticipata introdotta dalla Legge n. 40/2025, legge quadro sulla ricostruzione post-calamità: per la prima volta, accogliendo gli inviti formulati a livello comunitario in un’ottica ESG, il sistema assicurativo è difatti chiamato a fornire un sostegno immediato, prima ancora che il danno sia integralmente accertato, affiancando così lo Stato nella prima risposta all’emergenza. Le imprese assicurate potranno ricevere un’anticipazione fino al 30% del danno indennizzabile, sulla base di una perizia sommaria.
Questo strumento – inedito nel panorama italiano – consente di immettere tempestivamente liquidità nel circuito produttivo, riducendo i tempi di fermo e accelerando la ripartenza, in attesa dei più lenti indennizzi pubblici, tradizionalmente subordinati a iter emergenziali e decreti di urgenza.
La compliance assicurativa: conditio sine qua non per i contributi statali
Caratteristica specifica del corpo normativo è inoltre il fatto che la cogenza dell’obbligo si fonda su un sistema sanzionatorio indiretto, incentrato su meccanismi di incentivo e preclusione. L’art. 1, comma 102, della L. 213/2023 prevede infatti che lo Stato tenga conto dell’adempimento assicurativo nella concessione di contributi e agevolazioni: disposizione resa operativa dal D.M. del 18 giugno 2025 del MIMIT, che ha individuato undici categorie di agevolazioni per le quali l’assicurazione catastrofale costituisce requisito obbligatorio.
Il principio è destinato a consolidarsi: lo schema del Codice unico degli incentivi, in corso di approvazione, prevede che la mancata copertura comporti automaticamente la preclusione all’accesso ai benefici pubblici (art. 9). Si configura così un modello di enforcement selettivo, in cui la compliance assicurativa diventa condizione di accesso alle risorse statali e, di fatto, un vantaggio competitivo per le imprese più virtuose.
Il portale dell’IVASS
Completa il quadro un disegno di trasparenza ambizioso. L’IVASS istituirà un portale informatico di comparazione, modellato sull’esperienza dell’RC auto, nel quale le compagnie dovranno pubblicare condizioni, estensioni, esclusioni e limiti delle coperture. Parallelamente, Mister Prezzi vigilerà sulla proporzionalità dei premi e sull’assenza di pratiche speculative.
L’obbligo di assicurazione catastrofale rappresenta, in definitiva, una riforma di sistema. Impone alle imprese di ripensare la gestione del rischio come fattore strategico, introduce regole di trasparenza e correttezza nel mercato e promuove una mutualità più equa.